venerdì 26 settembre 2014

Pierluigi Battista visto da Marco Travaglio

 Un simpatico articolo di Marco Travaglio sul "collega giornalista" Piergluigi Battista


PALAZZO PIGI-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-24 settembre 2014

Ora che s’è scoperto che la Corte europea dei diritti dell’uomo non ha mai dichiarato ammissibile uno dei ricorsi presentati da B. contro la sua condanna definitiva al processo Mediaset, il pensiero corre affettuoso e solidale a Pierluigi Battista. Stiamo parlando, l’avrete capito, del tuttologo del nulla che pontifica sul Corriere e nei talk show su tutto lo scibile umano, dalla politica alla giustizia, dagli interni agli esteri, dalla cronaca nera alla botanica, con la medesima enciclopedica incompetenza. Venerdì scorso, non appena l’on. avv. Niccolò Ghedini ha comunicato che “la Cedu esaminerà il ricorso sulla violazione del giusto processo”, Battista non s’è limitato, come ha fatto il quotidiano che pietosamente ospita i suoi scritti, a registrare la versione del legale di B. No, è subito partito in tromba, senza por tempo in mezzo. Non, ci mancherebbe, a chiamare qualcuno e verificare la notizia.

Ma a prenderla per buona, senza peraltro capirla, e a commentarla di getto, sulle ali dell’entusiasmo: “Non erano manifestamente infondate le doglianze di Berlusconi sui modi con cui si era arrivati alla sua sentenza”. Non specificava quali sarebbero “i modi” e che cos’avessero di strano, anche perché sono gli stessi che toccano ogni giorno a milioni di imputati: solo un po’ più tardivi del solito, grazie a una trentina di leggi ad personam nel frattempo confezionate da B. Dettagli. “Per il condannato Berlusconi è indubbiamente una vittoria morale”. Ecco, morale. E “non ammetterlo non sarebbe onesto”. No che non lo sarebbe. E “sarebbe poco onesto non riconoscere che per la giustizia italiana si è scritta in Europa una brutta pagina”. Ma certo: condannare un frodatore fiscale per frode fiscale, che orrore. “Una giustizia orgogliosa e sicura di sé non dovrebbe nemmeno essere sfiorata dal sospetto di avere anche solo marginalmente violato i diritti di un cittadino”. Giusto, nemmeno marginalmente. “Oggi appare meno limpido il tono perentorio con cui si è decisa la decadenza di Berlusconi dal Senato in applicazione restrittiva della legge Severino”. Già: la Severino stabilisce la decadenza automatica dei condannati sopra i 2 anni e B. ne aveva presi 4, però era chiaro che quel tono perentorio e restrittivo (decaduto e basta, così, ex abrupto, mentre si poteva farlo decadere solo un pochino, un giorno sì e uno no, o magari a ore alterne) nascondeva qualcosa di losco. Battista, occhio di lince, l’aveva capito subito. E con lui anche “quel Violante, ironia della storia, la cui candidatura alla Consulta viene in questi giorni sabotata dai franchi tiratori”. Ma allora ditelo che c’è del marcio in Danimarca. Ora però “la correttezza delle procedure nel corso dell’iter che ha portato alla condanna dev’essere riesaminata”. E che figura ci facciamo? “La pagina di Strasburgo non è una buona notizia per lo standard ‘civile’ della nostra giustizia”. Ci facciamo sempre riconoscere. E che ci serva di lezione: “non bisognerebbe mai più sottovalutare gli argomenti di chi si considera vittima di un sopruso giudiziario”. Tutti innocenti, anche i condannati definitivi: presunzione d’innocenza eterna, anzi “una storia infinita, ma piena di insegnamenti”. L’altroieri, purtroppo, la storia infinita è finita subito. La Corte di Strasburgo fa sapere di non aver preso alcuna decisione sui ricorsi di B., neanche sulla loro ammissibilità. Ghedini si era portato un po’ avanti. E Ballista dietro. Pareva financo conoscere le motivazioni dell’inesistente verdetto: “un passaggio giuridico sorprendente per tutti, forse anche per la difesa di Berlusconi, certamente per chi ha considerato il ricordo come ennesimo espediente dilatorio e ostruzionistico”, insomma: “A Strasburgo dicono che il ricorso di Berlusconi non fosse poi così infondato”. Sventuratamente non era vero, a Strasburgo non dicono nulla e non han deciso nulla, neppure se sia il caso di decidere qualcosa. Nella grigia Cedu, si sa, le giornate sono lunghe e noiose, così Ghedini ha deciso di fare uno scherzo, ottenendo l’immediata complicità dei giudici. Restava da trovare il pollo che avrebbe abboccato al volo, ma non è stato difficile. Ora sono tutti lì, dietro il muro, che si sbudellano dalle risate.

