Nell’editoriale sul Fatto Quotidiano di oggi, Marco Travaglio
fa notare come il Partito Democratico sia riuscito nell’intento di superare
Forza Italia (il che è tutto dire…) nella presenza di indagati e imputati nelle proprie liste elettorali.
Scrive
Travaglio:
“Ieri facevo i conti degli inquisiti nelle liste e ho
scoperto un fatto davvero avvincente: il Pd ha superato Forza Italia. Se c’era
una certezza, fino alle scorse elezioni del 2013, era che il Pd, per quanti
sforzi facesse, non sarebbe mai riuscito a eguagliare le quote marron dei
berluscones. Renzi ce l’ha fatta: nelle liste del Pd troneggiano 27 fra
indagati e imputati (senza contare i 3 nelle liste alleate: 2 in Civica Popolare della
Lorenzin e 1 in
Insieme), mentre in quella di FI sono appena 22 (ampiamente rimpinguati dai 6
della Lega, dai 6 di FdI e dagli 8 di Noi con l’Italia).
Poi ci sono LeU a
quota 3 e i 5Stelle a quota zero.
Lo storico sorpasso è tutto merito di Matteo
Renzi, che ha nominato tutti i candidati, senza neppure l’alibi delle primarie (“ce
lo chiedono gli elettori”).
Ora, uno che riesce a candidare più inquisiti del
primatista mondiale B., tutto dovrebbe fare fuorché parlare di impresentabili
altrui.”
Il leader del Pd Matteo Renzi che tanto si scandalizza in questi giorni per i mancati rimborsi di alcuni membri del M5S, cosa piuttosto antipatica che si spera non si ripeta, ha nelle sue liste nomi impresentabili che non avrebbe nemmeno dovuto prendere in considerazione.
Ma evidentemente
questo ben poco interessa a un partito che ultimamente pare abbia fatto la sua
bandiera nel far precipitare la sinistra in un baratro senza fondo.
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