Ammortizzatori sociali: licenziamento collettivo - Durata dell'Indennità di mobilità dal 1 gennaio 2015
-Fonte Legge 28 giugno 2012, n. 92
-Normativa Collegata Legge 7 agosto 2012, n. 134
-Legge 23 luglio 1991, n. 223
-Specifiche: Il nuovo sistema di protezione sociale introdotto dalla L. n. 92/2012 e successive
modificazioni, attraverso l’ASpI e la Mini AspI, prevede un periodo di transizione che
comporta una graduale riduzione della durata dell’indennità per i lavoratori collocati
in mobilità dopo il 31 dicembre 2014
A chi si applica
Alle imprese:
• industriali che hanno impiegato mediamente più di 15 dip. nell'ultimo semestre;
• del trasporto aereo, a prescindere dal n. di dipendenti;
• del sistema aereoportuale, a prescindere dal n. di dipendenti;
• commerciali che hanno impiegato mediamente più di 200 dip. nell'ultimo semestre;
• artigiane dell'indotto, nel solo caso in cui anche l'azienda committente ha fatto ricorso alla mobilità;
• di vigilanza che hanno impiegato mediamente più di 15 dip. nell'ultimo semestre.
Alle
• aziende commerciali che hanno impiegato mediamente tra 50 e 200 dipendenti nell'ultimo semestre;
• agenzie di viaggio e turismo che hanno impiegato mediamente più di 50 dipendenti nell'ultimo semestre.
Entro il 31 ottobre 2014, il Ministero del lavoro dovrebbe procedere, insieme alle associazioni dei datori di lavoro ed alle organizzazioni sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, ad una ricognizione dell’attuale regime transitorio relativo alla graduale riduzione della durata dell'indennità per i lavoratori collocati in mobilità.
In assenza di una revisione del regime transitorio, segnaliamo che per determinare, caso per caso, la durata della prestazione e il possesso del requisito di età va posta particolare attenzione alla data di cessazione del rapporto di lavoro.
Allo stato, la durata dell’indennità di mobilità non subisce modifiche nel caso di cessazione del rapporto di lavoro dei lavoratori interessati entro e non oltre il 30 dicembre 2014 con iscrizione nelle liste di mobilità entro il 31 dicembre 2014.
Per tutti coloro che saranno iscritti nelle liste di mobilità a partire dall’1 gennaio 2015 la durata dell’indennità di mobilità sarà ridotta come evidenziato nella tabella sotto riportata.
Lavoratori collocati in mobilità:
Dal 1/1/2013 al 31/12/2014
Centro nord fino a 39 anni - durata in mesi 12
Centro nord da 40 a 49 anni - durata in mesi 24
Centro nord da 50 anni - durata in mesi 36
Sud fino a 39 anni - durata in mesi 24
Sud da 40 a 49 anni - durata in mesi 36
Sud da 50 anni - durata in mesi 48
Dal 1/1/2015 al 31/12/2015
Centro nord fino a 39 anni - durata in mesi 12
Centro nord da 40 a 49 anni - durata in mesi 18
Centro nord da 50 anni - durata in mesi 24
Sud fino a 39 anni - durata in mesi 12
Sud da 40 a 49 anni - durata in mesi 24
Sud da 50 anni - durata in mesi 36
Dal 1/1/2016 al 31/12/2016
Centro nord fino a 39 anni - durata in mesi 12
Centro nord da 40 a 49 anni - durata in mesi12
Centro nord da 50 anni - durata in mesi 18
Sud fino a 39 anni - durata in mesi 12
Sud da 40 a 49 anni - durata in mesi 18
Sud da 50 anni - durata in mesi 24
Dal 1/1/2017
Centro nord fino a 39 anni - durata in mesi 12
Centro nord da 40 a 49 anni - durata in mesi 12
Centro nord da 50 anni - durata in mesi 12/18
Sud fino a 39 anni - durata in mesi 12
Sud da 40 a 49 anni - durata in mesi 12
Sud da 50 anni - durata in mesi 12/18
(fonte Unindustria)
martedì 28 ottobre 2014
venerdì 24 ottobre 2014
Patente e libretto, dal 3 novembre '14 stesso intestatario
A partire dal 3 novembre la carta di
circolazione e la patente dovranno coincidere, cioè essere dello stesso
intestatario.
La registrazione dovrà essere fatta alla Motorizzazione e sulla carta di
circolazione dovrà essere annotato il nome di chi utilizza in modo
costante l’auto di proprietà altrui per oltre 30 giorni.
Tutti coloro che non aggiorneranno la carta di circolazione saranno punibili con una sanzione di 705 euro, oltre al ritiro della carta di circolazione.
Sono esenti coloro che usano già un mezzo non di loro proprietà o possiedono un’intestazione non aggiornata prima della data dell'entrata in vigore delle nuove norme o coloro che usano auto di familiari conviventi (aventi la residenza nello stesso indirizzo).
Tutti coloro che non aggiorneranno la carta di circolazione saranno punibili con una sanzione di 705 euro, oltre al ritiro della carta di circolazione.
Sono esenti coloro che usano già un mezzo non di loro proprietà o possiedono un’intestazione non aggiornata prima della data dell'entrata in vigore delle nuove norme o coloro che usano auto di familiari conviventi (aventi la residenza nello stesso indirizzo).
Le categorie che invece saranno maggiormente colpite sono coloro che utilizzano auto aziendali. L'obbligo è per ogni tipo di veicolo e sarà rivolto sia alle persone fisiche che alle persone giuridiche.
La circolare del governo
mercoledì 22 ottobre 2014
Perchè Travaglio è rimasto con Santoro
1) aveva
abbandonato lo studio, una puntata, non l’intera trasmissione
2) ha
un contratto che lo “lega” in esclusiva a La7 con S.P. Dovrebbe forse pagare una penale se lasciasse prima
della fine della serie. Ed ovviamente è pagato per il suo intervento
3) il
Fatto Quotidiano è socio al 30,2% di Zerostudio’s srl che gestisce il
programma. Una quota non indifferente perché il programma perda ancora ascolti
e sappiamo che Travaglio è la punta del programma
4) Travaglio,
pur se ospite in casa altrui (si fa per dire), non perde mai la sua forza nel
dire le cose che pensa ed è sempre ben documentato. Nessuno, nemmeno Santoro con la sua arroganza
lo può far deviare da quello che intende dire. Lo può zittire, come fa ormai da
anni, ma non può fargli dire quello che non pensa
5) Santoro
da quando è uscito dalla Rai è un pessimo giornalista, venduto agli ascolti ed
alla pubblicità, oltre che renziano convinto e per questo poco diplomatico in
trasmissione. Però è stato uno dei pochi (anche se non l’unico come molti
dicono) che ha avuto il coraggio (in Rai) di far parlare Marco liberamente, non
va dimenticato anche se ora ha cambiato atteggiamento
6) il
13 novembre Santoro abbandonerà la trasmissione in mano alla Innocenzi (!), quindi
si tratta di poche puntate, poi si vedrà.