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Siamo un paese strano

Ogni giorno che passa questo paese diventa sempre più incomprensibile.

Esce un nuovo telefono ed una marea di gente si metta in file per acquistarlo, disposta a spendere per un cellulare il valore di una spesa per una famiglia per due mesi. Vi è una partita di calcio ed un terzo d’Italia è davanti alla televisione con un entusiasmo o una rabbia (a seconda di come la squadra prediletta sta giocando) che non ha eguali quando si tratta di indignarsi per ciò che i vari governi succedutosi negli anni hanno fatto contro i cittadini.

Normale che le persone abbiano bisogno di distrarsi, di pensare anche a cose futili per sopportare il peso della vita quotidiana, ma pare anche che questo paese sia assuefatto a tutto, sempre più rassegnato ed indifferente a quanto sta succedendo non solo in Italia ma anche nel resto del mondo, arrivando anche a sottovalutare i segnali chiari di un futuro non certo roseo.
(pubblicato su Libero del 1 ottobre 2014)

giovedì 25 settembre 2014

Immigrati a Roma: siamo al paradosso

Mario Giordano su Libero del 25 settembre scrive questo pezzo, se è vero siamo al paradosso! Ovviamente lui ci spinge ma il problema è che a forza di scherzare...

Novecento euro al mese a chi adotta un profugo
E dopo Mare Nostrum arriva    Tinellum    Vostrum.
L'idea è stata lanciata a Roma  ma  potrebbe  essere estesa in tutta Italia: adotta
unprofugoemettiteloinsalotto. Oppure con la rima: adotta un tunisino e metti-
lo in giardino, prendilo dal barcone e ospitalo sul balcone, scegli un ivoriano e
fallo dormire sul tuo divano. Non è uno scherzo: è una proposta seria,
maturata al Viminale, e con tanto di possibile sostegno economico. Infatti le famiglie che, la-
sciandosiallespallel’ormai superata abitudine diadottarebambini orfani, sceglieranno di adotta-
re un 40enne senegalese o un 50enne maghrebino, saranno ricompensate con la bella somma
di 30 euro al giorno. Che sono 900 euro al mese. Mica poco: in tempi di lavoro scarso, può an-
che diventare uno sbocco occupazionale da non sottovalutare.

