martedì 24 luglio 2018

Ricordiamo che la battigia deve essere libera a tutti

Gli stabilimenti balneari dovrebbero consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia, anche per la balneazione. Ma gestori furbetti costringono i bagnanti che vogliono raggiungere la riva, o semplicemente transitare, a pagare un biglietto per l’ingresso. Si tratta di un vero e proprio abuso che non tiene conto del fatto che la spiaggia è un bene pubblico, appartiene al demanio anche se è data in concessione agli stabilimenti balneari. Impedirne l’accesso o chiedere un pagamento è quindi una violazione di legge.

“Ogni anno è sempre la stessa storia”, dice Mauro Antonelli, dell’Unione nazionale consumatori ed esperto del settore. “Se si usufruisce dei servizi – spiega – messi a disposizioni del lido, come per esempio ombrellone, sdraio, docce e cabina, è normale e corretto che il gestore pretenda il pagamento. Ma chi vuole semplicemente raggiungere il mare per fare un bagno passando dallo stabilimento balneare non deve pagare alcun ticket d’ingresso”. Non mancano, però, avverte, “gestori che continuano a fare orecchie da mercante e impediscono l’ingresso a chi vuole anche solo arrivare alla battigia, per quanto l’ingresso deve essere sempre libero e gratuito: a stabilirlo è la legge”.


Per fare un bagno non si deve pagare nulla: cosa dice la legge

Ebbene, cosa stabilisce la legge nello specifico? “Oltre all’articolo 11 della legge numero 217 del 2011, che prevede ‘il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione’, la legge numero 296 del 2006 – fa notare Mauro Antonelli – stabilisce ‘l’obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione’. Per battigia si intende la striscia di sabbia su cui l’onda va a infrangersi. Insomma, l’accesso al mare è libero e per fare un bagno non si deve pagare nulla”. Se, quindi, “non fanno passare attraverso lo stabilimento balneare per raggiungere il mare e fare il bagno o tentano di far pagare, si possono chiamare direttamente i vigili – assicura – e chiedergli di intervenire sul posto, così che possano redigere un verbale”.

“Diverso è il discorso – puntualizza Antonelli – per ombrelloni o sdraio. La legge garantisce l’accesso e il transito gratuito per il raggiungimento della battigia, ma è meno chiara su quello che accade se mi fermo sulla battigia o a pochi metri di distanza. Infatti, garantisce un generico diritto alla fruizione della battigia non solo ai fini della balneazione (si dice ‘anche’), ma non chiarisce esattamente cosa si intenda per fruizione, se passeggiare, fermarsi o giocare a palla”. “Resta il fatto – prosegue Antonelli dell’Unione nazionale consumatori – che i titolari degli stabilimenti devono fare in modo di non impedire agli altri bagnanti l’accesso al mare e il transito per il raggiungimento della battigia. Se, però, possiamo sicuramente affermare che un ombrellone o una sedia sdraio sono certamente ingombranti e ostacolano il transito, diventa più difficile comprendere perché lo sia anche un asciugamano, magari debitamente piegato o dei vestiti ammucchiati”.

La materia è regolata anche da Regioni e Comuni. “La legge numero 296 del 27 dicembre 2006, all’articolo 1 comma 254 – sottolinea l’esperto dell’Unc – prevede che siano le Regioni a dover ‘individuare un corretto equilibrio tra le aree concesse a soggetti privati e gli arenili liberamente fruibili’ e a ‘individuare le modalità e la collocazione dei varchi necessari al fine di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione’.

Ci sono poi le ordinanze dei Comuni. Molte di esse prevedono il divieto di occupare con ombrelloni, sdraio o anche semplici teli mare, la fascia di 5 metri dalla battigia e il divieto di permanenza in tale spazio, poiché deve rimanere a disposizione per i mezzi di soccorso. In questo caso, comunque, il divieto vale per tutti, anche per i gestori dello stabilimento, e permane anche se si paga l’ingresso.

giovedì 19 luglio 2018

Conte si dimostra persona seria


Nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il premierGiuseppe Conte ha dimostrato serietà, equilibrio e chiarezza.

Ha fatto capire che è dalla parte dei cittadini, vuole fare il bene dell’Italia e che non esistono tante di quelle diatribe con i suoi ministri che i giornali vogliono a tutti i costi vedere e esagerano o si inventano.  
Ha riconosciuto che Salvini non è il mostro che la sinistra, i giornali e parecchi personaggi “famosi” vogliono vedere in lui e che i rapporti del premier sono buoni sia con lui che con Di Maio. Ha ribadito che l’Italia deve avere voce in Europa e che tante cose devono cambiare, soprattutto sull’immigrazione.
Dall’intervista si ha l’idea di un’ottima persona che ricopre con merito  il suo ruolo e che, anche se non “urla”, lavora per cercare di migliorare le cose in questo paese alla deriva dopo tanti anni di sfacelo da parte di altri governi, oltretutto non eletti.
Persona molto diversa da Matteo Renzi, che sparava parole infondate tutti i giorni, dà l’idea di un cambiamento e ispira fiducia. Farebbe bene a farsi sentire un po’ più spesso per zittire tutti quelli che lo vogliono un “fantasma” succube di Salvinie  e Di Maio e che vogliono a tutti i costi la fine di questo governo appena nato e che deve avere il tempo di operare.

(MS)

martedì 17 luglio 2018

Lavoro, se non c'è anche il Decreto Dignità serve a poco


Di Maio ha voluto il Decreto Dignità per diminuire il lavoro precario. Ben venga qualcosa che limita la possibilità di sfruttamento delle aziende, ma purtroppo, se il lavoro non c’è, queste manovre servono a poco.