Questa scelta sta alzando ulteriori polemiche perché molti
pensano che si sia venduto. Io credo invece che continuare a partecipare sia un
suo preciso diritto e che non deve darla vinta a Santoro. Certo, Santoro gli
dovrebbe delle scuse che non ha dato pubblicamente, cosa che sicuramente non
farà.
Ma vista la decisione (corretta) di parlarne privatamente tra loro, avranno raggiunto un accordo che non svilirà Travaglio, almeno non più di quello che Santoro non fa già negli ultimi anni.
Ma vista la decisione (corretta) di parlarne privatamente tra loro, avranno raggiunto un accordo che non svilirà Travaglio, almeno non più di quello che Santoro non fa già negli ultimi anni.
Per quanto riguarda Santoro
penso che abbandoni la trasmissione perché deluso dagli ascolti e non capace di
sopportare una discesa ormai infinita.
Ma il mio parere è che miri ad altro. Già prima di andare a
La7 aveva mirato alla presidenza Rai, dicendo che era una provocazione, cosa
nella quale non ho mai
creduto. Penso che se l’avessero preso ci sarebbe andato
eccome! Allora però governava B., ora governa Renzi, forse è il momento buono,
da bravo lecchino renziano, di rilanciare la proposta, magari non diventerà
direttore ma un ruolo importante lo spunterebbe di sicuro.
Detto ciò io rimango dalla parte di Marco, non guarderò la
trasmissione e lo seguirò in streaming il giorno dopo. Mi aspetto un rialzo di
ascolti per il 23 ottobre per la curiosità di sentire se hanno qualcosa da
dire, per avere poi un calo nelle settimane successive.
domenica 19 ottobre 2014
Lettera aperta a Michele Santoro
Questo è il testo della lettera che invierò da pubblicare al Fatto Q. e a tutti i principali giornali (Repubblica, Correire della Sera, Libero e la Stampa), sperando che qualcuno lo faccia.
Egregio Santoro,
sono una lettrice del Fatto Quotidiano ed ammiro molto Marco Travaglio.
Da quando lei è uscito dalla Rai trovo che le sue trasmissioni abbiano avuto una discesa di qualità notevole. Gli ascolti sono calati tantissimo e lei cerca tutte le strade per aumentarli, diventando sempre più fazioso e arrogante. Nell'edizione di quest'anno la sua posizione di renziano convinto è palesata in tutte le maniere, ovviamente ognuno ha le sue idee, ma per difendere il suo leader ormai arriva a dare continuamente parola a chiunque sia di suo gradimento e a zittire chi ha veramente qualcosa da dire per fare quell'informazione che ormai lei, da quando è uscito dalla Rai, non sa più fare.
Giovedì, a mio parere (ma direi non solo, visto il polverone alzato), ha dimostrato tutta la sua faziosità cercando di non far parlare Paolo Villaggio perchè di idee politiche diverse dalle sue ed ha toccato il fondo quando ha costretto, con la sua arroganza e zittendolo come è solito fare ormai da anni, Marco Travaglio ad uscire dallo studio, forse per non farsi uscire frasi sgradevoli nei suoi confronti, persona troppo educata e corretta per farlo. Ora lei è ipocrita a scrivere che "è pronto a continuare la collaborazione" con Travaglio, sa bene che Marco è l'unico motivo se lei riesce ancora ad ottenere un misero 5% di ascolti.
Lei quando è uscito dalla Rai si è palesato come vittima della falsa informazione, è andato a Bologna vestendosi da operaio (nel frattempo aveva in tasca la notevole liquidazione) ed ha chiesto ai telespettatori di contribuire alla sua idea di fare una trasmissione libera. Sembrava essere un bel progetto e tanti si sono fidati di lei dandole l'obolo, anche perchè appoggiato dal Fatto Quotidiano. Non si mise d'accordo con La7 che già allora era disponibile ed illuse le televisioni private coinvolgendole nel progetto. Quando ha visto che la sua società ci rimetteva denaro si è rassegnato ad andare nella tanto criticata La7, perdendo così ogni credibilità. Ora molti vorrebbero indietro i soldi versati perchè delusi ma non credo saranno accontentati.
Con Travaglio ha fatto pessime scelte, negli ultimi tre anni ha cercato di metterlo in un angolino arrivando a relegarlo nell'ultima ora della trasmissione rendendo difficile la visione dell'unica persona che ha qualcosa di utile da dire a Servizio Pubblico, proibitiva per chi lavora o per gli anziani. Non so quale sarà la decisione di Marco Travaglio ora ma di una cosa sono sicura, in confronto a lei è un Signore.
----------------------
21 ottobre
Come prevedevo nessuno l'ha pubblicata, mi dispiace. Soprattutto per il Fatto Q., che purtroppo ha interessi nella società di Servizio Pubblico. Peccato, veramente peccato....A questo punto potrei scommettere sul rientro di Marco a Servizio Pubblico.
Egregio Santoro,
sono una lettrice del Fatto Quotidiano ed ammiro molto Marco Travaglio.
Da quando lei è uscito dalla Rai trovo che le sue trasmissioni abbiano avuto una discesa di qualità notevole. Gli ascolti sono calati tantissimo e lei cerca tutte le strade per aumentarli, diventando sempre più fazioso e arrogante. Nell'edizione di quest'anno la sua posizione di renziano convinto è palesata in tutte le maniere, ovviamente ognuno ha le sue idee, ma per difendere il suo leader ormai arriva a dare continuamente parola a chiunque sia di suo gradimento e a zittire chi ha veramente qualcosa da dire per fare quell'informazione che ormai lei, da quando è uscito dalla Rai, non sa più fare.