UNO STIPENDIO IN PIU’
In  effetti,  è  un’idea  geniale. Che  mestiere  fai?  «Adottatore professionale  di  profughi».  Sti-
pendio fisso: 900 euro per ogni adottato. Se ne adotti tre, per dire, arrivi a 2.700 euro al mese, se
adotti una famigliola da cinque arrivi a 4.500 euro. Non è interessante?Sepoiuno habrutteinten-
zioni, meglio ancora. Pensate un po’ilrasdiquartiere,cheoccasione: si troverebbe la manodopera
gratis per furti e scippi, e per di piùstipendiatadalloStato.Manovalanza per camorra? Idem. Volti
nuovi per lo spaccio di droga? Idem.Adotta un profugo,e fanne il delinquente che vuoi.
Tanto paga lo Stato. Se poi l’idea venisse ad un imam con vocazione terroristica, l’effetto sa-
rebbe ancor più devastante: riusciremmo nella meravigliosa impresa di finanziare a casa nostra
unamaxi-scuoladiaddestramento per tagliagole.
Con i soldi sottratti ai contribuenti italiani, naturalmente.
Ma anche su un piano meno professionale, l’idea del Tinellum Vostrum potrebbe genera-
re effetti sorprendenti. Pensate per esempio allo straniero che sentelanostalgiadicasa.Potreb-
be far arrivare tutti i suoi cugini, nipoti,zii,proziieparentiprossimi, facendolo diventare un affa-
re non solo per il cuore, ma anche per il portafoglio.
Nel Paese che riesce a pagare pensioni a 55.930 stranieri che non hanno mailavorato in Italia
e che probabilmente non risiedono nemmeno nel nostro Paese (la tecnica dei «ricongiungi-
menti furbetti» è nota: gli immigrati chiamano qui gli anziani genitori, fanno la pratica per la
pensione sociale e poi li rispediscono a casa), non mettiamo limiti alla fantasia: potrebbe suc-
cedere davvero di tutto.

LA TROVATA DEL VIMINALE
E dunque non possiamo che essere grati alle austere stanze del Viminale dove questa geniale
idea è stata partorita. Per il momento si parla di cominciare da Roma: il sindaco Ignazio Marino
sempre in linea quando c’è una bischerata, si è candidato all’uopo nel corso di un colloquio con
ilsottosegretarioDomenicoManzione.
Ma appena si capirà l’assoluta demenzadell’iniziativa,siamo sicuri che essa sarà estesa a tutto il
Paese, riuscendo così nella brillante operazione didare a qualsiasi «Adottatore professionale di
profughi»  un  assegno  mensile che è il doppio di quel che prende un anziano con la pensione so-
ciale e assai superiore a quel che prende qualsiasi nostro disabile.
E riuscendo a dimostrare che lo Stato italiano non solo non riesce a difendere i suoi confini, ma
non riesce nemmeno più a capire la differenza che passa tra l’adozione di un bebé e l’adozione
di un 30enne nigeriano.
L’unica cosa che lo Stato italiano riesce a fare, evidentemente, è scaricare ogni problema sulle
famiglie che hanno avuto la colpa di nascere in Italia. Senza vergogna.In quello (cioè nell’assen-
za di vergogna) lo Stato italiano è davvero insuperabile. Il primo al mondo.
E per questo può passare con la massima tranquillità Da Mare Nostrum a Tinellum  Vostrum.
Comunque  sempre  Ad  Minchium.

martedì 23 settembre 2014

Belpietro sull'immigrazione, per una volta concordo con lui

Per una volta sono d'accordo con Belpietro..Gli ho scritto facendogli i complimenti, ha scritto esattamente quello che penso e lui mi ha subito risposto, un punto a suo favore anche questo, devo dire. Al Fatto non rispondono più da tempo Al di là di ciò leggete il suo editoriale completo qui:

Ostaggi nelle città: i veri profughi siamo diventati noi- Maurizio Belpietro da Libero del 23/09/14

