Nel giorno della Festa della Donna si sprecano gli auguri e le mimose.
Ma
con le tanti morte violente ai danni di donne che già sono avvenute anche
quest’anno in soli due mesi, bisognerebbe pensare seriamente a come
affrontare un problema serio e culturale.
Purtroppo in molti uomini il
pensiero che la donna sia un oggetto o una propria serva, è molto
radicato.
Negli ultimi anni poi, con l’entrata nel paese di uomini di
altre culture che vedono la donna italiana come una poco di buono, oltre
ai
“femminicidi” familiari si aggiungono le violenze, gli stupri e gli
omicidi anche verso ragazze o donne nelle nostre strade.
Andrebbe
insegnato nelle scuole, già dai primi anni, il rispetto per le donne, per
i bambini (che spesso ne fanno le spese insieme alle madri) e per gli
altri in generale perché, oltre alla mancanza della cultura del rispetto,
vi è anche uno scontento generale che porta a una rabbia aggressiva che
poi si sfoga verso i familiari più deboli e, a volte, verso gli estranei.
E la giustizia non aiuta visto che spesso le denunce delle donne vengono
ignorate, i reati rimangono impuniti e la prigione, sempre che qualcuno ci
vada, grazie a sconti di varia natura, si accorcia in maniera vergognosa
liberando personaggi pericolosi e che, inevitabilmente, torneranno a fare
ciò di cui, nelle loro menti perverse, sono convinti.
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