Giovedì, a mio parere (ma direi non solo, visto il polverone alzato), ha dimostrato tutta la sua faziosità cercando di non far parlare Paolo Villaggio perchè di idee politiche diverse dalle sue ed ha toccato il fondo quando ha costretto, con la sua arroganza e zittendolo come è solito fare ormai da anni, Marco Travaglio ad uscire dallo studio, forse per non farsi uscire frasi sgradevoli nei suoi confronti, persona troppo educata e corretta per farlo. Ora lei è ipocrita a scrivere che "è pronto a continuare la collaborazione" con Travaglio, sa bene che Marco è l'unico motivo se lei riesce ancora ad ottenere un misero 5% di ascolti.
Lei quando è uscito dalla Rai si è palesato come vittima della falsa informazione, è andato a Bologna vestendosi da operaio (nel frattempo aveva in tasca la notevole liquidazione) ed ha chiesto ai telespettatori di contribuire alla sua idea di fare una trasmissione libera. Sembrava essere un bel progetto e tanti si sono fidati di lei dandole l'obolo, anche perchè appoggiato dal Fatto Quotidiano. Non si mise d'accordo con La7 che già allora era disponibile ed illuse le televisioni private coinvolgendole nel progetto. Quando ha visto che la sua società ci rimetteva denaro si è rassegnato ad andare nella tanto criticata La7, perdendo così ogni credibilità. Ora molti vorrebbero indietro i soldi versati perchè delusi ma non credo saranno accontentati.
Con Travaglio ha fatto pessime scelte, negli ultimi tre anni ha cercato di metterlo in un angolino arrivando a relegarlo nell'ultima ora della trasmissione rendendo difficile la visione dell'unica persona che ha qualcosa di utile da dire a Servizio Pubblico, proibitiva per chi lavora o per gli anziani. Non so quale sarà la decisione di Marco Travaglio ora ma di una cosa sono sicura, in confronto a lei è un Signore.
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21 ottobre
Come prevedevo nessuno l'ha pubblicata, mi dispiace. Soprattutto per il Fatto Q., che purtroppo ha interessi nella società di Servizio Pubblico. Peccato, veramente peccato....A questo punto potrei scommettere sul rientro di Marco a Servizio Pubblico.
Gruppo
dedicato al bravo giornalista!! Iscrivetevi se volete essere sempre
aggiornati sul suo meritevole lavoro e sui suoi incontri pubblici!
Pagina
completamente dedicata a Marco! Aiutatela con un "mi piace"...se
vi piace, per divulgare il suo splendido
lavoro!
https://www.facebook.com/pages/Sempre-con-Marco-Travaglio/674843922583423?ref_type=bookmark
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sabato 18 ottobre 2014
Le ironiche "scuse" di Marco Travaglio
Oggi Marco hai scritto bellissimo pezzo sul Fatto Quotidiano dove chiedi "scusa" a Burlando. Ovviamente non lo fai con Santoro...e meno male.
Per fortuna che queste scuse sono ironiche. Non ti devi scusare di nulla.
Per Burlando non vale nemmeno la pena di aprire bocca, il solito politico che parla, parla e non dice nulla ma fa i suoi interessi.
Per Burlando non vale nemmeno la pena di aprire bocca, il solito politico che parla, parla e non dice nulla ma fa i suoi interessi.
Santoro invece è una persona arrogante, faziosa, venduta agli ascolti ed alla pubblicità. E' disperato per una trasmissione con ascolti in calo che non sa come fare risalire. Ha perso ogni credibilità ed ora sta mettendo fuori tutta la rabbia e l'invidia verso di te, per il tuo successo e perchè sa che senza di te andrebbe sotto zero con gli ascolti.
Ti mandava in onda ad orari indecenti per
Ora nel suo discorso di ieri c'è una preghiera nascosta a tornare, ma non ci sono le dovute scuse nei tuoi confronti.
Non so se vorrai abbandonare la trasmissione, hai un contratto in corso ed il Fatto purtroppo è azionista di quel programma. Inoltre gli hai dato l'esclusiva e non puoi partecipare ad altre trasmissioni quando va in onda Servizio Pubblico.
Sei una persona corretta e quando prendi un impegno lo mantieni, ma so anche che non scendi a compromessi e la tua sopportazione nei confronti dell'arroganza di Santoro è durata anche troppo. La tua reazione di giovedì dimostra il livello di esasperazione a cui sei arrivato nei confronti di quella trasmissione.
Piuttosto fai qualcosa di tuo, non un programma in tv ma magari sulla web tv del Fatto, un ritorno al Passaparola sarebbe splendido. Capisco che la visibilità non è la stessa, ma non hai bisogno di Santoro per rimanere il giornalista migliore d'Italia, anzi.
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venerdì 17 ottobre 2014
Dalla parte di Marco Travaglio "contro" Santoro
Oggi 17 ottobre Marco Travaglio ha scritto un ottimoeditoriale sul Fatto Quotidiano sulle motivazioni che hanno assolto Silvio
Berlusconi nel processo Ruby, dimostrando che le loro supposizioni erano
corrette.
Dopo la puntata di Servizio Pubblico andata in ora ieri sera e la lite tra Santoro e Travaglio che ha costretto Marco ha lasciare, giustamente, lo studio, posso
dire che anch’io avevo ragione: Santoro è una persona arrogante, faziosa,
venduta alla pubblicità e agli ascolti e, soprattutto, tremendamente invidiosa
del successo di Marco. E’ consapevole che senza Travaglio la sua trasmissione non
farebbe più nemmeno quei pochi ascolti che fa ancora.
Qualche giorno fa ho avviato su Facebook una “petizione”chiedendo a Santoro di mandare in onda Travaglio ad un’ora decente, visto che
sta provando di umiliarlo tenendolo per la fine della puntata. Molte persone
hanno partecipato ma alcune mi hanno criticato. Ora posso dire che sono
orgogliosa di averla avviata e sono felice perché avevo ragione a dire che
Travaglio dovrebbe mollare Santoro.
Non so cosa succederà ora, Il Fatto Quotidiano purtroppo ha
fatto l’errore di mettersi nella società che gestisce Servizio Pubblico e penso
sia ormai la principale motivazione per cui Travaglio prosegue la
collaborazione con la trasmissione; inoltre non sarebbe facile per lui mollare tutto, vi è un contratto in corso e probabilmente sarebbe costretto a pagare una penale a La7.
Potrebbe quindi essere che pace sia fatta, ma io sono e sarò sempre dalla parte di questa persona straordinaria qualsiasi scelta farà.
Potrebbe quindi essere che pace sia fatta, ma io sono e sarò sempre dalla parte di questa persona straordinaria qualsiasi scelta farà.