La notizia è di quelle di solito destinate a finire nelle pagine di cronaca cittadina e neppure tra le primissime. Si tratta diquesto.Unaragazzadicircatrent’anni che di mestiere fa la conducente di
autobus, sabato sera, mentre fa il giro della periferia romana sulla linea 42,
viene fermata, lei e il suo autobus, da un gruppo dipersone che urlano e pre-
monopersalire.Sulmezzo nonc’ènessun viaggiatore. Lei si spaventa, perché
i tipi hanno l’aria di essere arrabbiati eubriachi, tiene dunque chiuse le porte
ecercadiripartire.Questilanciano bottiglie e sassi contro i finestrini e solo per
miracolo la giovane non viene colpita ma riesce a rimettere in moto e allonta-
narsi. Più avanti però il gruppo riprova a tagliarle la strada e ancora una volta
lei, sola e spaventata, chiede aiuto alla centrale degli autobus e ad un amico
conducente dell’Atac che abita nelle vicinanze e che poi sarà testimone del-
l’accerchiamento. Alla fine, dopo aver temutoperla suavita(«Urlavano:tiam-
mazziamo»), terrorizzata e sotto choc, la conducente riesce finalmente a rag-
giungere il deposito dell’azienda tranviaria capitolina, dove verrà affidata a
un medico perle cure e l’assistenza psicologica.
L’episodio si ripete domenica,non più sulla 42 ma sulla 508. Un altro gruppo di scal-
manati tenta di assaltare un autobuscondotto da una ragazza, la quale, forse avverti-
ta di quanto successo il giorno prima alla collega, rimette in moto prima di essere
circondata e dunque riesce afuggire.Tutto ciòin un normale weekend di settembre
alla periferia di Roma, cioè nella capitale d’Italia, non in un luogo isolato, ma a pochi
chilometri dalla sede del governo, in un orario compreso fra le 19,30 e le ventuno,
quandocioè la gente è ancora per strada.
Machisono gliscalmanati che la sera di un caldo fine settimana si mettono a spa-
ventare le ragazze che fanno un servizio pubblico di autotrasporto? Secondo quanto
riferisconolecronachesitrat terebbe - o, se si vuole essere più precisi, si sarebbe tratta-
to - di una trentina di immigratin ordafricani che vivono
in un centro di accoglienza nei pressi di Corcolle, tra Tivoli e Roma.Profughi,insom-
ma. Arrivati non si sa bene da dove e non si sa bene perché e che qualcuno dall’alto
ha deciso dovessero essere ospitati lì, in una periferia di Romachehagiàtantiproble-
mi per i fatti suoi e non ha certo bisogno di importarne altri.Risultato,ieridopolase-
conda aggressione, in zona c’è stata una manifestazione diprotestae cinquenordafri-
canisono statia lorovolta accerchiati e un paio se la sono vista brutta: malmenati e in-
seguitinonostante non avessero alcuna colpa.
Già, perché la colpa non è di chi arriva da noi (a meno che non assalti e distrugga
un autobus,spaventando un conducente), ma di chi ce lo manda senza preoccuparsi
delle tensioni che gli immigrati portano se non sono inseriti. Qualche giorno fa nel-
la Capitale c’è scappato il morto:unostraniero su digiri per le abbondanti bevute
hainiziatoainsultareemolestare i passanti. A un ragazzo di 17 anni ha anche sputato
in faccia e questi ha reagito colpendolo con un pugno.
L’immigrato è morto e il giovane è finito in carcere. Storia di cronaca, brutta crona-
ca, con due vittime: il defunto e un minorenne che ha la vita rovinata per sempre. Ma
non è questo il punto: nel quartiere c’è chi,in difesa del ragazzino arrestato, ha orga-
nizzato una fiaccolata e un sit in di sostegno, rappresentando un clima teso che ri-
schia di provocare altri incidenti.
Salvo il morto, la situazione romana non è diversa da quelladialtrecittàtrasforma-
te in centri per accoglienza. Qualche giorno fa Libero ha infatti aperto la prima pagi-
na con un titolo inequivocabile: «L’Italia è un campo profughi». Dove i profughi
non sono però i 150 mila o forse più stranieri arrivati nel nostro Paese a far data dal
primo di gennaio di quest’anno,ma gliitaliani,iquali, come l’autista dell’Atac,
hannopauraegiranoallalargadagliaccampamentiinsediati in periferia o in centro.
Le stazioni ferroviarie, i giardini e molti edifici pubblici sono diventati campi per
stranieri, senza che siano tutelate le normali condizioni igieniche e senza che sia ga-
rantita la sicurezza. E naturalmente nessuno fa niente: non la polizia, che ha le ma-
ni legate ed è costretta ad assistereimpassibileallo scivolamento verso il degrado di
interi quartieri; non il governo, che pare distratto dalle chiacchiere e dai viaggi all’e-
stero del suo premier; non i sindaci delle grandi città, che dopo aver predicato per
anni la solidarietà e l’accoglienza come fanno i veri compagni, ora non possono
che tacere.
Così,ilnaufragio più grande che sista compiendo non è quello nel canale di Sicilia,
ma quello del nostro Paese, allamer cé digentecheassalta gli autobus e di trafficanti
di esseri umani rlacronaca, il Consiglio d’Europa ha tenuto il conto di quanti sca-
fisti sono stati condannati in Italia:sullecentinaia arrestate e identificate, nel 2010 so-
lo 14 sono andati a processo, mentre nel2011 quellimessi alla sbarra sono stati nove.
La crisi infatti non colpisce solo il Pil,ma anche laGiustizia che, proprio come il Pro-
dotto interno lordo e l’occupazione, è fiacca. E in queste condizioni, gli unici che non
si perdono d’animo ma anzi ci sguazzano sono i delinquenti.

