C’è
una riforma vergognosa che non va dimenticata e, soprattutto, non va
dimenticato chi l’ha voluta e perché.
Nel
2012, quando vi era il Governo Monti (il primo dei 4 governi mai votato dagli
italiani), il Parlamento approva una
delle riforme costituzionali più vergognose della storia della nostra repubblica:
il pareggio di bilancio,
cioè l’obbligo dello Stato di pareggiare le entrate e le uscite senza creare
deficit economico.
È
anche vero che l’obbligo inserito nel nuovo testo dell’art. 81 lascia pure l’ipotesi
di un «ricorso all’indebitamento …
consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e,
previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei
rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali», ma è anche
vero che tale ricorso deve essere adottato con una procedura aggravata e solo
al verificarsi di eventi eccezionali. Un modo per indorare la pillola.
La
legge venne approvata in soli sei mesi, un periodo di tempo molto breve, se si
considera che una legge costituzionale necessita di quattro letture
parlamentari e di una pausa di tre mesi tra la seconda e la terza. Ma in tutte e
quattro le letture parlamentari il disegno di legge venne approvato a
larghissima maggioranza, ricevendo il voto favorevole sia della maggioranza che
dell'opposizione. Dato che i voti favorevoli al disegno di legge superarono i
due terzi dei membri di entrambi i rami del Parlamento, non fu necessario
ricorrere ad un referendum per i cittadini che confermasse la loro volontà (cosa improbabile).
La
norma passò nel più totale silenzio, non vi furono dibattiti pubblici,
l’informazione televisiva e giornalistica la trascurarono ma purtroppo rappresenta
una delle imposizioni più eccessive e vergognose da parte dell’Unione Europea nei
confronti dell’Italia, nata a seguito della crisi sul debito pubblico del 2011.
La
legge segue l’altrettanto vergognoso accordo sul “Fiscal Compact”, siglato
dall’Italia (sotto il governo Berlusconi) e dagli altri paesi dell’eurozona nel marzo del 2012, il quale
sancisce per sempre l’obbligo del rapporto Debito/PIL al 60% e il divieto di operare in deficit oltre lo 0,5% del
PIL.
Una
norma suicida per l’Italia che ha attestato del tutto la nostra cessione di sovranità all’Unione
Europea (se mai vi fosse stato ancora qualche dubbio). I nostri sempre patetici politici, senza
pensare minimamente a quello che avrebbe significato negli anni a venire per il
paese questo maledetto pareggio, hanno firmato in fretta e furia per compiacere
l’Unione Europea e ci hanno messo in una spirale che ci lega a tirare la
cinghia a vita.
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