Per chi vuole seguirmi nella mia avventura e conoscere tutto ciò che riguarda questo bravo giornalista, può farlo nel mio gruppo su Facebook o nella mia pagina dove sarebbe gradito un piccolo "mi piace" di supporto, grazie.
giovedì 16 ottobre 2014
Giornali e tv "danno i numeri"
Da quando c’è Renzi al governo giornali, televisioni e pure
il premier in persona sembrano “dare i numeri”. Quando parlano dell’economia e
del lavoro l’unica cosa che conta sono le cifre, le percentuali di crescita o
di calo vengono confrontate ogni giorno in maniera ossessiva persino quando
sono numeri ridicoli.
Sono statistiche numeriche, spesso in contrasto tra loro in base a chi le
fa, di cui giornali e televisione ci riempiono la testa , dati che non
ricorderemo per più di un minuto, ma nessuno si rende veramente conto che i
problemi per chi li vive non sono numeri e non abbiamo bisogno di sentirli per
capire che il paese sta tracollando. Li viviamo sulla nostra pelle ogni giorno.
Forse, invece di attaccarsi a percentuali dello 0,1% in meglio o peggio,
andrebbe analizzato ogni settore per capire le problematiche e cercare di porvi
rimedio.
martedì 14 ottobre 2014
Genova e le solite scuse
Sull’alluvione di Genova vi sono grandi polemiche per il
mancato preavviso con i soliti rimpalli di responsabilità tipici italiani.
Ovviamente
il preavviso è indispensabile perché le persone si mettano in sicurezza e
cerchino di mettere al sicuro più cose possibili, ma il risultato sarebbe stato
comunque lo stesso: una città in ginocchio ancora una volta.
Il problema va
risolto alla fonte, va fatta manutenzione ai fondali dei fiumi tenendoli liberi
dai detriti, non incanalandoli in spazi troppo ristretti, non costruendo vicino
ai loro letti naturali, non cementificando continuamente tagliando alberi e
vegetazione togliendo alla terra la possibilità di assorbire l’acqua.
Bologna,
ad esempio, è piena di canali che negli anni ’60 sono stati quasi integralmente
coperti nel centro storico della città, eppure, ad oggi, mai sono successe
esondazioni del genere (quelli che si allagano sono i nuovi sottopassi).
Forse perché
quelle opere di copertura sono state fatte in tempi in cui si pensava al bene
della città e non solo agli interessi di costruttori senza scrupoli o al
risparmio sulla pelle dei cittadini.
E non vi era la vergognosa burocrazia
attuale che ferma le opere utili (per quelle inutili c’è sempre spazio e tempo)
anche quelle poche volte in cui vengono decise.
venerdì 10 ottobre 2014
L'ennesima tragedia a Genova
L’ennesima tragedia che si è abbattuta sulla città di Genova è
sicuramente colpa dei forti temporali, le famose “bombe d’acqua”, ma
principalmente è dovuto alla mancata manutenzione dei fondali dei fiumi per
tenerli liberi dai detriti, dalle costruzioni che vengono fatte troppo vicine
ai letti dei fiumi, dal taglio continuo di alberi e vegetazione per fare zone asfaltate non dando modo alla
terra di assorbire l’acqua, dall’incuria in cui versano a volte le strade (spesso rappezzate con pessimo asfalto).
In generale dalla totale mancanza di rispetto nei confronti della natura che si
ribella ai continui vandalismi di chi pensa solo agli interessi di costruttori
senza scrupoli o vuole risparmiare sulla pelle dei cittadini.
giovedì 9 ottobre 2014
I boss non parteciperanno a l'udienza di Napolitano
La motivazione per la quale Totò Riina
e Leoluca Bagarella non potranno partecipare alla testimonianza di Giorgio
Napolitano perché “l’immunità del Quirinale esclude la presenza degli
imputati”, forse avrà anche un appoggio giuridico, ma è l’ennesima
dimostrazione di quanto questo Capo dello Stato sia molto restio a far sapere
cosa si sono detti con Mancino in quella famosa telefonata fatta prontamente
cancellare e quali sono le motivazioni per cui si sono parlati.
Speriamo che
almeno possano entrare liberamente i giornalisti “accreditati” in modo da avere
notizie chiare ed imparziali sulla sua deposizione. I cittadini hanno tutto il
diritto di sapere chi ci sta rappresentando ormai da più di otto anni.
mercoledì 8 ottobre 2014
Qualche valutazione sul Tfr in busta paga
La novità di Renzi di mettere parte o tutto il Tfr in busta
paga, senza peraltro avere chiaro come al lato pratico, ha il sapor di una
beffa. Diversamente dal bonus di 80 euro (che almeno è pagato dal fisco) quella
di dare maggiori entrate in busta paga elargendo soldi che sono già di chi li
avrebbe è una mossa che costa poco o, peggio, può tassare ancora di più il già
tanto tartassato lavoro dipendente. Sono tante le valutazioni da fare. Il Tfr è
un sostegno quando finisce un rapporto di lavoro che frutta un interesse di
almeno l’1,5% annuo (più di tutti gli investimenti “sicuri”).
E’ una risorsa
per chi va in pensione, visto il calo smisurato della percentuale pensionistica
degli ultimi anni. Inoltre è a tassazione separata, con un’aliquota media in
base agli scaglioni di reddito applicati al dipendente e inoltre la
rivalutazione, per il Tfr maturato dal 2001, è tassata all’11%. Cosa
succederebbe se venisse messo in busta paga? Verrebbe tassato come il resto del
reddito andando quindi ad aumentare l’imponibile fiscale ed incidendo sulle addizionali
regionali e comunali, assegni famigliari e tutto ciò che si basa sul reddito?
Andrebbe in questo modo ad incidere anche sul bonus di 80 euro.
Inoltre cosa
succede a chi lo versa al fondo pensione? Avrebbe una disparità con chi lo
prende in busta paga. Poi vi è tutta la parte versata all’Inps
obbligatoriamente dalle aziende con più di 50 dipendenti, un’entrata enorme per
lo Stato. Non ultimo verrebbe a mancare un supporto per le piccole aziende che
dovrebbero anticipare una cifra che ora accantonano. Renzi le vuole aiutare con
le banche, non credo riuscirà a farlo a costo zero, almeno per le imprese.
Qualsiasi scelta venisse fatta sarebbe comunque difficile da mettere in pratica
in modo equo e sarebbe un’ulteriore impegno per i sostituti d’imposta che già
fanno i salti mortali per applicare correttamente tutte le normative fiscali e
previdenziali.
(resp. amm.va e gestione paghe)
lunedì 6 ottobre 2014
Interrogazione parlamentare per una partita di calcio??