lunedì 22 settembre 2014

Marco Travaglio sul Jobs act

Marco Travaglio domenica 21 settembre ha scritto un bellissimo pezzo sul Fatto Quotidiano dove, con la sua splendida ironia, finge di essere Renzi e parla del Jobs act. L'articolo fa ridere ma è anche molto amaro perchè, pur scherzando, dice una profonda verità. Ogni giorno i diritti dei lavoratori vengono sempre più calpestati, invece di fare politiche per la ripresa e per creare occupazione, si pensa a rendere chi già lavora precario e si fanno leggi per facilitare i licenziamenti e togliere gli ammortizzatori sociali. 
Renzi si sta riprendendo indietro con interessi salati i gli 80 euro che sono serviti a comprare i voti alle europee.
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ZIOTOM@GOVERNO.IT - Marco Travaglio-Il Fatto Q.-21 settembre 2014

Cari fans, come ho detto nel videomessaggio di venerdì ai sindacati, noi non siamo interessati a uno scontro ideologico sul passato, perché non ci preoccupiamo della Thatcher, ma di Marta e di Giuseppe. L’articolo 18 garantisce lavoro a chi già ce l’ha e non a chi non ce l’ha, creando cittadini di serie A e cittadini di serie B. Per colmare questa diseguaglianza inaccettabile, noi potremmo fare qualcosa per garantire il lavoro anche a chi non ce l’ha, ma sarebbe banale. Perciò preferiamo battere la strada più originale e innovativa: garantire a chi ha un lavoro la certezza di perderlo quanto prima, anche senza giusta causa. Del resto, chi siamo noi per giudicare sulla giustezza di un licenziamento? Mica possiamo costringere un datore di lavoro a tenersi un lavoratore che gli sta sul hazzo. Se gli sta sul hazzo, come giusta causa mi pare sufficiente. Conosco molti imprenditori che assumerebbero un sacco di giovani, se sapessero di poterli licenziare ancor prima di assumerli. Io, per esempio, a mio padre stavo parecchio sul hazzo. Infatti, dopo una vita da co.co.co., mi assunse come dirigente un minuto prima che mi candidassi alla Provincia di Firenze: tanto si sapeva che sarei stato eletto, mi sarei levato dai hoglioni e i contributi li avrebbe pagati la Provincia, mica lui. Una forma di contratto a tutele crescenti ante litteram : appena cresci, entri in politica a carico dei contribuenti. Ecco, cari Marta e Giuseppe: prendete esempio da Tiziano e Matteo. La finalità sociale dell’impresa, checché ne dica la Costituzione che non a caso stiamo riformando in versione 2.0 per farne una Selfi e constitution , praticamente una SmartCard, è questa: assumere e subito licenziare più lavoratori possibili. A fine anno, chi ne avrà assunti e licenziati di più vincerà una cena con la Boschi. Il secondo classificato, con la Picierno. Il terzo, con la Pinotti. L’ultimo con Orfini, così impara.

