giovedì 27 marzo 2014

Il nuovo contratto di apprendistato


II Decreto legge n. 34/2014, in vigore dal 21 marzo 2014 e fatte salve eventuali
modifiche in sede di conversione in legge, ha introdotto rilevanti novità.

CONTRATTO DI APPRENDISTATO (art. 2)
Semplificazioni formali
I datori di lavoro non debbono più redigere per iscritto il piano formativo individuale
dell’apprendista.
Questa   semplificazione   va   attuata   con   attenzione   poiché,   seppur   non   più
necessaria   in   forma   scritta   ed   entro   il   termine   di   trenta   giorni   dal   momento
dell’assunzione, la redazione del piano formativo potrebbe comunque continuare
ad avere una sua utilità soprattutto in funzione di eventuali verifiche ispettive.
Percentuali di conferma per l’assunzione di nuovi apprendisti
Il decreto legge abroga tutte le norme che subordinavano l’assunzione di nuovi
apprendisti alla conferma di una quota dei rapporti di apprendistato in essere.
Apprendistato di primo livello per la qualifica e per il diploma professionale:
riduzione del costo.
Nell’apprendistato   di   primo   livello,   fatte   salve   disposizioni   derivanti   dalla
contrattazione   collettiva,   il   compenso   per   le   ore   di   formazione   può   essere
corrisposto nella misura del 35% del monte ore complessivo impiegato a tal fine.


ELENCO ANAGRAFICO DEI LAVORATORI (art. 3)
Il decreto legge precisa che non solo i cittadini italiani ma anche i comunitari e gli
stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, che intendono avvalersi dei servizi per
l’impiego, possono essere inseriti in un apposito elenco anagrafico, a prescindere
dl luogo di residenza.
Il decreto legge prevede che il soggetto privo di lavoro, per comprovare il suo stato
di disoccupazione, può presentarsi presso qualsiasi servizio per l’impiego e non più
soltanto presso il servizio competente in base al suo domicilio.

SEMPLIFICAZIONE DEL DURC (art. 4)
Verifica con modalità telematiche
Il decreto legge istituisce un nuovo sistema di verifica della regolarità contributiva
con modalità telematiche, in tempo reale, nei confronti dell'INPS, dell'INAIL e, per
le imprese edili, delle Casse edili.
Validità temporale della verifica
L’esito dell'interrogazione del sistema telematico ha una validità di 120 giorni e
sostituisce, ad ogni effetto, il DURC, Documento Unico di Regolarità Contributiva,
ovunque   previsto,   fatta   eccezione   per   le   ipotesi   di   esclusione   che   saranno
individuate con il decreto attuativo.
Attraverso   l’interrogazione   del   sistema   telematico,   la   stazione   appaltante   può
assolvere   l’obbligo   di   accertamento   della   mancata   commissione   da   parte   del
fornitore   di   violazioni   gravi,   accertate   definitivamente,   in   materia   di   contributi
previdenziali e assistenziali.
Decreto interministeriale
La definizione delle modalità attuative è rinviata ad un decreto interministeriale, che
i  Ministri  del  Lavoro,  dell’Economia e  della  Semplificazione  della  PA  dovranno
adottare entro il 20 maggio, sentiti INPS e INAIL.
Il decreto interministeriale dovrà conformarsi ai seguenti criteri:
-     la verifica della regolarità, in tempo reale, riguarderà i pagamenti scaduti
sino all'ultimo giorno del secondo mese antecedente a quello in cui la
verifica   è   effettuata,   a   condizione   che   sia   scaduto   anche   il   termine   di
presentazione   delle   relative   denunce   retributive;   la   verifica   comprende
anche le posizioni dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata
e continuativa, anche a progetto, che operano nell'impresa;
-     la verifica avviene tramite un’unica interrogazione negli archivi dell'INPS,
dell'INAIL e delle Casse edili, indicando esclusivamente il codice fiscale
del soggetto da verificare;
-    individuazione   delle   tipologie   di   pregresse   irregolarità   di   natura
previdenziale   ed   in   materia   di   tutela   delle   condizioni   di   lavoro   da
considerare ostative all’accesso ai benefici normativi e contributivi previsti
dalla normativa in materia di lavoro e legislazione sociale.

(fonte: Unindustria)

I nuovi contratti a termine e somministrazione lavoro

II Decreto legge n. 34/2014, in vigore dal 21 marzo 2014 e fatte salve eventuali
modifiche in sede di conversione in legge, ha introdotto rilevanti novità.

