Siamo a dicembre e, come tutti gli anni, si avvicina il
momento del conguaglio fiscale in busta paga. Conguaglio che conviene sempre
controllare perché, ormai da qualche anno, è diventato piuttosto elaborato ed
abbastanza incomprensibile per chi non è del settore paghe.
Quindi ho pensato di spiegare in modo semplice ed il più
possibile chiaro come controllare la propria busta paga e rendersi anche conto
delle imposte pagate e che si andranno a
pagare nell’anno a venire.
Cominciamo col dire quali sono le imposte che
“girano”normalmente in busta, con riferimento sempre alla competenza:
-irpef: va a
conguaglio a fine anno
-imposta sostitutiva
sull’aumento di produttività (es.premi produzione, straordinari,
maggiorazioni turno): va a conguaglio a fine anno
-addizionale
regionale e addizionale regionale aggiuntiva: si calcolano a fine anno e vengono
trattenute in 10 rate, a partire da gennaio, l’anno successivo
-acconto addizionale
comunale: viene calcolata nella misura del 30% su quella dell’anno
precedente ad inizio anno e trattenuta in 9 rate da febbraio dello stesso anno.
Nel conguaglio di fine anno viene sottratto l’importo già pagato.
-addizionale comunale:
viene calcolata (sottraendo l’acconto) a fine anno e trattenuta in 10 rate
l’anno successivo.
Le addizionali non
sono dovute se non è dovuta Irpef.
Per procedere con il controllo si dovrà aver le tabelle
delle aliquote che si trovano sul sito dell’Agenzia delle Entrate e poi:
Irpef:
-prendere la somma dell’imponibile fiscale di ogni mese
(compreso dicembre e mensilità aggiuntive), calcolare l’imposta lorda con gli
scaglioni come da tabella irpef
calcolare le eventuali
detrazioni per figli a carico, coniuge, lavoratore dipendente, ecc., secondo le
formule segnalate sempre nella pagina della quale ho messo il link sopra.
-sottratte le
detrazioni dall’imposta lorda per ottenere l’imposta netta dovuta.
Imposta sostitutiva:
-prendere la somma degli eventuali imponibili soggetti a
imposta sostitutiva e calcolare il 10% per ottenere l’imposta netta dovuta
Addizionale regionale:
-prendere l’imponibile per l’addizionale (che normalmente
coincide con quello fiscale), andare nella pagina del Dipartimento delle
Finanze
prendere l’aliquota aggiuntiva della propria regione, sommata
all’aliquota base del 1,23%, e gli scaglioni di reddito. Individuato il proprio
scaglione l’aliquota complessiva va
calcolata sull’intero imponibile (quindi non come l’Irpef).
L’importo ottenuto sarà scritto in cedolino paga ma non sarà
sottratto in quanto verrà trattenuto a rate l’anno successivo (come spiegato
sopra)
Addizionale comunale (la
più complessa da verificare):
-prendere l’imponibile per l’addizionale (che normalmente
coincide con quello fiscale), andare nella pagina del Dipartimento delle
Finanze
scegliere il proprio comune per vedere l’aliquota applicata
e se vi sono scaglioni di reddito non
imponibili. Purtroppo qui ogni comune fa quello che vuole.
Una volta determinata l’aliquota, se si è sopra
all’eventuale reddito escluso, questa può essere applicata all’intero reddito o a scaglioni (lo si vede dalla tabella). L’importo ottenuto sarà indicato in cedolino
(con la sottrazione dell’acconto già pagato) e trattenuto in 10 rate l’anno
successivo (come spiegato sopra.).
In questo modo si potrà controllare il proprio conguaglio e
segnalare eventuali problemi all’ufficio paghe.
Purtroppo, anche se i software informatici sono sempre più
affidabili, le norme in fatto di fisco (soprattutto locale) cambiano talmente
spesso che non sono da escludere errori anche da parte di enti o aziende
grosse.
Spero di essere stata abbastanza chiara.
-
Sono completamente d’accordo con Fini. Di Travaglio (col
quale mi trovo sempre d’accordo, ma non in questo caso) non condivido il
non essere “puniti” per errori nella diffamazione di qualcuno sui giornali. E
per vari motivi:
1) Il giornalista, PRIMA di scrivere di una persona o azienda o qualunque cosa, deve
informarsi correttamente e a fondo
2) I giornali, in malafede, quando mettono una notizia la sbattono in prima pagina a
caratteri cubitali ma, se e quando sbagliano, mettono la smentita in fondo al
giornale in caratteri minuscoli o, quando va bene, in un trafiletto nelle
pagine interne. Inoltre il lettore è sempre più portato a credere al male che al
bene e potrebbe anche non leggere la smentita
3) Se non vi fosse la possibilità di essere denunciati o querelati, i giornalisti
potrebbero diffamare chiunque gli stia antipatico senza nemmeno avere gli
argomenti per farlo.
Per tutto ciò ritengo sia giusto che chi diffama sbagliando
paghi i danni almeno civilmente ma, se la diffamazione porta gravi conseguenze
al diffamato, è giusto che paghi anche penalmente (anche se poi in galera non si
va mai) e venga radiato dall’Albo, soprattutto se lo ha fatto volutamente. Si
sono visti troppi casi di persone e famiglie rovinate dall’ingordigia e
spregiudicatezza dei giornalisti.
Anche perché nelle cause, se il giornalista ha ragione,
viene scagionato e Travaglio lo sa bene visto che le ha vinte praticamente
tutte. Poi gli do ragione quando dice che i personaggi di cui lui scrive
denunciano e querelano, chiedendo risarcimenti milionari, per intimidazione.
E poi, come dice Fini, non si può stare dalla parte della
legge solo quando tocca gli amici o i nemici (a seconda dei casi) e dissentire
quando fa comodo.