OGGI IL FATTO QUOTIDIANO LANCIA UN APPELLO" (che riporto sotto) PER ARRIVARE A 20000 ABBONATI OLTRE AI LETTORI IN EDICOLA. Io qui ho 2000 amici, nel mio gruppo dedicato a Marco Travaglio siamo quasi arrivati a 11000 persone, ci sarà qualcuno che come me abbia voglia di informazione seria, non di parte, documentata e non finanziata con soldi pubblici? Sia chiaro, chi mi conosce sa che io NON ricevo nè soldi nè altro per dire questo (anzi, a volte mi ignorano pure quando gli scrivo, certi loro giornalisti non considerano per nulla i lettori), ma credo che nel panorama editoriale italiano sia importante e necessario un giornale come Il Fatto e per questo lo leggo ogni giorno e lo sostengo come posso.
IL PREZZO DELLA LIBERTÀ 20MILA ABBONAMENTI
di Padellaro, Travaglio e Gomez
Domenica scorsa, citando la bella inchiesta di Davide Vecchi sui finanziatori conosciuti e sconosciuti di Matteo Renzi, Eugenio Scalfari ha scritto su Repubblica (riassumiamo) che il Fatto Quotidiano vuole screditare il leader del Pd dopo essergli stato favorevole “in odio al partito da lui guidato”.
Poi il Fondatore, dopo aver confessato che il “voltafaccia” del Fatto
gli ha reso improvvisamente “simpatico” il sindaco di Firenze, conclude
che i nemici di questo giornale sono da sempre Napolitano, Letta e il Pd perché la nostra linea è: “viva Grillo e abbasso chi gli si oppone”.
Purtroppo
per Scalfari (sempre piuttosto sfortunato nelle citazioni) quella
stessa mattina il Fatto pubblicava in prima pagina un editoriale dal
titolo “Disgustoso e demenziale” dedicato agli insulti
contro la presidente della Camera Boldrini ospitati sul blog di Grillo.
Ma non è questo il punto. Scalfari, come tutti i giornalisti integrati
nel sistema di potere politico-finanziario, attribuisce a noi il metodo
che gli è familiare: quello cioè di organizzare il giornale sulla base
dello schema amici (da appoggiare)- nemici (da colpire), con la
possibilità che i nemici possano diventare amici (e
viceversa) sulla base delle convenienze editoriali (o di altra natura)
del momento. Il Fatto funziona in un altro modo. Da noi non ci sono
amici e nemici su cui modellare opinioni e organizzare campagne di
stampa. Da noi esistono prima di tutto le notizie e il resto viene di conseguenza. Quando Renzi, per fare un esempio, ha detto: aboliamo il finanziamento pubblico dei partiti,
lo abbiamo apprezzato. Se però la sua nobile intenzione resta lettera
morta, dobbiamo per forza criticarlo, ricordandogli che senza tante
chiacchiere il M5S ha rinunciato a 42 milioni di euro di rimborsi
elettorali con un semplice tratto di penna. Del resto non abbiamo mai
fatto sconti ai grillini ogni volta che lo meritavano, prendendoci la
nostra brava dose di insulti (“Falsi amici”). Per limitarci all’ultimo
anno, i fatti del Fatto ci hanno fatto scoprire lo scandalo Montepaschi,
gli affari privati del ministro (ora ex) De Girolamo, i sordidi
affaristi che prosperano sulle macerie del terremoto aquilano, le dolci
vacanze (a spese nostre) del governatore Chiodi. È stato il Fatto ad
accendere i riflettori sulla trattativa tra Stato e mafia, a denunciare la forte anomalia delle telefonate di Mancino con Napolitano (di cui siamo i soli a segnalare i molti errori), a promuovere la grande manifestazione di Palermo a sostegno del pm Di Matteo condannato a morte, nel silenzio generale, da Riina.
La scorsa estate è stato il Fatto a raccogliere 450mila firme contro il tentativo (poi fallito) di stravolgere la Costituzione,
orchestrato dai saggi quirinalizi tra gli applausi della cosiddetta
grande stampa: cioè di quei giornaloni che solo oggi scoprono la
pochezza del governo Letta, così come fecero con il sobrio Monti
turibolato oltre ogni decenza, salvo poi ammettere con il suo “rigore”
stava distruggendo anche i resti dell’economia italiana. Ma noi in quel
coro non ci siamo mai stati, tirandoci addosso moniti e fulmini dagli
alti colli. Non sono inutili vanterie, così come non è vittimismo
ricordare che il prezzo della libertà può essere
salato, soprattutto per una testata che non prende un euro di denaro
pubblico e non può certo contare sugli introiti pubblicitari. Ci siamo
fatti molti nemici e cresce ogni giorno il peso delle cause civili
milionarie, anche se quasi sempre pretestuose. Ma i nostri amici sono
molti, molti di più. Chi ci legge, chi ci sostiene, chi ci sta vicino.
Oggi il Fatto è una grande comunità che ruota attorno
al giornale che state sfogliando, al sito web ormai stabilmente al
vertice dell’informazione digitale, ai social network che rilanciano le
nostre notizie e opinioni. La libertà costa, ma neanche troppo. Oltre ai
lettori che ogni giorno chiedono il Fatto in edicola, ci bastano 20mila
abbonamenti. Siamo già a buon punto, ma occorre ancora uno sforzo.
Facciamolo tutti insieme. Grazie.
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