martedì 29 marzo 2016

Caso Regeni: i vergognosi depistaggi egiziani



E’ veramente vergognoso come l’Egitto sta trattando il caso di Giulio Regeni. Le continue inventive per depistare un’indagine già di per se difficile perché coinvolge due paesi molto diversi tra loro, sono imbarazzanti. L’ultima “scoperta” con cui hanno provato di insabbiare definitivamente l’omicidio avrebbe del ridicolo se non fosse drammatica. Regeni sarebbe stato sequestrato da una banda di criminali rimasti tutti uccisi in una sparatoria. Un modo palese per chiudere il caso, tutti morti e tanti saluti. Il tentativo però pare non sia riuscito e le indagini ora continuano. 


Ma quanto sono affidabili e credibili? Dopo i continui depistaggi è palese che è successo un fatto grave che coinvolge elementi della pubblica sicurezza egiziana ed è chiaro che Regeni è stato ucciso perché ritenuto pericoloso per il regime di Al-Sisi, avrebbe potuto divulgare alla stampa estera notizie sgradevoli per il governo egiziano. L’Italia da parte sua ora insiste giustamente per avere la verità, almeno fino a che l’attenzione della stampa e delle televisioni non si spegnerà sul caso. Dopo si spera che, per non rovinare rapporti “diplomatici” (cioè di interesse) per i due paesi, l’Italia non si accontenti di una verità, qualunque essa sia.
(Pubblicato sul Fatto Q. del 30 marzo 2016)
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