CONTRATTI A TERMINE E SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO (art. 1)
Contratti a termine e somministrazione a termine di lavoro “acausali”
Il decreto legge n. 34/2014 abroga il sistema delle causali 1  e pone soltanto il limite
massimo di 36 mesi di durata del rapporto; tale limite può essere raggiunto anche
con più proroghe, secondo la nuova disciplina meglio specificata di seguito.
La disciplina della ”acausalità” viene estesa anche al contratto di somministrazione
di lavoro a termine.
Il contratto a termine “acausale” si applica non soltanto al primo rapporto a tempo
determinato,   ma   anche   nelle   ipotesi   in   cui   sia   già   intervenuto   un   precedente
rapporto a termine 2 .
Il decreto legge conferma che l’apposizione del termine deve risultare, direttamente
o indirettamente, da atto scritto.
Il venir meno della necessità di indicare causali nel contratto a tempo determinato
dovrebbe comportare che l’eventuale apposizione di una causale non assumerà, in
generale, rilievo decisivo, pur mantenendo una specifica funzione, ad esempio, nel
caso delle ipotesi di stagionalità e di contratti a termine sottoscritti per sostituzione
dato   che,   in   queste   ipotesi,   si   potrà   superare   il   tetto   del   20%   dell’organico
complessivo, come precisato più avanti.

Contratto a termine: proroghe
Il decreto legge n. 34/2014 introduce la possibilità di prorogare più volte il contratto
a termine, fino ad un massimo di otto volte, all’unica condizione che le proroghe si
riferiscano alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato inizialmente
stipulato; non è invece più richiesta la sussistenza di “ragioni oggettive” 3 .
La   questione   dell’applicabilità   del   nuovo   regime   delle   proroghe   ai   contratti   a
termine in essere pone problemi interpretativi di rilievo, anche perché tali contratti
possono essere stati stipulati sia in regime di “causalità” che nelle ipotesi “acausali”
ammesse dalla precedente disciplina.
In   prima   approssimazione,   con   riserva   di   tornare   in   argomento   a   seguito   dei
necessari approfondimenti tecnici:
-     non   sembrano   rinvenirsi   elementi   normativi   ostativi   all’applicazione   del
nuovo regime delle proroghe per i contratti nati come “acausali”; 
-     maggiori perplessità suscita invece l’applicazione del nuovo regime delle
proroghe ai contratti sorti con l’indicazione di una causale e, pertanto, in
base ad un “programma negoziale” che non sembra compatibile con il
mutato contesto normativo.
Occorre in ogni caso tener conto del fatto che le nuove norme, introdotte per
decreto legge, potrebbero essere oggetto di modifica in sede di conversione in
legge del provvedimento.
Introduzione di un limite percentuale alle assunzioni a termine
Ciascun datore di lavoro può stipulare contratti a termine nel limite del 20% rispetto
al proprio organico complessivo.
Tale limite non si applica ad alcune ipotesi 4 , fra cui le seguenti:
-    attività stagionali 5 ,
-     fasi di avvio di nuove attività,
-     contratti sottoscritti per ragioni sostitutive.
Il   limite   del  20%   può   essere   modificato   solo   dai  contratti   collettivi   nazionali  di
lavoro.
Le imprese che occupano fino a 5 dipendenti possono comunque stipulare un
contratto a termine.
La formulazione letterale della nuova disposizione 6  e la circostanza che non è stata
abrogata la norma 7  che demanda soltanto ai contratti collettivi nazionali di lavoro
l’individuazione di limiti quantitativi di utilizzazione della somministrazione fanno
ritenere   che   il   limite   di   legge   del   20%   non   si   applichi   ai   rapporti   in
somministrazione.

(fonte: Unindustria)

martedì 25 marzo 2014

La stampa ignora la variante di valico





La notizia dello scempio che sta succedendo ai lavori ventennali della variante di valico tra Bologna e Firenze è stata ignorata da quasi tutti i giornali, tranne il Fatto Quotidiano che ne sta parlando da qualche giorno e pochi altri, principalmente giornali locali. 

Vivendo a Bologna e conoscendo bene i disagi, le lungaggini ed i soldi che si stanno spendendo per questi lavori infiniti, mi indigno vedendo che i giornali, gli stessi che prendono anche finanziamenti pubblici, ignorino l’importante notizia che si stanno gettando miliardi di euro in un’opera che sarà inutilizzabile per i continui spostamenti di terreno della zona ed oltretutto crea danni all’autostrada già esistente che, con lavori periodici di manutenzione (è risaputo che in queste zone il terreno non sta mai fermo), ha resistito per 54 anni ed è tuttora una delle tratte più percorse d’Italia. 


Questo perché chi non dà la notizia ha da anni soldoni in pubblicità dalle stesse aziende  che sono interessate ai lavori sia di Autostrade che dell’Expo 2015, un’altra opera inutile che costerà miliardi per un evento da cui molti partner stranieri sono già scappati.

(Pubblicato in parte sul Fatto Quotidiano del 27 marzo 2014)


giovedì 20 marzo 2014

E' vergognoso difendere ancora B.



E' stata confermata per Silvio Berlusconi l’interdizione dai pubblici uffici per due anni. 

Finalmente il processo Mediaset, dopo 13 anni, si è chiuso con le sentenze che dimostrano come la persona non sia degna di rappresentare il nostro paese in nessun ruolo istituzionale. Nonostante questi reati provati e tutte le altre cause in corso altri parlamentari del suo partito, ma anche gente comune, continuano a difendere l’indifendibile attaccandosi ad una giustizia politicizzata, contraria alla libertà ed alla dignità umana. Continuano a ritenerlo un grane uomo, imprenditore, liberale, ecc. 


