martedì 31 maggio 2016

Finale Emilia, il paese risorto grazie ai cittadini




Anche a Finale Emilia qualcuno ha lucrato sulla ricostruzione post-terremoto. Sono andata a vedere il paese dopo 4 anni dal disastro. Molto è stato fatto, tanti edifici sono stati ristrutturati, altri sono in via di rifacimento e alcuni sono ancora puntellati. 

Il paese ha ripreso a vivere grazie soprattutto alla volontà degli abitanti che si sono adoperati perché ciò avvenisse spesso senza attendere le istituzioni. Parlando con chi gestisce in modo volontario la parte accessibile del bel Museo Civico all’interno del Castello delle Rocche parzialmente crollato, si impara che è stata segnalata a chi di dovere la pendenza di uno dei torrioni senza ricevere risposta, si impara che molto cittadini hanno riparato o ricostruito le loro case a spese proprie, che volontari appassionati di cultura hanno raccolto le pietre della Torre dell’Orologio crollata (diventata simbolo del terremoto) e le hanno messe in un campo del paese per non farsele portare via.
Si vede la mostra di un fotografo, Giorgio Boschetti, che raccoglie foto del passato in bianco/nero o foto post-terremoto del paese e vi lavora cesellandole, fa uscire i colori sottostanti e le fa apparire tridimensionali rendendole uniche ed emozionanti. Questo è l’Italia nella sua parte migliore, volonterosa e affezionata. Molto diversa da quella politica e istituzionale dove l’indifferenza è totale, le bugie si sprecano, i soldi stanziati per i disastri vanno nelle tasche sbagliate e la corruzione galoppa. 
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lunedì 30 maggio 2016

Finale Emilia, un castello ferito e un fotografo speciale

Nel Museo Civico all’interno di ciò che è rimasto dopo il terremoto di maggio 2012 dello splendido Castello delle Rocche di Finale Emilia, vi è stata una mostra del fotografo Giorgio Boschetti, anch’esso di Finale Emilia. Una mostra che non è solo fotografica in quanto l’autore lavora sulle fotografie in bianco e nero e a colori, in modo da renderle tridimensionali, quasi reali. Per fare ciò agisce sulle fotografie stampate su carta incidendole in maniera da far uscire i colori delle quadricromie e creando così piccole profondità o rilievi che rendono le foto uniche, con effetto tridimensionale e con colori splendidi e reali. Lavorando su quelle in bianco e nero riesce a creare parti a colori con effetti straordinari sui particolari. Un lavoro minuzioso e paziente, da non sbagliare per non rovinare le fotografie in maniera irreversibile.

Non si conoscono altri artisti che abbiano trovato questa strada per fare foto così belle e uniche per l’effetto che suscitano in chi le guarda. E per rendere onore al suo lavoro la mostra, gratuita, è stata prolungata dal mese di aprile al mese di maggio 2016.
Questa mostra in particolare è stata dedicata quasi interamente a Finale Emilia con immagini antiche, moderne e post-terremoto.

                                                                                    Scrive di lui Giuliana Ghidoni:
Artista autodidatta, con sempre vive la voglia e la curiosità della ricerca e dello studio, Giorgio Boschetti, dopo anni di attività di pittore ad olio, di acquerellista e di “inventore” di tecniche innovative, riesce a stupire chi guarda le sue opere con originali esiti estetici. Sperimentatore di mezzi e strumenti, piega alla sua sensibilità artistica immagini nate dalla fotografia, intervenendo alla fine del processo di stampa incidendo la pelle della carta e svelandone l’anima neutra che, sotto il bulino di Boschetti, diventa fonte di luce, diventa esaltazione dei particolari, svelatrice di emozione, creatrice di ectoplasmi sospesi oltre la verità di ripresa. L’operazione artistica parte dal cuore dell’artista che coglie, attraverso lo sguardo, frammenti di realtà; la macchina fotografica è nelle sue mani solo un mezzo di registrazione di un’immagine vista a priori, selezionata tra le infinite possibilità dei punti di vista. Una volta eseguita la stampa, Boschetti ritrova quel particolare che lo aveva colpito e comincia la seconda fase del suo lavoro, quella di svelamento del potenziale estetico chiuso in quel taglio, incidendo la superficie della fotografia. Operazione quanto mai delicata, perché irreversibile. Con decisione o leggerezza la mano dell’artista guida il punteruolo a graffiare, puntinare, accarezzare l’epidermide dell’immagine, esaltandone punti di luce e tridimensionalità, rivelandone particolari secondari, disegnando apparizioni fantastiche e fondendole con le macchie cromatiche reali. A volte Boschetti esalta con il colore suggestioni luminose inattese, modulando verso il “caldo” o il “freddo” il risultato finale, che può passare attraverso un ulteriore passaggio tecnologico, quello dello scanner e della nuova stampa, sperimentata anche su supporti diversi da quello della carta fotografica. La ricerca non si ferma. Nel coniugare fotografia e manipolazione artigianale dell’immagine, Giorgio Boschetti ha trovato un campo infinito di possibilità espressive, superando anche l’annosa e anacronistica questione della separazione dei media artistici. Quel che il pubblico vede non è un quadro né una fotografia, ma è un’immagine portatrice di altissimo valore estetico.”