Basta con le vecchie dispute ideologiche, i totem e i tabù. E non mi riferisco solo all’articolo 18. Ma anche al mito dello stipendio: chi l’ha detto che chi lavora debba essere pagato? È una bella pretesa! Ma come, io mi sacrifico per darti un lavoro e tu, esoso, dopo un mese vieni subito a battere cassa? Bella riconoscenza. Non avete idea di quanti giovani assumerebbero le aziende senza il fastidio di stipendiarli. Perciò, dopo il Jobs Act, stiamo approntando lo Spartacus Act per ripristinare il lavoro obbligatorio e gratuito. Ora qualche sindacalista gufo, ancorato agli schemi del passato, parlerà di schiavismo: noi preferiamo “servizio civile a costo zero”. Conosco imprenditori, tipo mio padre, che dovendo distribuire giornali per le strade davano un lavoro da strilloni a un sacco di precari ed extracomunitari più o meno clandestini, provenienti da paesi che hanno superato da tempo i miti del posto fisso, del contratto e dello stipendio. Non per nulla, in 30 anni ha avuto 10 società e un solo dipendente: io.

Cari sindacati, dov’eravate mentre noi sperimentavamo su strada (fra Santa Maria Novella e Palazzo Vecchio) questa nuova forma di flessibilità? Chi intendesse delegittimarla con formule obsolete, tipo “lavoro nero”, si rassegni: dopo il Jobs Act e lo Spartacus Act, il governo ha pronto il superemendamento KuntaKinte, come sempre aperto ai vostri suggerimenti: scriveteci a ziotom@governo.it . Dopodiché – come ci chiede l’Europa, che non deve darci ordini perché noi li anticipiamo – passeremo a sfatare il più ideologico e pernicioso dei tabù che frenano la crescita e bloccano la ripresa: la pensione. No, non sarà la solita riforma per ritoccare questo o quel dettaglio, ma una scelta molto più radicale: l’azzeramento. Se già quella di essere pagati quando si lavora è una pretesa che non possiamo più permetterci, figurarsi quella di essere pagati quando si smette di lavorare. Troppo comodo. Con Farinetti e il prof. Ichino, stiamo elaborando un decreto altamente innovativo ispirato al modello esquimese: il matusa, una sera, saluta parenti e amici e va a suicidarsi. Via, una bocca da sfamare in meno. Non sarà un obbligo, ma un esodo volontario incentivato: chi si toglie di mezzo godrà di robusti sgravi fiscali. Ora può partire la slide dell’Igloo Act.

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Lettera a Renzi sul lavoro



Caro Matteo Renzi, la riforma del lavoro, nominata “Jobs act”, che lei hai in mente non aiuterà a creare posti di lavoro, ma anzi produrrà ulteriore disoccupazione. Non si risolve il problema della disoccupazione giovanile (e non solo) rendendo precario anche chi lavora, quando non vi sono politiche per creare occupazione. 

Eliminare l’art.18 che tutela i lavoratori da licenziamenti immotivati, creerà solo ulteriori allontanamenti. Inoltre la previsione di togliere la cassa integrazione in deroga, che tutela i settori non coperti da quella ordinaria, e ridurre quella ordinaria, che sta aiutando tante piccole e medie imprese ad affrontare la crisi senza licenziare, può solo provocare ulteriore disoccupazione mettendo le aziende che non vorrebbero licenziare perché lavorano in maniera discontinua e non sono in situazioni economiche drammatiche, a non avere altra scelta. Inoltre non va dimenticato che la cassa integrazione ordinaria è alimentata dai contributi versati negli anni dalle stesse aziende che ne usufruiscono. 