Solo in Italia poteva succedere che vi fosse un'interrogazione
parlamentare per una partita di calcio.
Perchè gli errori commessi dall'arbitro incidono suglii andamenti borsisistici? Tutto ciò che succede in Italia incide quasi sempre sui titoli in borsa e quasi sempre a sfavore dei piccoli risparmiatori ed a favore dei grossi investitori.
Credo quindi che la politica abbia cose ben più importanti a cui pensare, visto che è in atto da parte del governo Renzi un piano per il lavoro che ha ben poco di promettetente.
O queste sono le solite distrazioni di massa, visto l'interesse smisurato che l'italia ha per il calcio e visto come gli italiani si accalorono per un'inutile partita?
Perchè gli errori commessi dall'arbitro incidono suglii andamenti borsisistici? Tutto ciò che succede in Italia incide quasi sempre sui titoli in borsa e quasi sempre a sfavore dei piccoli risparmiatori ed a favore dei grossi investitori.
Credo quindi che la politica abbia cose ben più importanti a cui pensare, visto che è in atto da parte del governo Renzi un piano per il lavoro che ha ben poco di promettetente.
O queste sono le solite distrazioni di massa, visto l'interesse smisurato che l'italia ha per il calcio e visto come gli italiani si accalorono per un'inutile partita?
Il giochino della salvaguardia=nuove tasse
Purtroppo Bechis dice una cosa molto giusta che regolarmente si avvera, come è successo con i due aumenti iva dal 20% al 21% e poi ancora dal 21% al 22%.
Inoltre fanno credere che vi saranno due o tre aumenti, poi fanno i magnanimi e si limtano ad uno o due, così fanno ingoiare meglio la pillola, almeno per i creduloni.
I nuovi 51 miliardi di tasse-Pane, latte e ancora case - Franco Bechis (Libero del 3 ottobre 2014)
Maxi-clausola di salvaguardia nella manovra. Il governo garantisce all’Ue: se le riforme falliscono, rialzi automatici alle imposte indirette. Salasso su Iva, benzina e immobili
È un giochino che ormai procede da quattro anni buoni di finanza pubbli-
ca. Dall’ultimo anno del governo Berlusconi in poi: lo fece Giulio Tremonti nel
2011,l’ha ripetuto Mario Monti nel 2012 e visto che non c’è due senza tre, è toccato
pure ad Enrico Letta nel 2013. Il giochino è questo: si scrive una supermanovra det-
tata dall’Europa, ma non si ha voglia né coraggio di presentare ai propri elettori
un salasso senza precedenti. Quindi per fare tornare in umeri si infilano moltenor-
me in assoluta libertà, ben sapendo che in gran parte nondaranno nessuna entra-
ta o risparmio di spesa reale. Lo sanno bene i ministri dell’Economia italiani, ma
ovviamente lo capiscono anche i supercontrollori dell’Ue a cui bisogna chiedere
ilvia libera per ogni manovra economica.
Cosìcomefinisce ilgiochino?Conl’inserimento di una clausola di salvaguardia: a
fronte di norme-fuffa si mette una copertura vera in caso di fallimento (pressochè
certo) delle prime. Scattano sempre l’anno successivo, nella speranza di avere
tempo nei12 mesiditrovare altresoluzioni buone. Nelle ultime tre manovre era
previsto in caso di fallimento delle previsioni che scattassero due aumenti delle
aliquote Iva e nell’ultima versione il taglio lineare delle detrazioni e deduzioni fiscali.
Il giochino deve essere piaciuto anche a Matteo Renzi, perché ha infilato nella
manovra che sta per presentare una superclausola di salvaguardia. Agli italiani
presenterà in pompa magna le sue splendide supercazzole.Agli sceriffi della Ue in-
vece dice: «Non state a perdere troppo tempo sul mio libro dei sogni. Perché se
tanto non funziona ho una carta di riserva sicura che stangherà gli italiani con
nuove tasse per51,6 miliardidieuro in un triennio». L’avvertimento ai signori che
contano è scritto nella nota di aggiornamento alDefappena presentatadalmini-
stro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: «Nella legge di Stabilità 2015 è ipotizzata
una clausola sulle aliquote Iva e sulle altre imposte indirette per un ammontare di
12,4 miliardi nel 2016 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Gli effetti di
tale clausola, genererebbero una perdita di Pil pari a 0,7 punti percentuali a fine
periodo dovuta da una contrazione complessiva dei consumi e degli investimenti
per 1,3 punti percentuali e un aumento del deflatore del Pil di pari importo». Una
botta pazzesca sulle tasche degli italiani. Su cui ovviamente il governo minimizza,
come se la fuffa fosse quella scritta per gli sceriffi della Ue e la verità invece quella
contenuta nelle norme che accarezzano la pancia all’elettorato.«Ma è così»,assicu-
railviceministro dell’Economia,LuigiCasero, che su quella plancia di comando
siede ormai da molti anni , attraversando i vari governi, «quando mai sono scattate
davvero le clausole disalvaguardia?Qualcuno ha toccato le detrazioni, che per al-
tro sono state sostituite proprio da questa formula che trovate nelDef?».No,la clau-
sola delle detrazioni non è scattata. Ma quella sull’Iva sì,almeno in parte.Un paio
diaumentini sono stati rinviati di qualche mese, ma alla fine grazie al giochino ci
troviamo con l’aliquota al 22% invece che al 20%. Questo dimostra che ci sono otti-
me probabilità che quella clausola di salvaguardia possa entrare in vigore, anche
perché fin qui di previsioni economiche il governo Renzi non ne ha azzeccata nem-
meno mezza, e il terreno è proprio ilprincipale tallone di Achille dell’esecutivo.
Che cosa colpirà quella possibile stangata da 51,6 miliardi di euro?
Le aliquote Iva marginali, e cioè quelle al 4% e quelle al 10%, che sono le uniche in grado di for-
nireincassinotevoli.Rischiano così di rincarare sensibilmente quasi tutti i generi
alimentari: latte e latticini, farina, riso, pasta, pane, olio, occhiali da vista, case asse-
gnate dalle cooperative, mense scolastiche (tutti questi sono al 4% oggi), e poi
ancora yogurt, birra, uova, miele, tè, spezie, bevande al bar, elettricità, biglietti di
cinema,teatro,concerti,servizi di trasporto pubblico (hanno tutti l’Iva al 10%).
