martedì 26 giugno 2018

Per non alzare il prezzo, abbassano la quantità di prodotto

Andando a fare la spesa molti si saranno accorti che le confezioni, i barattoli, ecc., che conosciamo bene, hanno qualcosa di diverso. A me è capitato, ad esempio, con una bottiglia di bibita famosa da 500 ml. Non mi sembrava più quella di prima e infatti... è calata di 50 ml (cioè ora è 450 ml) allo stesso prezzo della precedente.
Le ditte hanno deciso che, per non alzare i prezzi, ci "fregano" rimpicciolendo le confezioni, mettendo meno prodotti, meno pezzi, ecc.
 
La nuova ‘moda’: mantenere il prezzo del prodotto uguale ma modificare, in termini di quantità, le dimensioni delle confezioni o l’utilizzo delle materie più care.


Un fenomeno che ha preso piede anche in Italia, già tarata nelle rilevazioni come sottolineato dai colleghi de La Stampa: è stato inoltre rilevato che il processo ha origini più antiche del previsto, dal 2012 sono stati circa 1.400 i prodotti che hanno cambiato la propria confezione e di conseguenza perso contenuto. E addirittura in alcuni casi il prezzo è aumentato. Quali sono le possibili contromisure da mettere in atto? Ovviamente fare attenzione ai rincari nascosti, anche se non è sempre facile, e se possibile controllare eventuali avvisi sulle modifiche di quantità di prodotto da consumare.

STESSO PREZZO, MENO PRODOTTO

Il prezzo resta uguale, ma c’è meno prodotto nella confezione. E così, sottobanco, arriva un rincaro che si fa sentire a lungo andare sulle tasche dei consumatori, che magari non realizzano subito di aver pagato di più. La Stampa, nel descrivere il fenomeno, fa anche degli esempi.
Nel pacchetto di fazzoletti di carta ne vengono messi 9 anziché 10, le lattine diventano da 25 cl anziché da 33, il pacco di riso non pesa più 1 kg, ma 850 grammi.


E ci sono anche casi in cui vengono modificati gli ingredienti, così da limitare quelli più costosi. Per esempio, nelle merendine può essere ridotto il cacao e aumentato lo zucchero. Le strategie adottate sarebbero varie e passerebbero persino dalla diminuzione degli strappi della carta igienica. Diventa più difficile, ma non impossibile, per i consumatori evitare questi rincari nascosti.
 
In alcune aree di servizio autostradali, dove delle bottigliette di una nota bibita presto cambieranno formato, passando da 50  a 45 cl. è stato messo anche un volantino vicino al frigorifero per avvisare di questo cambiamento. Che non avrà però impatti sul prezzo di vendita.
Secondo quanto riporta La Stampa, il fenomeno ha già un nome: shrinkflation, che mette insieme i concetti di “concentrazione” e “inflazione”. Di fatto, dopo il referendum sulla Brexit, per cercare di non perdere i margini dopo la svalutazione della sterlina, i produttori per non toccare i prezzi hanno diminuito le quantità di prodotto. Nell’esempio della bottiglietta sopra citata, è facile vedere che il rincaro occulto è superiore al 10%. Eppure il consumatore difficilmente lo percepirà come tale.
 Naturalmente in Italia non potevamo farci mancare tale ennesima presa in giro, dopo le aziende telefoniche ora pure quelle del supermercato fanno le furbe.
E' bene quindi fare attenzione alle quantità che vengono sempre riportate sulle etichette. Senza dimenticare che spesso nei supermercati i cartellini indicano il prezzo al kg o al litro di un prodotto, di modo che sia più facile capire se il suo prezzo sia aumentato o meno.


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