Negli ultimi anni si
è intensificato il fenomeno del femminicidio. Si pensa che la
popolazione italiana nel tempo sia più evoluta e informata, che le
donne abbiano la loro indipendenza lavorativa e mentale, che non
siano più succubi dei mariti e che non debbano più dipendere da
loro economicamente. Si pensa che gli uomini
abbiano imparato a rispettare le donne, a trattarle come loro pari e
a non pensare di avere a che fare con esseri inferiori.
Invece
più il tempo passa e più si moltiplicano i casi in cui le donne
vengono maltrattate, picchiate, insultate, violentate e a volte
uccise. Questo per mano degli uomini che dicono di amarle e che loro
stesse hanno scelto come compagni di vita. Uomini in grado di
soggiogare talmente tanto la loro donna da renderla impotente,
insicura e incapace di reagire. Uomini che usano una violenza
inaudita e inspiegabile, in crescita e che spesso coinvolge anche i
figli. Non sono più tanto rari nemmeno i casi di uomini che uccidono
l'intera propria famiglia, probabilmente in preda alla follia.
E
donne che non riescono, nonostante i maltrattamenti quotidiani, ad
abbandonare i loro uomini. A volte lo fanno per motivi economici,
perché non hanno uno stipendio e non saprebbero dove andare. Ma
spesso rimangono al fianco dei loro carnefici perché pensano di non
avere nessun futuro altrove o per la paura di ripercussioni sui figli
che vivono sempre questa situazione in maniera molto drammatica. I
figli delle coppie che litigano in continuazione hanno problemi a
rapportarsi con gli altri e subiscono sulla loro pelle la pesante
situazione familiare. Se poi vedono la loro madre succube del padre e
maltrattata crescono con tanta rabbia dentro che non riescono a
sfogare in nessuna maniera. Vedono il padre come un nemico, una
persona che non fa parte della famiglia è un essere spregevole di
cui vergognarsi, con piena ragione.
Recensione Il Fatto Q., 1-11-17 |
In
questo romanzo racconto la storia di una famiglia del centro sud che
vive questa situazione e la racconto dal punto di vista della donna.
Penso
sia molto difficile spiegare le sensazioni, le paure e i pensieri di
una donna che si trova in questa situazione senza, per fortuna, avere
vissuto questa terribile esperienza ma, mettendoci tutta la
sensibilità di cui sono capace, cerco di immedesimarmi in Sofia e
provo a mettere su carta il dramma che vivono o hanno vissuto tante
donne. Purtroppo parecchie sono state uccise, altre fortunatamente
sono riuscite, grazie all'aiuto dei centri nonviolenza, a fuggire
dai loro compagni carnefici e hanno trovato una vita più serena.
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L'espansione iperbolica della violenza, appaga perfettamente le finalità di chi ci vuole portare all'esaltazione della "morte"! Quei masso/illuminati che hanno un obiettivo preciso: sostituirci con la "tecnologia" (robottizzazione) e dominare il mondo. Con un po' di attenzione, questa, chiamiamola, previsione è già facilmente percepibile.
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