Pongo, da profana, una domanda forse inutile. Ma non sarebbe
possibile fare una normativa per cui le elezioni comunali o regionali siano
nello stesso giorno? Bisognerebbe la prima volta accorciare il periodo in
carica di qualche giunta ma poi si andrebbe a regime.
Perché con queste continue elezioni distribuite nell’arco dei mesi i partiti, invece di pensare ai problemi del paese, sono in perenne campagna elettorale, tutti pensano solo come guadagnare voti con promesse puntualmente disattese e lasciano inevase le varie problematiche da affrontare, senza contare quanto ci stressano sui giornali e in televisione con le promesse prima e le “vittorie” (o presunte tali) dopo.
(MS)
Risponde Salvatore Cannavò sul Fatto Quotidiano del 28/03/19
Cara Monica,
in realtà la legge esiste già (anzi, nella tipica forma legislativa italiana ne esistono diverse) e infatti il governo ha dato via pochi giorni fa all’election day il 26 maggio, data delle Europee, con un apposito provvedimento che accorpa nella medesima data l’elezione dei sindaci e dei consigli comunali, “nonché l’elezione dei consigli circoscrizionali da tenersi nel periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 giugno”. Dopo il 26 maggio si voterà poi, all’eventuale turno di ballottaggio, il 9 giugno”. E allora, si chiederà, perché in Basilicata si è votato a marzo e così anche in Abruzzo e Sardegna e si voterà, ancora, a fine anno in Emilia Romagna? Perché, se la legge 15 luglio 2011 n. 111, recita che “le consultazioni elettorali per le elezioni dei sin- daci, dei presidenti delle Province e delle Regioni, dei Consigli comunali, provinciali e regionali, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, si svolgono, compatibilmente con quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, in un’unica data nell’arco dell’anno”, la legge 2 luglio 2004 n. 165 dice anche che “le elezioni dei nuovi consigli hanno luogo non oltre i sessanta giorni successivi al termine del quinquennio”.
Quando scade la legislatura di un Consiglio si deve votare, in- somma, e infatti il Tar della Basilicata ha accolto un ricorso del M5S che ha chiesto di non far slittare il rinnovo del consiglio regionale, in una regione in cui la giunta era indagata, fino alle Europee di maggio ma ha imposto il voto il 24 marzo. Questo non toglie, come lei scrive, che la classe dirigente politica potrebbe fare uno sforzo in più per gli accorpamenti e che il balletto della propaganda elettorale fatta ogni giorno dell’anno sia diventato indigesto.
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