Finalmente abbiamo i presidenti di Camera e Senato che
rappresentano, che piaccia o no (come nel caso della Casellati su cui molti
nutrono dubbi di essere troppo vicina a Silvio Berlusconi), il volere degli
italiani espresso chiaramente alle elezioni del 4 marzo con quasi il 38% al
Centrodestra e il 33% al M5S.
Il Partito
Democratico è rimasto, come giusto, fuori dai giochi. Anche in questo gli
elettori si sono espressi chiaramente e,
nonostante qualcuno sperasse in un accordo con il M5S (soprattutto chi vede
Salvini come il fumo negli occhi, contraddicendosi spesso con quanto detto
prima contro Renzi), fortunatamente il Pd è stato escluso dalle 2 poltrone.
Il
Pd, con Matteo Renzi, ha fatto pessime scelte quando è stato al governo facendo
leggi inutili e costose sul lavoro, favorendo un’immigrazione incontrollata che
arricchisce solo ong e cooperative ma crea danni ai cittadini, tagliando sempre
più i fondi alla Sanità e perdendo tempo nell’ostinazione di voler cambiare la Costituzione togliendo
democrazia al paese (cosa stroncata al referendum).
Questo ha fatto sì che il
Pd abbia perso ogni credibilità e ha fatto in modo che i cittadini, stanchi di
tutto ciò e venendo da 4 governi non eletti, abbiano dato un segnale chiaro di
volere un cambiamento radicale.
Questo cambiamento è cominciato (anche se con qualche "compromesso" che, per ora, va accettato), speriamo
continui con la scelta del Presidente del Consiglio.
(Pubblicato sul Fatto Q. del 27 marzo 2018)
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