Oltre l’Iva secondo quanto scritto nell’aggiornamento del Def si rischia un au-
mento anche delle imposte indirette. Di che si tratta? Tolta l’Iva che è già citata a
parte, le principali imposte indirette vanno a toccare tanto per cambiare il merca-
to della casa: sono le imposte di registro, quella ipotecaria e quella immobiliare.
Nell’elenco ci sono pure le accise, che significa nuovo aumento della benzina.
Scatteranno? Qualcuna sì di sicuro. Anche perchè c’è un piccolo trucco appena
perfezionato che consentirà a chi sta al governo (presumibilmente Renzi)dimet-
tere nuove tasse e poi dire che la pressione fiscale con luinon è aumentata. Iltruc-
co è quello del recente belletto ai conti pubblici fatto per calcolare nel Pil il fattu-
rato delle belle di notte, delle spese in armamenti e dello spaccio di stupefacenti.
Con quella manovra (ma nessuno se ne è accorto) sono state cambiate anche le po-
ste dell’entrata e magicamente già nel 2014 (e per gli anni successivi) la pressio-
ne fiscale è scesa di 0,3 punti percentuali senza levare nemmeno una tassa...
Inoltre fanno credere che vi saranno due o tre aumenti, poi fanno i magnanimi e si limtano ad uno o due, così fanno ingoiare meglio la pillola, almeno per i creduloni.
I nuovi 51 miliardi di tasse-Pane, latte e ancora case - Franco Bechis (Libero del 3 ottobre 2014)
Maxi-clausola di salvaguardia nella manovra. Il governo garantisce all’Ue: se le riforme falliscono, rialzi automatici alle imposte indirette. Salasso su Iva, benzina e immobili
È un giochino che ormai procede da quattro anni buoni di finanza pubbli-
ca. Dall’ultimo anno del governo Berlusconi in poi: lo fece Giulio Tremonti nel
2011,l’ha ripetuto Mario Monti nel 2012 e visto che non c’è due senza tre, è toccato
pure ad Enrico Letta nel 2013. Il giochino è questo: si scrive una supermanovra det-
tata dall’Europa, ma non si ha voglia né coraggio di presentare ai propri elettori
un salasso senza precedenti. Quindi per fare tornare in umeri si infilano moltenor-
me in assoluta libertà, ben sapendo che in gran parte nondaranno nessuna entra-
ta o risparmio di spesa reale. Lo sanno bene i ministri dell’Economia italiani, ma
ovviamente lo capiscono anche i supercontrollori dell’Ue a cui bisogna chiedere
ilvia libera per ogni manovra economica.
Cosìcomefinisce ilgiochino?Conl’inserimento di una clausola di salvaguardia: a
fronte di norme-fuffa si mette una copertura vera in caso di fallimento (pressochè
certo) delle prime. Scattano sempre l’anno successivo, nella speranza di avere
tempo nei12 mesiditrovare altresoluzioni buone. Nelle ultime tre manovre era
previsto in caso di fallimento delle previsioni che scattassero due aumenti delle
aliquote Iva e nell’ultima versione il taglio lineare delle detrazioni e deduzioni fiscali.
Il giochino deve essere piaciuto anche a Matteo Renzi, perché ha infilato nella
manovra che sta per presentare una superclausola di salvaguardia. Agli italiani
presenterà in pompa magna le sue splendide supercazzole.Agli sceriffi della Ue in-
vece dice: «Non state a perdere troppo tempo sul mio libro dei sogni. Perché se
tanto non funziona ho una carta di riserva sicura che stangherà gli italiani con
nuove tasse per51,6 miliardidieuro in un triennio». L’avvertimento ai signori che
contano è scritto nella nota di aggiornamento alDefappena presentatadalmini-
stro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: «Nella legge di Stabilità 2015 è ipotizzata
una clausola sulle aliquote Iva e sulle altre imposte indirette per un ammontare di
12,4 miliardi nel 2016 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Gli effetti di
tale clausola, genererebbero una perdita di Pil pari a 0,7 punti percentuali a fine
periodo dovuta da una contrazione complessiva dei consumi e degli investimenti
per 1,3 punti percentuali e un aumento del deflatore del Pil di pari importo». Una
botta pazzesca sulle tasche degli italiani. Su cui ovviamente il governo minimizza,
come se la fuffa fosse quella scritta per gli sceriffi della Ue e la verità invece quella
contenuta nelle norme che accarezzano la pancia all’elettorato.«Ma è così»,assicu-
railviceministro dell’Economia,LuigiCasero, che su quella plancia di comando
siede ormai da molti anni , attraversando i vari governi, «quando mai sono scattate
davvero le clausole disalvaguardia?Qualcuno ha toccato le detrazioni, che per al-
tro sono state sostituite proprio da questa formula che trovate nelDef?».No,la clau-
sola delle detrazioni non è scattata. Ma quella sull’Iva sì,almeno in parte.Un paio
diaumentini sono stati rinviati di qualche mese, ma alla fine grazie al giochino ci
troviamo con l’aliquota al 22% invece che al 20%. Questo dimostra che ci sono otti-
me probabilità che quella clausola di salvaguardia possa entrare in vigore, anche
perché fin qui di previsioni economiche il governo Renzi non ne ha azzeccata nem-
meno mezza, e il terreno è proprio ilprincipale tallone di Achille dell’esecutivo.
Che cosa colpirà quella possibile stangata da 51,6 miliardi di euro?
Le aliquote Iva marginali, e cioè quelle al 4% e quelle al 10%, che sono le uniche in grado di for-
nireincassinotevoli.Rischiano così di rincarare sensibilmente quasi tutti i generi
alimentari: latte e latticini, farina, riso, pasta, pane, olio, occhiali da vista, case asse-
gnate dalle cooperative, mense scolastiche (tutti questi sono al 4% oggi), e poi
ancora yogurt, birra, uova, miele, tè, spezie, bevande al bar, elettricità, biglietti di
cinema,teatro,concerti,servizi di trasporto pubblico (hanno tutti l’Iva al 10%).
Oltre l’Iva secondo quanto scritto nell’aggiornamento del Def si rischia un au-
mento anche delle imposte indirette. Di che si tratta? Tolta l’Iva che è già citata a
parte, le principali imposte indirette vanno a toccare tanto per cambiare il merca-
to della casa: sono le imposte di registro, quella ipotecaria e quella immobiliare.
Nell’elenco ci sono pure le accise, che significa nuovo aumento della benzina.
