Mentre giornali e televisioni si occupano di dove mettere a “riposare”
il nazista Priebke il nostro governo vara la Legge di Stabilità, che
naturalmente disillude le tante promesse fatte.
Sicuramente, tra le varie mosse
approvate, la più inutile è l’aumento della detrazione base per i dipendenti
che, passando da 1338 euro a 1510, lascia in busta paga ben 14 euro e 33
centesimi con i quali dovremmo risanare il bilancio delle famiglie. Sicuramente
questa ignobile riduzione di imposte non andrà a compensare quelli che saranno
gli aumenti per la nuova imposta sulla casa che, per giunta, andrà a gravare
anche sugli inquilini che quasi sempre, almeno coi privati, pagano già affitti
stratosferici. Vorrei ricordare a Letta, che si vanta di non avere alzato le
imposte, che l’Iva è aumentata di un punto sull’aliquota più alta solo 16
giorni fa e che la manovra prevede l’ennesimo aumento dell’imposta di bollo (aumento
già fatto in maniera pesante dal governo Monti) che andrà a tassare i depositi
bancari che spesso sono frutto di lavoro già tassato. Tolto il blocco del
rinnovo dei contratti al pubblico impiego che di sicuro non aiuterà la ripresa,
tutto il resto è solo uno spostamento di danaro da una parte all’altra. Cosa
che ben poco andrà ad incidere sulle famiglie ed i redditi più bassi per
migliorarne le condizioni.
(pubblicato sul Fatto Quotidiano del 17/10/13)
La bozza della legge:
http://www.leggioggi.it/wp-content/uploads/2013/10/ddl_stabilita_2014.pdf
I venti punti in breve:
1. La legge di stabilità prevede interventi per 11,6 miliardi di euro
nel 2014, complessivamente per 27,3 miliardi di euro nel triennio che
termina nel 2016.
2. Il governo prevede per il 2014 sgravi fiscali complessivi per 3,7 miliardi di euro.
3. È previsto il recupero di circa 8,6 miliardi di euro attraverso tagli alla spesa e nuovi interventi fiscali.
4. Non sono previsti tagli alla sanità.
5. Taglio del
cuneo fiscale
a partire dal 2014 con 2,5 miliardi di euro: 1,5 miliardi attraverso la
riduzione dell’IRPEF per le fasce medie e basse, 40 milioni per la
riduzione dell’IRAP e 1 miliardo per ridurre i contributi sociali
aziendali. Le detrazioni IRPEF per i lavoratori si fermano a 1.510 euro e
non più al previsto aumento di 1.600 euro.
6. TARES (Tassa Rifiuti e Servizi) e IMU (Imposta
Municipale Unica) sulle prime case non di lusso sono sostituite con la
TRISE (Tributo sui Servizi), che a sua volta si divide in due parti e
cioè la TARI per i rifiuti e la TASI sui cosiddetti “servizi
indivisibili” (le attività comunali offerte a tutti e non
individualmente, come la polizia locale, gli uffici tecnici, l’anagrafe,
eccetera).
7. L’importo della TARI sarà determinato sulla base
della superficie delle proprietà come avveniva già per la TARSU, la TASI
avrà un’aliquota di partenza pari all’1 per mille con stessa base
imponibile dell’IMU.
8. Tra il 2014 e il 2016 riduzione delle tasse per le imprese di 5,6 miliardi di euro e di 5 miliardi per i lavoratori.
9. L’imposta di bollo per le comunicazioni relative
ai prodotti finanziari aumenta, passando dall’1,5 per mille di
quest’anno al 2 per mille per il 2014. Il bollo non si paga per le
comunicazioni legate ai fondi sanitari e a quelli pensionistici. In
questo modo il governo confida di recuperare 900 milioni di euro.
10. Sono prorogati di un anno gli incentivi per le
ristrutturazioni che prevedono un bonus del 65 per cento sulle spese per
il risparmio energetico (“ecobonus”) e del 50 per cento per quelle
semplici. Dal 2015 le aliquote scenderanno.
11. Entro fine anno saranno venduti a Cassa Depositi
e Prestiti Spa, la società finanziaria partecipata al 70 per cento dal
ministero dell’Economia, immobili per circa 500 milioni di euro.
L’operazione servirà per ridurre in parte il debito pubblico, ritoccando
il rapporto tra deficit e Prodotto Interno Lordo (PIL) per il 2013.
L’operazione sarà ripetuta nei prossimi due anni e le dismissioni
dovrebbero fruttare 1,5 miliardi di euro.
12. Viene rivisto il sistema di calcolo del “patto
di stabilità” interno degli enti locali, quello che devono rispettare i
comuni e che è stato spesso criticato dai sindaci per essere rigido al
punto da impedire nuovi investimenti. Ai comuni dovrebbero arrivare
circa 1,5 miliardi di euro in seguito allo sblocco di diverse risorse.
13. Saranno aumentate le deduzioni dell’ACE (Aiuto
alla Crescita Economica), il meccanismo introdotto dal governo Monti per
incentivare la capitalizzazione delle società. Nel 2014 la deduzione
passerà dal 3 per cento al 4,2 per cento.
14. Sono messi a disposizione 250 milioni di euro
per la social card, che potrà essere usata anche dagli immigrati con
permesso di soggiorno per lungo periodo. Previsti 250 milioni di euro
per il fondo per i non autosufficienti.
15. È previsto un “contributo di solidarietà” per
gli esodati, che sarà ottenuto attraverso un prelievo (ripetuto per tre
anni) del 5 per cento dalle pensioni nella fascia tra i 100mila e i
150mila euro lordi l’anno, del 10 per cento per le pensioni sopra i
150mila euro lordi e del 15 per cento per le pensioni sopra i 200mila
euro.
16. Blocco della contrattazione per gli impiegati
pubblici per tutto il prossimo anno. Viene progressivamente modificato
il turn over (la sostituzione degli impiegati che vanno in pensione con
nuovi assunti): nel 2015 ci saranno assunzioni per il 40 per cento dei
ritiri, nel 2016 per il 60 per cento e nel 2017 per l’80 per cento.
17. Al Piano nazionale per la banda larga sono destinati 20,75 milioni di euro.
18. Il Fondo di garanzia per le piccole e medie
imprese, quello che serve per ottenere con meno difficoltà un prestito,
prevede fondi per 1,6 miliardi di euro spalmati sui prossimi tre anni.
19. Per trasporti e infrastrutture sono previsti 400
milioni per le Ferrovie, 335 milioni per l’ANAS e 400 milioni di
finanziamento per il
MOSE, il sistema di paratie per proteggere Venezia dall’acqua alta.
20. Alle università andranno 230 milioni di euro ed è
previsto per il 2014 un aggiustamento della spesa per le scuole
paritarie con nuove risorse per 220 milioni di euro.
(fonte Il Sole 24 ore)