Lo dice la legge: dal 5 aprile le fatture non possono più essere ogni 28 giorni, ma devono essere mensili. Ma gli operatori stanno rispettando la legge? Ad una prima analisi sembrerebbe di sì. Nel frattempo continuiamo a raccogliere le richieste di rimborso dei consumatori: sostienici per avere indietro quanto pagato ingiustamente.
Dal 5 aprile la fatturazione torna mensile. Tornerai quindi a pagare 12 mensilità all'anno, senza l'obolo della tredicesima mensilità che le compagnie si erano inventate portando la fatturazione ogni 28 giorni anziché
ogni mese. Ci siamo chiesti se fosse davvero così e, per ora, abbiamo
visto che tutti gli operatori stanno rispettando la legge. E se anche
tu, fino a due giorni fa, avevi la bolletta ogni 28 giorni, verifica che il tuo operatore abbia adeguato periodicità.
Il provvedimento dell'Antitrust arriva proprio a stretto giro dal nostro esposto e segue gli accertamenti (nelle sedi dei vari operatori) da parte della Guardia di Finanza, impegnata nelle scorse settimane ad accertare proprio l'esistenza di possibili accordi tra gli operatori di telefonia fissa e mobile sulla fatturazione delle bollette e sugli aumenti.
onsumatori ricevano indietro quanto versato indebitamente. Si tratta di un problema che riguarda milioni di consumatori: fino a
Link di Altroconsumo per chiedere il rimborso
Data la situazione attuale, è probabile che tutti i consumatori che hanno subito una rimodulazione a 28 giorni abbiano diritto a un rimborso di quanto pagato in più rispetto alla tariffazione basata sul mese solare.
Dal 5 aprile 2018 gli operatori si sono dovuti adeguare alla nuova normativa, tornando alla fatturazione a cadenza mensile: è quanto stabilito dalla Legge. In risposta, alcuni operatori stanno comunicando ai loro clienti il ritorno alla fatturazione mensile lasciando però invariato il costo annuale: sparisce il tredicesimo canone (dovuto al conteggio sulla base dei 28 giorni) e i relativi costi vengono di fatto spalmati sugli altri 12. Il problema è che non fanno altrettanto con il traffico disponibile (i minuti o i giga inclusi nel piano), determinando così un aumento del costo totale. Un modo per assicurarsi comunque gli introiti incassati con il passaggio alla fatturazione a 4 settimane. Tra gli operatori che stanno facendo questo giochino ci sono Tim, Vodafone e Fastweb, tre dei quattro leader di mercato che, così facendo, soffocano la possibilità di scelta e risparmio per gli utenti. Per questo abbiamo segnalato le loro intese anticoncorrenziali all'Antitrust. Dalle nostre analisi, al momento l'unico operatore ad aver mantenuto il costo periodico invariato ci risulta essere PosteMobile.
Aumenti: operatori d'accordo?
L'Antitrust, nel suo ultimo provvedimento, sostiene di avere prove sufficienti per confermare che gli operatori si siano accordati per rincarare tutti insieme le proprie tariffe dell'8,6%. Un rincaro che le compagnie telefoniche hanno attribuito alla recente norma che le obbliga a tornare a proporre offerte con fatturazione mensile. In realtà la norma non giustifica nessun aumento che, secondo il Garante per la Concorrenza e il Mercato, sarebbe stato deliberatamente studiato a tavolino con un accordo tra tutti gli operatori coinvolti. Per questo motivo, nel provvedimento, il Garante ha anche chiesto l'immediata sospensione degli aumenti.Il provvedimento dell'Antitrust arriva proprio a stretto giro dal nostro esposto e segue gli accertamenti (nelle sedi dei vari operatori) da parte della Guardia di Finanza, impegnata nelle scorse settimane ad accertare proprio l'esistenza di possibili accordi tra gli operatori di telefonia fissa e mobile sulla fatturazione delle bollette e sugli aumenti.
Chiediamo il rimborso
Noi non ci fermiamo: continuiamo a chiedere che tutti i c12 milioni di utenti di linea fissa e 60 milioni di utenti di telefonia mobile, infatti, con le fatture a 28 giorni hanno pagato un mese in più all'anno. 13 miliardi di euro il valore di mercato in gioco. Ci stiamo battendo per chiedere agli operatori di restituire ai consumatori i soldi sottratti ingiustamente: un rimborso di ben 1 milione di euro che potrebbe tornare nelle tasche dei consumatori e darebbe un chiaro segnale alle compagnie telefoniche che da oltre un anno esercitano il loro potere modificando a piacimento le offerte commerciali senza tenere conto degli utenti. Per questo è importante anche il tuo sostegno. Iscriviti anche tu per far parte di questa battaglia ed essere informato sugli sviluppi di questa azione.onsumatori ricevano indietro quanto versato indebitamente. Si tratta di un problema che riguarda milioni di consumatori: fino a
Link di Altroconsumo per chiedere il rimborso
Le bollette a 28 giorni sono illegittime
A febbraio il Tar ha respinto il ricorso presentato dall'Asstel e da Tim, Vodafone, WindTre, Fastweb ed Eolo contro l'ormai nota delibera 121 di Agcom, quella che ha stabilito la fatturazione mensile come unica possibilità per i gestori. Un tassello che, dichiarando di fatto illegittime le bollette conteggiate su 28 giorni, va ad aggiungersi alla vicenda che da mesi tenta di ristabilire l'ordine nel mercato della telefonia. Lo stesso Tar ha però sospeso i rimborsi automatici a partire dal 23 giugno 2017 e che avrebbero dovuto restituire ai consumatori quanto pagato in più, proprio a causa delle bollette calcolate su 4 settimane.Data la situazione attuale, è probabile che tutti i consumatori che hanno subito una rimodulazione a 28 giorni abbiano diritto a un rimborso di quanto pagato in più rispetto alla tariffazione basata sul mese solare.
Dal 5 aprile 2018 gli operatori si sono dovuti adeguare alla nuova normativa, tornando alla fatturazione a cadenza mensile: è quanto stabilito dalla Legge. In risposta, alcuni operatori stanno comunicando ai loro clienti il ritorno alla fatturazione mensile lasciando però invariato il costo annuale: sparisce il tredicesimo canone (dovuto al conteggio sulla base dei 28 giorni) e i relativi costi vengono di fatto spalmati sugli altri 12. Il problema è che non fanno altrettanto con il traffico disponibile (i minuti o i giga inclusi nel piano), determinando così un aumento del costo totale. Un modo per assicurarsi comunque gli introiti incassati con il passaggio alla fatturazione a 4 settimane. Tra gli operatori che stanno facendo questo giochino ci sono Tim, Vodafone e Fastweb, tre dei quattro leader di mercato che, così facendo, soffocano la possibilità di scelta e risparmio per gli utenti. Per questo abbiamo segnalato le loro intese anticoncorrenziali all'Antitrust. Dalle nostre analisi, al momento l'unico operatore ad aver mantenuto il costo periodico invariato ci risulta essere PosteMobile.
Certo però che tempestività....le tariffe a 28gg sono state "tollerate" per due anni e piu
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