Una delle poche cose giuste, se pur minima, che il nostro
governo aveva pensato era la riduzione di 1 punto percentuale
delle prime due aliquote Irpef. Una piccola cifra che sarebbe andata in
mano a tutti i redditi, anche i più bassi. E soprattutto sarebbe andata
in mano a chi paga le tasse "per forza" e cioè dipendenti e pensionati.
In cambio il governo avrebbe alzato di 2 punti l'iva più alta e di un
punto la media.
Ovviamente era tutto calcolato: l'insorgere delle
proteste, i commenti dei giornali, ecc. che avrebbero portato a lasciare
le aliquote Irpef, le più alte d'Europa (in questo caso l'Europa "non ce
lo chiede") così come sono e farci la "grazia" di aumentare di
un solo punto percentuale l'iva massima. Come se facessero un
regalo, come se non fosse comunque un'ennesimo aumento di imposta.
Ricordando che l'iva massima è già stata alzata da
ottobre 2011 dal 20 al 21%, con questo nuovo aumento ovviamente i prezzi
aumenteranno ben di più dell'uno per cento e aumenterà il costo del
carburante ulteriormente, facendo aumentare ancora di più i prezzi.
Questo farà sparire completamente il "beneficio" dello "sconto"
sull'aumento.
E non si compensa
nemmeno con l'aumento delle detrazioni per i figli a carico perchè,
oltre ad usufruirne solo chi ha figli e comuque raportate al reddito,
sono minori del beneficio dato dal mancato calo delle aliquote Irpef.
Gli acquisti uno li può valutare, scegliere ed
eventualmente non fare, mentre il calo delle aliquote Irpef sarebbe
stato un beneficio per tutti. Invece così, come sempre, i "poveretti"
che pagano le tasse interamente continuano a mandare avanti questo paese
altamente evasore nelle categorie più ricche.
Pubblicato su Pubblico del 27/11/12
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