Soprattutto quando tutto ciò è accompagnato da un ipotetico sussidio o reddito minimo garantito per chi perde il lavoro ben lontano da venire, visto che mancano le risorse economiche o, meglio, non si vogliono trovare perché non si vuole andare a cercarle dove ci sono.  Per creare occupazione va combattuta la corruzione, va semplificata la burocrazia, vanno ridotte le imposte sul lavoro sia per le aziende che per i lavoratori, va combattuta seriamente l’evasione fiscale, vanno incentivate le aziende a rimanere in Italia rendendole competitive e vanno disincentivate quelle che si trasferiscono all’estero togliendoli eventuali finanziamenti pubblici avuti negli anni. E, soprattutto, vanno fatti investimenti nei settori dove l’Italia può essere competitiva, come il turismo, l’immenso patrimonio artistico e culturale, il made in Italy amato in tutto il mondo, la grande produttività di aziende medio/piccole in tutti i settori. 

Tutto questo non c’è nei suoi progetti per creare occupazione, vi è solo l’intento di togliere i diritti del lavoro conquistati in anni di lotte e scioperi, di creare ulteriore insicurezza nelle persone, paura nel futuro che ovviamente creerà ulteriore calo dei consumi in un spirale senza fine. Forse caro Renzi, visto che lei è persona giovane e determinata, dovrebbe rivedere tutto ciò che ha in mente di fare e guardare quello che hanno fatto, nel bene o nel male, paesi che sono già passati attraverso questa profonda crisi e prendere esempio dalle scelte positive. Capisco che ci vuole molto coraggio e potrebbe avere molti potenti contro, ma avrebbe i cittadini che l’hanno votata alle europee (non va dimenticato che il suo non è comunque un governo scelto con regolari elezioni nazionali e che quindi non dovrebbe prendere decisioni che stravolgono la nostra Costituzione) dalla sua parte con un sostegno che ora sta scemando.
(pubblicato in parte sul Fatto Quotidiano del 1 ottobre 2014)
(pubblicata in parte su Libero del 25 settembre 2014)

giovedì 18 settembre 2014

Ma perchè Napo non si ritira?

Leggendo l'articolo di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano di oggi 18 settembre, sorge spontanea una domanda: ma cosa fa Napo????


Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ogni giorno che passa, si muove in maniera sempre più incomprensibile, soprattutto per una democrazia. 
Nelle ultime settimane sta spronando il Parlamento a votare velocemente (si fa per dire…) chi mandare alla Consulta ed al Csm, senza preoccuparsi minimamente di chi sono i candidati, quelli per altro voluti da lui e non degni di prendere quel delicato posto, visto i procedimenti giudiziari in corso che li riguardano. 

Questo Capo dello Stato, oltre a comportarsi come un monarca, non ha la forza e la volontà di opporsi ai partiti, di smettere di appoggiare decisioni politiche vergognose per il paese e persone che dovrebbero stare fuori dal Parlamento. 

Forse l’età troppo avanzata, la stanchezza e l’abitudine ad essere circondato da parecchi immeritevoli di fiducia, dovrebbero farlo decidere seriamente di ritirarsi, invece di annunciarlo a giorni alterni ma senza mai farlo veramente.




giovedì 11 settembre 2014

L'orsa Daniza è stata uccisa!!!

Si rimane basiti dalla morte dell'orsa Daniza! E' piuttosto deplorevole che una regione come il Trentino Alto Adige, che ha uno dei territori più montuosi d'Italia ed è pieno di parchi naturali, uccida un'orsa facendo semplicemente un'iniezione per addormentarla.

