Buongiorno
Sig.Pirani,
le
scrivo a proposito della sua accusa di vilipendio al Fatto Quotidiano ed in
particolare al Sig. Marco Travaglio.
Ritengo
che lei dovrebbe andare a vedere sul vocabolario cosa significa “vilipendio”
perché mi pare che ritenere tale la critica, dura ma innocente, di Travaglio sullo
scontato discorso del Capo dello Stato sia veramente fuori luogo ed un’accusa
da parte sua molto grave. Personalmente non guardo mai il discorso di fine
anno, lo trovo tempo perso. Tutti gli anni ci vengono propinati 20 minuti di
ipocrisie, vengono sbandierati risultati mai raggiunti, false promesse e
parecchie frasi demagogiche inutili. Questo Capo dello Stato, l’unico giunto al
suo ottavo discorso, fa pure la finta paternale ad un governo che ha fortemente
voluto lui accettando di fare le larghe intese che stanno affondando
ulteriormente il paese e non giungono a nessun risultato utile per la ripresa. Un governo di
persone che sono brave solo a cercare di trovare tutte le strade costituzionali
o meno, per non perdere la propria troppo pagata poltrona.
Se
vuole chiamare qualcosa vilipendio lei
dovrebbe leggersi l’articolo di Travaglio di domenica 12 gennaio (ma sono
sicura che l’ha fatto, se non altro per trovare qualche altra stupidaggine da
scrivere e perché l’invidia è una brutta
cosa) sui vergognosi dialoghi dei faccendieri che lucrano sul terremoto
dell’Aquila. Quello riterrei vilipendio:
vilipendio verso i morti, verso i loro cari, vilipendio verso i feriti, contro chi ha
perso tutto. Non so se Repubblica abbia avuto il coraggio di denunciare questi
fatti, ma lei forse imparerebbe cosa
vuol dire fare del serio giornalismo.
Oltretutto, come
vicedirettore di un giornale importante, trovo la sua mossa pure
controproducente perché sono tante le persone che leggono sia Il Fatto che
Repubblica e muovere un’accusa così pesante nei confronti di un “concorrente”
può solo portare alcuni lettori a scegliere solo il primo.
Ritengo
di avere perso pure troppo tempo nello scriverle, concludo dicendo che sono
orgogliosa di leggere ogni giorno Il Fatto Quotidiano, di dargli il mio piccolo
sostegno, sono orgogliosa di aver stretto la mano a persone straordinarie come
Antonio Padellaro e Marco Travaglio. Ma sono orgogliosa pure di non leggere
Repubblica, anche se penso che non tutti i giornalisti che vi scrivono siano al
suo livello.
Saluti.
(Pubblicata, in parte, sul Fatto Quotidiano del 19 gennaio 2014)
(Pubblicata, in parte, sul Fatto Quotidiano del 19 gennaio 2014)
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