Purtroppo Bechis dice una cosa molto giusta che regolarmente si avvera, come è successo con i due aumenti iva dal 20% al 21% e poi ancora dal 21% al 22%.
Inoltre fanno credere che vi saranno due o tre aumenti, poi fanno i magnanimi e si limtano ad uno o due, così fanno ingoiare meglio la pillola, almeno per i creduloni.
I nuovi 51 miliardi di tasse-Pane, latte e ancora case - Franco Bechis (Libero del 3 ottobre 2014)
Maxi-clausola di salvaguardia nella manovra. Il governo garantisce all’Ue: se le riforme falliscono, rialzi automatici alle imposte indirette. Salasso su Iva, benzina e immobili
È un giochino che ormai procede da quattro anni buoni di finanza pubbli-
ca. Dall’ultimo anno del governo Berlusconi in poi: lo fece Giulio Tremonti nel
2011,l’ha ripetuto Mario Monti nel 2012 e visto che non c’è due senza tre, è toccato
pure ad Enrico Letta nel 2013. Il giochino è questo: si scrive una supermanovra det-
tata dall’Europa, ma non si ha voglia né coraggio di presentare ai propri elettori
un salasso senza precedenti. Quindi per fare tornare in umeri si infilano moltenor-
me in assoluta libertà, ben sapendo che in gran parte nondaranno nessuna entra-
ta o risparmio di spesa reale. Lo sanno bene i ministri dell’Economia italiani, ma
ovviamente lo capiscono anche i supercontrollori dell’Ue a cui bisogna chiedere
ilvia libera per ogni manovra economica.
Cosìcomefinisce ilgiochino?Conl’inserimento di una clausola di salvaguardia: a
fronte di norme-fuffa si mette una copertura vera in caso di fallimento (pressochè
certo) delle prime. Scattano sempre l’anno successivo, nella speranza di avere
tempo nei12 mesiditrovare altresoluzioni buone. Nelle ultime tre manovre era
previsto in caso di fallimento delle previsioni che scattassero due aumenti delle
aliquote Iva e nell’ultima versione il taglio lineare delle detrazioni e deduzioni fiscali.
Il giochino deve essere piaciuto anche a Matteo Renzi, perché ha infilato nella
manovra che sta per presentare una superclausola di salvaguardia. Agli italiani
presenterà in pompa magna le sue splendide supercazzole.Agli sceriffi della Ue in-
vece dice: «Non state a perdere troppo tempo sul mio libro dei sogni. Perché se
tanto non funziona ho una carta di riserva sicura che stangherà gli italiani con
nuove tasse per51,6 miliardidieuro in un triennio». L’avvertimento ai signori che
contano è scritto nella nota di aggiornamento alDefappena presentatadalmini-
stro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: «Nella legge di Stabilità 2015 è ipotizzata
una clausola sulle aliquote Iva e sulle altre imposte indirette per un ammontare di
12,4 miliardi nel 2016 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Gli effetti di
tale clausola, genererebbero una perdita di Pil pari a 0,7 punti percentuali a fine
periodo dovuta da una contrazione complessiva dei consumi e degli investimenti
per 1,3 punti percentuali e un aumento del deflatore del Pil di pari importo». Una
botta pazzesca sulle tasche degli italiani. Su cui ovviamente il governo minimizza,
come se la fuffa fosse quella scritta per gli sceriffi della Ue e la verità invece quella
contenuta nelle norme che accarezzano la pancia all’elettorato.«Ma è così»,assicu-
railviceministro dell’Economia,LuigiCasero, che su quella plancia di comando
siede ormai da molti anni , attraversando i vari governi, «quando mai sono scattate
davvero le clausole disalvaguardia?Qualcuno ha toccato le detrazioni, che per al-
tro sono state sostituite proprio da questa formula che trovate nelDef?».No,la clau-
sola delle detrazioni non è scattata. Ma quella sull’Iva sì,almeno in parte.Un paio
diaumentini sono stati rinviati di qualche mese, ma alla fine grazie al giochino ci
troviamo con l’aliquota al 22% invece che al 20%. Questo dimostra che ci sono otti-
me probabilità che quella clausola di salvaguardia possa entrare in vigore, anche
perché fin qui di previsioni economiche il governo Renzi non ne ha azzeccata nem-
meno mezza, e il terreno è proprio ilprincipale tallone di Achille dell’esecutivo.
Che cosa colpirà quella possibile stangata da 51,6 miliardi di euro?
Le aliquote Iva marginali, e cioè quelle al 4% e quelle al 10%, che sono le uniche in grado di for-
nireincassinotevoli.Rischiano così di rincarare sensibilmente quasi tutti i generi
alimentari: latte e latticini, farina, riso, pasta, pane, olio, occhiali da vista, case asse-
gnate dalle cooperative, mense scolastiche (tutti questi sono al 4% oggi), e poi
ancora yogurt, birra, uova, miele, tè, spezie, bevande al bar, elettricità, biglietti di
cinema,teatro,concerti,servizi di trasporto pubblico (hanno tutti l’Iva al 10%).
Oltre l’Iva secondo quanto scritto nell’aggiornamento del Def si rischia un au-
mento anche delle imposte indirette. Di che si tratta? Tolta l’Iva che è già citata a
parte, le principali imposte indirette vanno a toccare tanto per cambiare il merca-
to della casa: sono le imposte di registro, quella ipotecaria e quella immobiliare.
Nell’elenco ci sono pure le accise, che significa nuovo aumento della benzina.
Scatteranno? Qualcuna sì di sicuro. Anche perchè c’è un piccolo trucco appena
perfezionato che consentirà a chi sta al governo (presumibilmente Renzi)dimet-
tere nuove tasse e poi dire che la pressione fiscale con luinon è aumentata. Iltruc-
co è quello del recente belletto ai conti pubblici fatto per calcolare nel Pil il fattu-
rato delle belle di notte, delle spese in armamenti e dello spaccio di stupefacenti.
Con quella manovra (ma nessuno se ne è accorto) sono state cambiate anche le po-
ste dell’entrata e magicamente già nel 2014 (e per gli anni successivi) la pressio-
ne fiscale è scesa di 0,3 punti percentuali senza levare nemmeno una tassa...
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