Dopo aver visto le sue fotografie ed essermi emozionata davanti a tanta bravura e delicatezza, aver guardato i particolari di quelle foto, che sono dei veri e propri quadri, con una lente di ingrandimento che l’autore mette a disposizione per lo scopo, ho pensato che sono tanti gli artisti bravi e unici che non hanno modo di mettersi in mostra a livello nazionale o internazionale per la mancanza di mezzi economici. Ma il loro lavoro è importante, soprattutto nelle realtà locali, per dare importanza ai ricordi del passato o mettere in evidenza le tante bellezze architettoniche ancora intatte o rovinate dal tempo e dall'incuria, facendole rivivere in maniera unica e particolare.
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Un pensiero va rivolto anche al Castello del XV secolo ferito in maniera pesante dal forte terremoto che ha colpito l'Emilia nel maggio 2012. Il castello è incredibilmente quasi intatto nella parte frontale rivolta verso la piazza in cui si trova ma crollato interamente nella parte posteriore.
Sembra aver voluto mantenere la sua dignità per chi lo guarda dal centro nascondendo il crollo della parte posteriore. Il castello è accessibile solo al piano terra, dove vi è il bel Museo Civico, non è più possibile salire al piano superiore e nella parte sotterranea.



Chi gestisce il Castello e il Museo (in maniera volontaria e gratuita, solo per amore verso di esso, come spesso succede in un paese non attento alla cultura) ha segnalato a chi di dovere una pendenza di una dei torrioni ancora in piedi ristrutturato e messo in sicurezza due anni prima del terremoto. Segnalazione ignorata. Bisogna aspettare che crolli?







giovedì 26 maggio 2016

Lungarno: ulteriore segnale di incuria



Quello che è successo in pieno centro a Firenze con lo sprofondamento di 200 metri del Lungarno vicino al magnifico e unico Ponte Vecchio è un ulteriore segnale dell’incuria in cui versa il nostro paese per la mancanza di controlli e manutenzione periodica su tutto ciò che può mettere in pericolo persone e causare danni ingenti ben più costosi della manutenzione stessa. E va sottolineato anche che spesso, dove la manutenzione viene fatta, è frutto di scelte sbagliate nell’affidare gli appalti ad aziende senza scrupoli, che usano materiali scadenti, con personale non preparato e quindi inefficiente. Tutto questo ovviamente per risparmiare o accontentare qualche “amico” imprenditore. 

Per fortuna in questo caso non si è fatto male nessuno ma gli ingenti danni vanno a scapito dei cittadini che hanno visto la loro auto distrutta o danneggiata e che dovranno lottare per avere il risarcimento che gli spetta. Purtroppo in questo paese anche la giustizia è spesso un optional e le responsabilità in questi casi viene rimpallata tra assicurazioni, comuni e ditte private allungando i tempi per pagare il dovuto.
(Pubblicato sul Fatto Q.del 27 maggio 2016)

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martedì 24 maggio 2016

Renzi cambia la Costituzione in maniera subdola



E’ cominciata la “battaglia” per il referendum di ottobre sulla riforma costituzionale. Come è naturale vi sono i sostenitori del sì e quelli del no, ognuno con le proprie motivazioni. Ma è estremamente scorretto che a promuovere il sì vi sia il premier Matteo Renzi che ne fa un fatto personale per la sopravvivenza del governo in carica, paventando una ipotetica rovina del paese e futuri inciuci se la riforma venisse bocciata. 


