mercoledì 20 luglio 2016

Padellaro ha ragione: siamo insignificanti

Leggendo il bel pezzo di Antonio Padellaro sul Fatto del 18 luglio sorge una riflessione. Il pezzo si chiude dicendo che siamo "insignificanti" per i mostri del terrorismo. E' vero, siamo insignificanti perchè non sappiamo prendere decisioni, perchè stiamo dalla parte di chi ci fa comodo al momento (cosa però abbastanza comune nel resto del mondo, visto il comportamento dei vari stati con il golpe in Turchia), siamo opportunisti e un po’ vigliacchi, “urliamo” sulle tastiere, ci lamentiamo coi conoscenti ma non agiamo mai al lato pratico nemmeno per scendere in piazza.

Siamo insignificanti anche per il resto d'Europa che “conta” e questo permette loro di dare “ordini” di ogni tipo e di sfruttare la nostra posizione geografica per lasciarci tutto il problema immigrazione.

Come cittadini, nostro malgrado, siamo insignificanti per le banche che approfittano per sottrarci risparmi in modo subdolo. Da sempre siamo insignificanti per i governanti (qualsiasi essi siano) che prendono i nostri soldi e li usano spesso per i loro sporchi interessi. Siamo insignificanti per le istituzioni alle quali poniamo con diritto i nostri problemi ma non veniamo mai ascoltati. Siamo insignificanti per l’informazione giornalistica che spesso usa televisione e giornali solo per fare propaganda governativa negando i problemi ed enfatizzando gli “annunci” del premier di turno.
L’unico momento in cui non siamo insignificanti è quando dobbiamo votare e allora ci riempiono di illusioni e balle alle quali spesso crediamo. Ma poi diventiamo insignificanti anche alle elezioni perché ci assentiamo dal nostro diritto di voto e ce ne freghiamo, rassegnati e disinformati. Siamo insignificanti per i nostri vicini perché ci limitiamo a guardare solo il nostro orticello e i nostri interessi, fregandocene di ciò che succede pochi metri più in là.
Speriamo quindi di essere veramente insignificanti per il terrorismo, ma purtroppo su questo punto i dubbi sono legittimi, visto chi è preposto alla nostra sicurezza.
(Pubblicato in parte su Libero del 23 luglio 2016)
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IL MIO LIBRO: ho raccontato quello che è l'incubo di molti genitori, perdere la tranquillità economica e non vedere un futuro per sé e i propri figli. Per molte famiglie italiane questa potrebbe anche non essere una storia di fantasia.

I protagonisti di questo romanzo, Stefano e Claudia con i loro figli, perdono tutto quello che nel tempo avevano duramente conquistato o creato e si trovano a dover fronteggiare una situazione economica drammatica senza vedere un futuro. Conosceranno una realtà mai vissuta di povertà, di precarietà e di impotenza. Lungo il loro cammino conosceranno da vicino anche il problema dell'immigrazione e dei senza tetto.
Riusciranno a trovare la strada per un futuro migliore?
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