Il 4 e il 5 febbraio ha debuttato a Bologna il nuovo
spettacolo “E’ Stato la mafia” di Marco Travaglio, edito da Promomusic, con la
partecipazione di Isabella Ferrari e le musiche suggestive di Valentino
Corvino.
Ovviamente non potevo mancare di andarlo a vedere e scrivo la mia impressione.
Ovviamente non potevo mancare di andarlo a vedere e scrivo la mia impressione.
Un palco semplicissimo:due poltrone, un cavalletto dove si
alternano le foto dei personaggi (Pertini, Pasolini, Gaber, Flaiano e
Calamandrei) di cui la Ferrari leggerà le grandi citazioni, un tavolo per il
musicista, un’unica luce ad illuminare chi parla.
Nella prima parte, alternandosi con le magistrali letture della
Ferrari che fanno rivivere i veri italiani del passato, Marco ricorda, con
l’ironia che lo contraddistingue, i candidati alle imminenti elezioni che hanno
pendenze con la giustizia ed i reati di cui si sono macchiati. Una linea guida
per votare informati. Dopo le elezioni parlerà invece degli eletti o eleggibili.
Dopo di che si entra nel difficile argomento che dà il
titolo allo spettacolo: la trattativa Stato-mafia, un argomento importante, serio e pesante da
trattare. Ma Travaglio lo fa con le sue splendidi doti oratorie riuscendo a tenere
attenti all’ascolto per quasi tre ore l’intero teatro, che sta in assoluto
silenzio per non perdere nessuna preziosa parola.
Marco ripercorre gli ultimi 20 anni ripetendo, con
precisione e accuratezza, i punti salienti che hanno portato alla conoscenza di
una vergognosa trattativa avvenuta tra lo Stato e la Mafia. Il primo, sotto
ricatto della seconda, avrebbe ceduto in quasi tutti i punti del famoso papello
di Riina, per far cessare le stragi che hanno insanguinato l’Italia negli anni
90, comprese le morti di Falcone e Borsellino che avevano intuito come lo Stato
non fosse dalla loro parte ma, anzi, li considerasse scomodi perchè stavano
arrivando troppo velocemente alla verità.
Travaglio arriva così all’estate del 2012, quando scoppia lo
scandalo di alcune intercettazioni tra l’ex onorevole Mancino ed il Capo dello
Stato Napolitano, telefonate i cui contenuti, secondo quest'ultimo, devono rimanere sconosciuti e,
addirittura, distrutti. Si scatena così, da parte dei giornali e delle
televisioni, una guerra contro i magistrati di Palermo, colpevoli di avere,
secondo loro, compromesso l’onore della più alta carica dello Stato con accuse
infamanti. E Napolitano ricorrerà alla Consulta
sollevando un conflitto di attribuzione.
Il Fatto Quotidiano raccoglierà
ben 150000 firme in pieno agosto, in appoggio ai magistrati, di cittadini
indignati dal comportamento poco limpido del Capo dello Stato.
Tutto inutile, la
Consulta darà ragione a Napolitano, con una sentenza scontata e dalle
motivazioni discutibili, e ordinerà di distruggere le intercettazioni.
Ascoltare Travaglio parlare di questo trattativa in modo
chiaro, preciso e attendibile (sono tutti fatti ben documentati) è importante
per capire un pezzo disonorevole della storia del nostro paese che, ascoltando
telegiornali o leggendo giornali di parte, rimane sconosciuta o addirittura
viene capovolta. In questo può dare un grande aiuto leggere l’unico giornale
che non prende nessun finanziamento pubblico e dove i giornalisti possono
scrivere in assoluta libertà: Il Fatto Quotidiano.
Accompagnano il tutto le suggestive musiche di Corvino, particolari e molto belle.
Varie saranno le tappe che Marco farà in giro per l'Italia (Trieste 6/2-Pescara 8/2-Roma 9/2-Taneto di G.(RE) 22/2-Torino 23-24/2-Firenze 26/2-Genova 27-28/2-Bergamo 1/3-Varese 2/3-Forlì 9/3-Padova 10/3-Milano 15-16/3-Modena 22/3), Pordenone 12/04, Pietra Roselle (GR), 27/07 e altre ne verranno programmate anche al sud.
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