A parte che risulta poco credibile che lui vada veramente a casa in caso di vincita del no, parla come se gli inciuci non ci fossero sempre stati negli ultimi anni, compreso ora tra gli esponenti del suo governo e come se il paese avesse, sotto la sua guida, riacquistato chissà quale ricchezza. 
Per decidere su quale fronte stare basterebbe pensare ai personaggi non certo limpidi che hanno voluto e scritto questa riforma e come gli  articoli che formerebbero la nuova costituzione siano stati, oltre che moltiplicati, scritti in maniera poco chiara e complicando notevolmente ciò che i padri costituenti avevano scritto con semplicità e chiarezza. 
Per farsi un’idea basta leggere o sentire quello che dicono in merito i più bravi costituzionalisti o il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio che sicuramente ha avuto modo di leggere, approfondire e, soprattutto, capire ciò che si prospetta. Informarsi adeguatamente è l’unica strada per fermare questa ulteriore deriva del nostro paese verso una sempre meno velata dittatura.
(Pubblicato sul Fatto Q. del 28 maggio 2016)
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giovedì 19 maggio 2016

Il M5S non cada nel tranello delle contraddizioni



Spero che il Movimento 5 Stelle trovi un modo di superare le contraddizioni al suo interno per non continuare a dare l’impressione di non sapere gestire i propri eletti e  i propri candidati. Cosa che porta molti ad avere poca fiducia nella possibilità che possano poi governare grandi città come Roma o l’intero paese. Inoltre, in vista delle comunali, queste discussioni e queste indagini, enfatizzate dall’informazione quasi tutta contro il M5S, non li porta certo guadagnare voti. 

L’incongruenza tra il diverso comportamento con il sindaco di Parma Federico Pizzatorri e il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, attaccando duramente il primo e difendendo il secondo nonostante entrambi siano indagati, non fa bene alla credibilità del Movimento. Alla morte di Gianroberto Casaleggio il M5S aveva chiarito la posizione del figlio Davide dicendo che si sarebbe occupato solo della parte informatica e invece, pochi giorni dopo, proprio da Davide Casaleggio viene “l’ordine” di espulsione per Pizzarotti dimostrando esattamente il contrario. 

E’ chiaro che il Movimento, diventando sempre più grande ed entrando in posizioni politiche di rilievo,  ha bisogno di trovare un’unione e di prendere decisioni importanti per la propria gestione onde evitare che lo stesso si infili in una spirale di contraddizioni che lo porterebbe solo a rovinarsi con le sue stesse mani.
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venerdì 13 maggio 2016

Il M5S e l'informazione governativa



Dopo il caso del Sindaco di Quarto Rosa Capuozzo che si era chiuso con le sue dimissioni e dove lei non ha fatto certo una bella figura, ora nuovamente quotidiani e telegiornali si sono scatenati per le indagini in corso sul Sindaco di Livorno Filippo Nogarin per abuso d’ufficio e falso in bilancio e sul Sindaco di Parma Federico Pizzarotti per abuso d’ufficio, entrambi del Movimento 5 Stelle. 

La prima impressione che ne trae chi non vive più di illusioni è che la politica non salva nessuno; chi arriva in posizioni decisionali, prima o poi, cade in qualche “tranello” comodo per ricavarne qualcosa, sia un posto di lavoro per qualche amico o soldi facili.
Ovviamente si vedrà a cosa porteranno queste indagini ma sicuramente l’informazione di parte (quella del governo in carica) enfatizza in maniera faziosa questi casi per mettere in evidenza le problematiche all’interno del M5S e, nello stesso tempo, minimizza o nasconde totalmente i casi di tanti indagati e condannati che all'interno del Pd quasi ogni giorno vengono alla luce e di solito restano tutti al loro posto senza nessuna vergogna, protetti spesso dal premier stesso.
L’informazione non dovrebbe mai essere di parte ma purtroppo se siamo al 77° posto nel mondo per libertà di informazione un motivo ci sarà.
(Pubblicato sul Fatto Q. del 14/05/16)
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mercoledì 4 maggio 2016

Dati Istat poco veritieri, il costo della vita cresce



Quando si vedono le periodiche statistiche dell’Istat sull’andamento dei prezzi al consumo si rimane regolarmente molto perplessi ed è difficile credere che questi dati siano corretti e, soprattutto, presi da beni di importanza vitale o comunque necessari. I dati continuano a dare una deflazione dei prezzi ma nella realtà i beni primari aumentano con una frequenza abbastanza allarmante. 

Un esempio è l’aumento dell’energia elettrica che colpisce in modo assurdo chi ne consuma meno con il nuovo calcolo deciso dall’Autorità dell’energia Elettrica da gennaio. Ma anche tanti altri beni primari aumentano, anche i carburanti hanno ripreso la tendenza al rialzo e da questi dipendono spesso i rincari per il resto, cosa che non succede mai quando scendono. Forse i beni tecnologici o non indispensabili calano lievemente, ma sicuramente ogni giorno la vita è sempre più cara e, per chi non è benestante, sempre più difficile.
(Pubblicato sul Fatto Q. dl 5 maggio 2016)

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