Come sono serviti a ben poco i costosi incentivi voluti da Renzi per assumerne a tempo indeterminato. Al lato pratico le aziende, se non hanno la sicurezza del lavoro nel tempo, invece di rinnovare il contratto ai precari, ne prenderanno di nuovi.

Oppure si rivolgeranno ad aziende interinali per fare esattamente lo stesso “giochino”. E chi usava i voucher, piuttosto che “legarsi” a contratti, prenderà personale “in nero”, magari extracomunitario a cui ben poco interessa versare contributi e che si adatta a paghe misere.

E’ giustissimo che il governo cerchi di ridurre lo sfruttamento, ma qualsiasi strada sceglierà si scontrerà con la realtà della mancanza di lavoro per le aziende serie e con chi trova sempre e comunque manodopera a basso costo perchè non si fa nessun scrupolo.
L’unica strada per far crescere l’occupazione è cercare di far prosperare il paese perché ritrovi il bisogno di lavoro, mettere in risalto le nostre eccellenze e le nostre risorse (soprattutto culturali e paesaggistiche di cui siamo ricchi), ridurre la burocrazia, non penalizzare le aziende serie ma controllare e punire le “furbe”. Non esistono scorciatoie per creare lavoro, solo ritrovare la produttività ridurrà il precariato.
(MS)

sabato 14 luglio 2018

Taglio ai vitalizi, quando si vuole si può fare


Finalmente il taglio ai vitalizi, almeno per la Camera, è una realtà. Ora bisognerà attendere lo scoglio del Senato con la Presidente Casellati che rema contro. Comunque questa approvazione dimostra che, se al governo vi sono persone volonterose che le cose le vogliono fare, si fanno e anche in tempi relativamente brevi. Purtroppo i vitalizi sono solo stati ridotti e non tolti però un primo passo è stato fatto. 

Un piccolo risparmio a livello economico ma che rende un minimo di apparente giustizia ai cittadini stanchi di tutti i privilegi di cui tuttora gode la “casta”. Ora arriveranno sicuramente i ricorsi degli irrinunciabili senza vergogna, si spera che la Corte Costituzionale, come spesso succede, non metta i suoi paletti. Quelli che non mette mai quando vengono tolti diritti (e non privilegi) ai cittadini.
(MS)

giovedì 12 luglio 2018

Morti sul lavoro, dove sono le magliette rosse?


Solo nella giornata di mercoledì 11 luglio, vi sono stati altri due morti sul lavoro, operai precari con contratti penosi. 
 
Luca avio di 37 anni, lascia una moglie e un figlio grazie a un contratto di 6 giorni che lo ha fatto finire sotto un masso.
L'altro, un uomo di 44 anni, è volato da 3 metri.
Pare che da inizio anno siano già quasi 400 le morti “bianche”.
Dove sono tutti quegli ipocriti che indossano la maglietta rossa per gli immigrati ma se ne fregano dei morti nel loro paese?
(MS)

mercoledì 11 luglio 2018

Scorte utili e inutili pagate dai cittadini


Nelle ultime settimane si è parlato molto di scorte perché è stata revocata ad Antonio Ingroia che, forse, è uno dei pochi ad averne ancora bisogno tra tutti quelli che ne usufruiscono.
Al di là del fatto che la scorta protegge lo scortato da un’eventuale “pazzo” di strada ma serve ben poco  se veramente la malavita lo vuole uccidere (esempi lampanti sono i casi di Falcone e Borsellino uccisi nonostante la scorta), non si capisce perché politici non più in carica o con cariche minori, come nei casi di Maurizio Gasparri, Maria Elena Boschi, Massimo D’Alema, debbano ancora avere la scorta pagata con i soldi dei cittadini.


E questo vale anche per i giornalisti. Perché Vittorio Feltri, Maurizio Belpietro, Bruno Vespa debbono avere una scorta dallo Stato? O anche “personalità” come Roberto Saviano, che ormai non si occupa più di mafia ma di politica, debbono continuare a essere protetti a spese dei cittadini?
Tutti questi personaggi, se hanno paura di qualcosa, hanno i mezzi per pagarsi una protezione con i propri soldi. Lo Stato dovrebbe proteggere solo chi ritiene ne abbia veramente bisogno perché copre cariche importanti istituzionali o perché magistrati che si occupano di mafia e malaffare in ambienti pericolosi e quindi lavorano per lo Stato.  Gli altri possono fare da sé.
(MS)

mercoledì 4 luglio 2018

Boeri parla delle entrate degli immigrati, ma le uscite??


Boeri continua a sostenere che senza gli immigrati il nostro sistema non reggerebbe.
 
Sarebbe bello però che Boeri considerasse oltre alle (poche) entrate dei contribuenti stranieri, anche le (molte) uscite che l’immigrazione comporta in termini di soccorso (35 euro al giorno di contributi non li versa nemmeno un dirigente), di sanità (tutta gratuità per chi non ha reddito), di giustizia (tutte le richieste d’asilo, i ricorsi, i reati, ecc.), di sicurezza (polizia che deve intervenire anche solo per le tante risse tra di loro), di scuola (diritto allo studio) e diritti vari (bonus bebè esteso pure a chi non ha permesso di soggiorno, ricongiungimenti familiari, alloggio, ecc. ).


Senza contare i disagi che i cittadini che devono sopportare e che evidentemente per Boeri sono gratuiti, il suo dire è poco credibile e fa solo il solito sermone politicamente corretto adottato da tutta la sinistra, dalle elite e da gran parte dell’"informazione” di cui gli italiani hanno le tasche piene perché vedono la realtà e non ci cascano più.
Invece di sostituire gli italiani con gli immigrati, cerchino di mettere in condizione dgli italiani di lavorare in modod dignitoso e fare figli!
(Pubblicato su La verità del 5 luglio 2018)

(MS)