Scatteranno? Qualcuna sì di sicuro. Anche perchè c’è un piccolo trucco appena
perfezionato che consentirà a chi sta al governo (presumibilmente Renzi)dimet-
tere nuove tasse e poi dire che la pressione fiscale con luinon è aumentata. Iltruc-
co è quello del recente belletto ai conti pubblici fatto per calcolare nel Pil il fattu-
rato delle belle di notte, delle spese in armamenti e dello spaccio di stupefacenti.
Con quella manovra (ma nessuno se ne è accorto) sono state cambiate anche le po-
ste dell’entrata e magicamente già nel 2014 (e per gli anni successivi) la pressio-
ne fiscale è scesa di 0,3 punti percentuali senza levare nemmeno una tassa...
mercoledì 1 ottobre 2014
La (giusta) rabbia di Roma raccontata da Bechis
Franco Bechis scrive oggi su Libero un articolo che mette in luce, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il grande problema dell'immigrazione nelle grandi città Problema che molti ancora non vogliono vedere pur essendo sotto gli occhi di tutti (o quasi..). E come le istituzioni cerchino di "rosolvere" i problemi.
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Roma capoccia dell’odio anti-immigrati - Franco Bechis - Libero - 1 ottobre 2014
Nell’ultimo mese è statov quasi un bollettino di guerra. Risse notturne, assalti,
borseggi, rapine, violenze sessuali. Un quartiere della periferia est della capitale -
Corcolle- a caccia di immigrati dopo che un gruppo di questi ultimi hanno assalito per due
notti bus di linea cercando di violentare un’autista dell’aziendalocaledeitrasporti,l’A-
tac. Forse per la prima volta in questi annia Roma è esplosa l’emergenza immigrati. I
casi di cronaca nera hanno contrassegnato tutti i giorni di questa estate, e quasi sem-
preilprotagonistaerastraniero, un clandestino, o uno dei presunti «profughi» assegna-
tiallaCapitale dopolemigliaia di sbarchi di questi mesi.
Ne sono arrivati più di novemila in città, e in brevissimo periodo: erano 7mila ad ago-
sto, e la crescita rischia di essere esponenziale. Sono statismistati di quartiere in quar-
tiere con una regia comune delle autorità di pubblica sicurezza e delle istituzioni,co-
munediRoma inprimis.Ivari gruppi di immigrati sono stati tenuti lontani dal centro
storico per non spaventare i turisti,e destinati alle zone periferiche. Le stesse che già
hanno dovuto convivere con i campi omadi cittadini coccolati dalle giunte di sinistra
(e tornati a risplendere con il sindaco Ignazio Marino) e con la tradizionale immigra-
zione clandestina o regolare che fosse.
Quelche è accaduto a Corcolle è stato la punta dell’iceberg di un nuovo clima che si
respira nella Capitale. Quel gruppo di «profughi» ubriachi che hanno tentato di vio-
lentare la donna-autista di bus, hanno fatto esplodere una rabbia dei residenti che
covava già da tempo. I fatti si sono ripetuti simili qualche ora dopo, e dopo cortei di
protesta e mini-ronde antiimmigrati. La popolazione non sente ragioni,e non vuo-
le sotto casa i 500 profughi che sono stati assegnati. A Corcolle il caso è divampato,
ma non è diverso negli altri quartieri periferici di Roma.
Non sembra accorgersene il sindaco, che da giorni straparla proponendo le sue ri-
cette «pop» di efficacia pressochè nulla.Marino è in difficoltà, totalmente isolato an-
che dai suoi (il Pd lo avrebbe già mandato a casa, ma è frenato dal timore di non torna-
re in Campidoglio dopo i danni compiuti in città). Il primo giorno della rivolta ha prova-
to ad accarezzare la pancia della gente:«Manderò gli immigrati nei quartieri vip, an-
che ai Parioli», che sarebbe come fare un campo profughi nel quadrilatero della mo-
da a Milano. Ieri è passato da una trasmissione radio all’altra prima lamentandosi del-
l’eccesso di assegnazioni di profughi a Roma,poi piagnuolando e battendo cassa al
governo (è la sola cosa vera che ha fatto in questi mesi), perchè se anche lui avesse
quei 30 euro ad immigrato da dare a chi sia disposto all’ospitalità, il problema sa-
rebbe risolto. Una cosa in realtà il sindaco l’ha fatta per evitare altri casi Corcolle: ha
tagliato con il forbicione gran parte delle linee bus che andavano nelle periferie roma-
ne. Starà gongolando ora: se non ci sono i bus,gli immigrati non possono mica assaltar-
li. Per lui è l’uovo di Colombo. Per la gente che vive in quelle periferie è altra benzi-
na lanciata irresponsabilmente sul fuoco.
Marino cimette del suo nel fare guai,ma il caso Roma dovrebbe attirare ben altri occhi
di quelli di un piccolo sindaco di scarsa esperienza e ancora minori capacità.La capi-
tale per storia millenaria e vocazione imposta dal suo ruolo è stata fra le città al mondo
più tolleranti e aperta a mischiarsi con lo straniero. Una città d’arte, la capitale della
cristianità mondiale, non avrebbe potuto fare altro, e ha avuto anche i suoi bei van-
taggi da quella tolleranza. Ma il clima è cambiato, e per la prima volta si legge in ogni
quartiere una insofferenza che ben ha sperimentato il Nord Italia in questi anni. Ro-
ma è la città del potere, degli statali che hanno conservato il posto di lavoro quando tutti
gli altri lo perdevano. Ha i suoi privilegi. Ma riguardano una piccola parte dei suoi resi-
denti. Almeno un milione e mezzo di abitanti non mangia con il Palazzo e i suoi din-
torni. Vive in quartieri che spesso sono ghetti, in condizioni di povertà e talvolta di
miseria. Ha sentito forse più di altri la crisi che ha falcidiato esercizi commerciali, mes-
so in ginocchio migliaia di famiglie. Manca quel che serve a vivere, e quel poco che c’è
viene tolto di giorno in giorno. Non è più il momento di dividere con altri. Mentre gli
esercizideiromanichiudevano per crisi, ad ogni angolo di strada aprivano una botteguc-
cia o un chiosco cinesi, indiani, cittadini del Bangladesh, africani. E quella crisi che c’e-
ra è diventata ancora più pesante da sopportare. Quei quartieri rischiano di trasfor-
marsi nelle banlieu di Parigi alcontrario,perchèquilacaccia è agli immigrati.