Viene da pensare che sia voluto da chi aveva interesse a farla sparire. Ma anche senza pensar male rimane la prova dell'ennesima ingiustizia italiana, pure con gli animali. A causa di una persona non preparata a queste emergenze che, per andare a funghi, si inoltra all'interno di un territorio dove gli orsi abitano, incontra un'orsa con i piccoli, la infastidisce costringendola a difendere, come farebbe qualunque madre, i suoi piccoli uscendone malconcio, viene deciso che l'orsa debba essere catturata e rinchiusa. Alla fine il risultato è che viene addirettura uccisa lasciando orfani i suoi cuccioli. Come sempre la stupidtà dell'uomo la fa da padrone.

 Ho firmato questa petizione, la stanno firmando in tanti, non servirà a nulla perchè la stupidità dell'uomo non ha limiti, però facciamoci sentire!!!
http://www.avaaz.org/it/petition/Procura_della_Repubblica_di_Trento_Corpo_Forestale_dello_Stato_Giustizia_per_Daniza/?sxUENeb

mercoledì 10 settembre 2014

Renzi mantenga efficenti le forze dell'ordine

L'ennesimo brutto fatto che coinvolge le forze dell'ordine con l'uccisione del diciassettenne Davide Bifolco è l'ennesima prova di quanta esasperazione ci sia nell'ambiente e quanto anche le forze dell'ordine siano sotto pressione.

Ovviamente il gesto è assolutamente da punire, pur se sicuramente involontario. I tutori dell'ordine non possono permettersi di sbagliare in maniera così grave senza pagarne le conseguenze, sono persone addestrate ad usare le armi e che dovrebbero sapere come cautelarsi da questi incidenti e, sopattutto, come cautelare il prossimo.

Ci sono forze dell'ordine che fanno questo lavoro e, forti della divisa che indossano, usano violenza fisica e, molto spesso, verbale per mettere in difficoltà le persone che fermano, lo si vede spesso anche quando di è fermati per un normale controllo in auto. E alla guida si fanno forti della divisa che indossano per fare manovre pericolose per strada senza lampeggianti o sirena.


Ma rimane comunque il fatto che chi fa questa lavoro rischia sempre tanto con uno stipendio ridicolo e sentendosi pure preso in giro perchè le persone che arrestano vengono quasi sempre liberate immediatamente rendendo inutile il loro lavoro. Renzi, invece di fare ulteriori tagli anche in questo settore, dovrebbe tutelare la sicurezza di tutti prendendo le giuste misure per mantenere il servizio pubblico di sorveglianza in piena efficenza.

(Pubblicato tagliato (male) nel Fatto del 11 settembre 2014)

lunedì 8 settembre 2014

Le promesse di Matteo Renzi

Leggendo la paziente raccolta di annunci,  promesse e "minacce" fatta da Marco Travaglio sul Fatto Quotdiano in questi giorni ci si rende conto di quante parole sono state buttate al vento in questi mesi di governo Renzi. Le promesse che sono state fatte in campagna elettorale sono state disattese (come succede più o meno sempre); è stata mantenuta, con variazioni annunciate e smentite,  solo quella che è servita a fargli dare un consenso forte alle elezioni europee.

I giornali si sono divertiti a titolare con enfasi gli annunci di Matteo Renzi, a pendere dalle sue labbra ad ogni conferenza stampa, a  prendere per oro colato ogni suo tweet . Già il fatto che un Presidente del Consiglio faccia annunci che riguardano il futuro del paese su un social network, per giunta con frasi limitate a 140 caratteri, è quantomeno ridicolo e ne denota la poca serietà ed attendibilità.

Purtroppo anche questo governo si sta dimostrando incapace e frenato dai soliti interessi politici (e non solo) a gestire la profonda crisi in cui versa il paese, incapace di prendere decisioni utili per la ripresa economica ed il lavoro, incapace di gestire qualsiasi problema o emergenza, a partire dai flussi migratori per arrivare al disastro idrogeologico. Ogni decisione importante viene rimandata e si sceglie di occuparsi solo di ciò che interessa per arrocarsi ancora di più nel proprio potere decisionale.
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