E’ vergognosa questa solidarietà nel difendere una persona che ha commesso sicuramente almeno un reato fiscale grave che è un’offesa a tutti i cittadini onesti ed un incentivo agli evasori già in numero esagerato per un paese civile. Ovviamente i parlamentari che lo difendono sono spesso complici di questo sistema corrotto ed hanno paura che, andando contro a chi gli ha dato una poltrona e visibilità, si imparino pure i loro eventuali reati. Queste posizioni sono vergognose ma interessate, incomprensibili invece sono le difese di tanta gente comune che nulla dovrebbero volere da un pregiudicato.

martedì 18 marzo 2014

Presadiretta del 17/03/14, una puntata sul made in Italy da non perdere

Ieri sera Iacona ha fatto una delle sue bellssime puntata di Presadiretta.
La puntata dedicata al made in Italy mette in risalto come i grossi marchi, che guadagnano milioni di euro vendendo carissimi i loro prodotti,   sfruttino invece le persone nei paese sottosviluppati chiudendo le aziende storiche in Italia lasciando a piedi tanti lavoratori. E non lo fanno per problemi economici ma per l'ingordigia di guadagnare sempre di più sulle spalle dei lavoratori.

Mi hanno colpito due marchi in particolare, uno nel male (Benetton) ed uno nel bene (Cucinelli). La prima va in Bangladesh a produrre con lavoratori sottopagati e che lavorano dalle 8 alle 12 ore al giorno o anche più, la seconda ha ristrutturato un borgo in Umbria, ha 1200 dipendenti ai quali dà uno stipendio più alto del 20% rispetto al contratto ed ha diviso persino gli utili con gli operai, fa scuola per insegnare tutto ciò che serve a livello artigianale nel tessile, produce tutto con prodotti rigorosamente italiani.
Vende caro ma almeno è sicuro che è tutta qualità italiana senza sfruttamento.
Sto facendo girare su Facebook questa puntata che è assolutamente da vedere, per far capire, almeno a chi se lo può permettere, quali marchi lasciare in negozio e quali acquistare.

giovedì 13 marzo 2014

Borromeo scrive sul sesso dei giovanissimi



In seguito all'inchiesta che sta portando avanti Beatrice Borromeo sul Fatto Quotidiano, i commenti che vi sono sul web sono molto diversi e spesso dei veri e propri insulti, rivolti sia la Fatto che alla Borromeo.

Ieri Marco Travaglio ha preso posizione su questi insulti difendendo Beatrice e attaccando chi offende nell'anonimato di un nickname e minacciando querele a chi lo fa apertamente.

Vedendo  però la bella inchiesta su come vivono la sessualità i giovani si rimane piuttosto sconvolti. Ovviamente si spera che sia solo una minoranza di ragazzi a comportarsi in questo modo, ma il fatto che ragazzine minorenni giovanissime facciano sesso per pochi soldi, per un cellulare o per avere l’onore di perdere la verginità prima rispetto alle amiche è una cosa che denota poca attenzione da parte dei genitori, un’educazione troppo “libera” e senza valori. 

La stessa cosa vale anche per i ragazzini che si vedono “obbligati” a fare sesso senza forse conoscerne nemmeno il significato o che lo fanno non per la “cotta” verso una amica ma per il semplice gusto di sentirsi “maturi”. 
E le ragazze che li prendono in giro per il deludente scontato risultato,  denotano mancanza di un minimo di maturità e tanta leggerezza. La sensazione che se ne ricava è di ragazzi troppo viziati, privi di un’educazione che insegni loro i valori del rispetto verso se stessi e gli altri, di ragazzi che materialmente hanno tutto per cui gli mancano quegli stimoli a raggiungere piccoli obiettivi che li portano a crescere e costruire un serio futuro.

(Pubblicato in parte sul Fatto Quotidiano del 14/03/14)

giovedì 6 marzo 2014

Occhi chiusi sui capannoni cinesi



In un paese vicino a Bologna è bruciato un centro commerciale.
L'incendio è partito da un negozio-magazzino gestito da cinesi.
Purtroppo sono tanti i casi che portano a disastri perchè questi posti sono quasi sempre insicuri, spesso mancano le uscite di sicurezza o sono ostruite dai banchi con la merce. I capannoni non sono quasi mai a norma per non parlare dell'impianto elettrico o dei macchinari. Spesso chi gestisce questi posti ci vive anche dentro con la famiglia, con bambini o anziani. E naturalmente la "casa" viene ricavata da seminterrati o stanze senza finestre per rimanere il più possibile lontano da occhi indiscreti. Se non vi sono addirittura lavoratori in “nero”.

Ormai queste cose si sanno ma non si capisce perché in questi luoghi non vengono mai fatti gli stessi controlli che invece vengono fatti, e con molta severità, nelle aziende e nelle attività commerciali italiane. E’ per paura di imbattersi in qualcosa che è meglio tenere ben nascoto perché fa comodo a qualcuno?
 (pubblicato sul Fatto Quotidiano del 6 marzo 2014)