Non è solo Roma a bruciare di questo fuoco, e bisogna accorgersene in fretta. Per-
chè anche nella Sicilia di Crocetta ogni settimana si registrano episodi simili: questo
continuo flusso di clandestini e profughi sta accendendo gli animi dei residenti, e gli inci-
denti fin qui capitati sono solo la spia di quel che sta per accadere.Basterebbeguarda-
re e mettere in fila i fatti per capirecomequelladell’immi-grazione (e della sicurezza
che è strettamente legata) sia diventata la prima emergenza nazionale.Purtroppo l’ulti-
ma di cui si occupa una classe politica e dirigente colpevolmente distratta da altre
inutilità...
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Roma capoccia dell’odio anti-immigrati - Franco Bechis - Libero - 1 ottobre 2014
Nell’ultimo mese è statov quasi un bollettino di guerra. Risse notturne, assalti,
borseggi, rapine, violenze sessuali. Un quartiere della periferia est della capitale -
Corcolle- a caccia di immigrati dopo che un gruppo di questi ultimi hanno assalito per due
notti bus di linea cercando di violentare un’autista dell’aziendalocaledeitrasporti,l’A-
tac. Forse per la prima volta in questi annia Roma è esplosa l’emergenza immigrati. I
casi di cronaca nera hanno contrassegnato tutti i giorni di questa estate, e quasi sem-
preilprotagonistaerastraniero, un clandestino, o uno dei presunti «profughi» assegna-
tiallaCapitale dopolemigliaia di sbarchi di questi mesi.
Ne sono arrivati più di novemila in città, e in brevissimo periodo: erano 7mila ad ago-
sto, e la crescita rischia di essere esponenziale. Sono statismistati di quartiere in quar-
tiere con una regia comune delle autorità di pubblica sicurezza e delle istituzioni,co-
munediRoma inprimis.Ivari gruppi di immigrati sono stati tenuti lontani dal centro
storico per non spaventare i turisti,e destinati alle zone periferiche. Le stesse che già
hanno dovuto convivere con i campi omadi cittadini coccolati dalle giunte di sinistra
(e tornati a risplendere con il sindaco Ignazio Marino) e con la tradizionale immigra-
zione clandestina o regolare che fosse.
Quelche è accaduto a Corcolle è stato la punta dell’iceberg di un nuovo clima che si
respira nella Capitale. Quel gruppo di «profughi» ubriachi che hanno tentato di vio-
lentare la donna-autista di bus, hanno fatto esplodere una rabbia dei residenti che
covava già da tempo. I fatti si sono ripetuti simili qualche ora dopo, e dopo cortei di
protesta e mini-ronde antiimmigrati. La popolazione non sente ragioni,e non vuo-
le sotto casa i 500 profughi che sono stati assegnati. A Corcolle il caso è divampato,
ma non è diverso negli altri quartieri periferici di Roma.
Non sembra accorgersene il sindaco, che da giorni straparla proponendo le sue ri-
cette «pop» di efficacia pressochè nulla.Marino è in difficoltà, totalmente isolato an-
che dai suoi (il Pd lo avrebbe già mandato a casa, ma è frenato dal timore di non torna-
re in Campidoglio dopo i danni compiuti in città). Il primo giorno della rivolta ha prova-
to ad accarezzare la pancia della gente:«Manderò gli immigrati nei quartieri vip, an-
che ai Parioli», che sarebbe come fare un campo profughi nel quadrilatero della mo-
da a Milano. Ieri è passato da una trasmissione radio all’altra prima lamentandosi del-
l’eccesso di assegnazioni di profughi a Roma,poi piagnuolando e battendo cassa al
governo (è la sola cosa vera che ha fatto in questi mesi), perchè se anche lui avesse
quei 30 euro ad immigrato da dare a chi sia disposto all’ospitalità, il problema sa-
rebbe risolto. Una cosa in realtà il sindaco l’ha fatta per evitare altri casi Corcolle: ha
tagliato con il forbicione gran parte delle linee bus che andavano nelle periferie roma-
ne. Starà gongolando ora: se non ci sono i bus,gli immigrati non possono mica assaltar-
li. Per lui è l’uovo di Colombo. Per la gente che vive in quelle periferie è altra benzi-
na lanciata irresponsabilmente sul fuoco.
Marino cimette del suo nel fare guai,ma il caso Roma dovrebbe attirare ben altri occhi
di quelli di un piccolo sindaco di scarsa esperienza e ancora minori capacità.La capi-
tale per storia millenaria e vocazione imposta dal suo ruolo è stata fra le città al mondo
più tolleranti e aperta a mischiarsi con lo straniero. Una città d’arte, la capitale della
cristianità mondiale, non avrebbe potuto fare altro, e ha avuto anche i suoi bei van-
taggi da quella tolleranza. Ma il clima è cambiato, e per la prima volta si legge in ogni
quartiere una insofferenza che ben ha sperimentato il Nord Italia in questi anni. Ro-
ma è la città del potere, degli statali che hanno conservato il posto di lavoro quando tutti
gli altri lo perdevano. Ha i suoi privilegi. Ma riguardano una piccola parte dei suoi resi-
denti. Almeno un milione e mezzo di abitanti non mangia con il Palazzo e i suoi din-
torni. Vive in quartieri che spesso sono ghetti, in condizioni di povertà e talvolta di
miseria. Ha sentito forse più di altri la crisi che ha falcidiato esercizi commerciali, mes-
so in ginocchio migliaia di famiglie. Manca quel che serve a vivere, e quel poco che c’è
viene tolto di giorno in giorno. Non è più il momento di dividere con altri. Mentre gli
esercizideiromanichiudevano per crisi, ad ogni angolo di strada aprivano una botteguc-
cia o un chiosco cinesi, indiani, cittadini del Bangladesh, africani. E quella crisi che c’e-
ra è diventata ancora più pesante da sopportare. Quei quartieri rischiano di trasfor-
marsi nelle banlieu di Parigi alcontrario,perchèquilacaccia è agli immigrati.
Non è solo Roma a bruciare di questo fuoco, e bisogna accorgersene in fretta. Per-
chè anche nella Sicilia di Crocetta ogni settimana si registrano episodi simili: questo
continuo flusso di clandestini e profughi sta accendendo gli animi dei residenti, e gli inci-
denti fin qui capitati sono solo la spia di quel che sta per accadere.Basterebbeguarda-
re e mettere in fila i fatti per capirecomequelladell’immi-grazione (e della sicurezza
che è strettamente legata) sia diventata la prima emergenza nazionale.Purtroppo l’ulti-
ma di cui si occupa una classe politica e dirigente colpevolmente distratta da altre
inutilità...
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