Anno che viene, pensione che trovi. Il gioco di parole può apparire esagerato, ma lo è fino a un certo punto.
Di sicuro non lo è stato per coloro che, il 1° gennaio 2012, hanno dovuto fare i conti con la riforma Fornero e si sono visti spostare in avanti la tappa di uscita di ben sei anni. Ma non lo è – esagerato – neanche per coloro che, il 1° gennaio 2013, si sono trovati a dover mettere nel calcolo altri tre mesi in più per effetto di quel meccanismo automatico che lega l’età pensionabile alla cosiddetta speranza di vita. E allora è lecito domandarsi se dal 1° gennaio 2014 è cambiato ancora qualcosa. Lo diciamo subito: sì, è cambiato ancora più di qualcosa. Proprio sulla scorta della stessa riforma del 2011, l’età pensionabile delle donne lavoratrici private e di quelle autonome (commercianti, artigiane, coltivatrici dirette) salirà rispettivamente a 63 anni e 9 mesi e a 64 anni e 9 mesi, con un salto in avanti di un anno e mezzo e di un anno rispetto al 2013. L’età delle donne dipendenti pubbliche e quella degli uomini dei diversi settori rimarranno, come nel 2013, fissate entrambe a 66 anni e tre mesi. Cresceranno ulteriormente per tutti, invece, i requisiti della cosiddetta pensione anticipata che, introdotta dal riassetto del governo Monti, ha sostituito di fatto la vecchia pensione di anzianità. Ma vediamo in dettaglio cambiamenti e conferme.
La vecchiaia allunga il passo per le donne. Partiamo dalla pensione di vecchiaia classica, quella standard, che riguarda tutti voi che avete cominciato a lavorare prima del 31 dicembre 1995. Avete diritto a questo tipo di prestazione innanzitutto se avete in cascina, a qualsiasi titolo versati o accreditati, contributi previdenziali per almeno venti anni. Ma perché possiate davvero riuscire a prendere il varco verso la pensione, dovrete aver raggiunto anche una certa età anagrafica. L’obiettivo dell’ultima riforma è quello di fissare una soglia uguale per tutti, ma a questo traguardo arriveremo completamente nel 2018, quando la soglia minima uniforme sarà di almeno 66 anni per tutti. Oggi lo è per gli uomini e per le dipendenti pubbliche. E, dunque, dal momento che sono “indietro”, l’età è in crescita innanzitutto per le donne dipendenti del settore privato e per le lavoratrici autonome.
Ma l’età salirà - e questo vale per tutti e si somma agli accennati incrementi della riforma - anche perché dal 2009-2010 è stato introdotto un meccanismo automatico che lega l’età pensionabile alla cosiddetta aspettativa o speranza di vita. Il principio, in fondo, è semplice: a mano a mano che si vivrà più a lungo, si dovrà lavorare anche di più e, di conseguenza, l’asticella del pensionamento si allontanerà nel tempo. Il primo adeguamento è scattato esattamente dal 1° gennaio 2013 ed è stato di tre mesi.
E’ da questo doppio meccanismo che deriva, allora, il quadro delle età per il 2014, un quadro che vede, in particolare, il passaggio dell’età minima da 62 anni e 3 mesi a 63 anni e 9 mesi per le lavoratrici private e da 63 anni e 9 mesi a 64 anni e 9 mesi per quelle autonome, mentre le soglie restano a 66 anni e tre mesi per tutti gli altri che sono già avanti.
Un mese in più per la pensione anticipata. Dal 1° gennaio 2012 è stata introdotta, nuova di zecca, la cosiddetta pensione anticipata, così chiamata perché permette di lasciare il lavoro prima dei nuovi limiti di età stabiliti per quella di vecchiaia. Ebbene, potrete ottenerla nel 2014 se raggiungerete “almeno” 42 anni e 6 mesi di contributi se siete uomini o 41 anni e 6 mesi se siete donne: un mese in più rispetto al 2013. Basterà, dunque, il “solo” – si fa per dire - requisito contributivo per andare via. E – ricordiamolo - fino al 2017 non si applicherà la penalizzazione sull’importo della pensione stabilita per coloro che puntano a questa prestazione prima di aver toccato i 62 anni.
Pensione di vecchiaia standard
La corsa dell’età pensionabile delle donne
Anno
Età pensionabile
Dipendenti pubbliche Dipendenti private Lavoratrici autonome
2012 66 anni 62 anni 63 anni e 6 mesi
2013 66 anni e 3 mesi 62 anni e 3 mesi 63 anni e 9 mesi
2014 66 anni e 3 mesi 63 anni e 9 mesi 64 anni e 9 mesi
2015 66 anni e 3 mesi 63 anni e 9 mesi 64 anni e 9 mesi
2016 66 anni e 7 mesi 65 anni e 7 mesi 66 anni e 1 mese
2017 66 anni e 7 mesi 65 anni e 7 mesi 66 anni e 1 mese
2018 66 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi
Alle età fissate nella riforma sono aggiunti tre mesi dal 2013 per effetto dell’adeguamento all’aspettativa di vita. Dal 2016 l’adeguamento è stimato in base alle previsioni realizzate dall’Istat nel 2011.
Pensione di vecchiaia standard
2014
Lavoratori dipendenti pubblici e privati e lavoratori autonomi
Età pensionabile Contributi
66 anni e 3 mesi 20 anni
Lavoratrici dipendenti pubbliche
Età pensionabile Contributi
66 anni e 3 mesi 20 anni
Lavoratrici dipendenti private
Età pensionabile Contributi
63 anni e 9 mesi 20 anni
Lavoratrici autonome
Età pensionabile Contributi
64 anni e 9 mesi 20 anni
Pensione anticipata
Uomini
Lavoratori dipendenti pubblici e privati e lavoratori autonomi
Anno Contributi
2012 42 anni e 1 mese
2013 42 anni e 5 mesi
2014 42 anni e 6 mesi
2015 42 anni e 6 mesi
Pensione anticipata
Donne
Lavoratrici dipendenti pubbliche e private e lavoratrici autonome
Anno Contributi
2012 41 anni e 1 mese
2013 41 anni e 5 mesi
2014 41 anni e 6 mesi
2015 41 anni e 6 mesi
(fonte: Il Resto del Carlino)