Lunedì 24 agosto al Moby Cult di Rimini a sentire Marco Travaglio presentare
il suo ultimo libro “Slurp” vi era tantissima gente. Purtroppo, causa tempo incerto, l'evento è stato spostato in un teatro piuttosto piccolo non adatto a contenere tutte le persone che volevano ascoltare Marco per cui molti sono rimasti fuori. Dimostrazione che la carenza di informazione corretta in Italia è un
problema sentito da molte persone. Purtroppo invece la stampa
asservita al potere di turno è frequente nel nostro paese.
Marco, con la sua eccezionale dialettica, affronta l'argomento in maniera piacevole da ascoltare ma che lascia l'amaro in bocca pensando a come è messa la nostra stampa. Travaglio fa poi presente che è un problema per molti giornali anche all'estero. L'Italia però è particolarmente brava nell'avere giornali asserviti al potere di turno oppure al leader preferito.Marco ha parlato per un'ora e mezzo leggendo alcuni esempi delle notizie leccaculo presenti nel suo libro di ben 550 pagine. Ha poi risposto ad alcune domande dei presenti. Come sempre è saltato fuori quello che gli ha chiesto, per l'ennesima volta, chiarimenti sulla puntata di Servizio Pubblico con Berlusconi. Lui ha risposto, sempre con pazienza e gentilezza. Possibile che ancora, dopo due anni e mezzo, l'unica cosa che si ricorda di quella puntata sia la sedia spolverata o la lista di processi di Marco e NON ciò che lui gli ha detto e che NESSUNO ha mai avuto il coraggio di dirgli ma nemmeno scrivergli?
Sarebbe meglio ricordare l'arroganza e il comportamento di Santoro che, per fare ascolti, ha lasciato che B. leggesse in modo patetico l'elenco dei processi di Marco (tutti vinti, Travaglio ha la fedina penale pulitissima) senza fermarlo e senza dare a Marco diritto di replica. Una battuta di Travaglio però è bastata a zittire per un momento B. "Se io fossi stato un criminale lei mi avrebbe proposto la presidenza del Senato".
Tornando all'argomento del libro, il "vizio" della stampa asservita si è visto particolarmente negli ultimi 20/22 anni, a
partire dal governo Berlusconi che è stato l’esempio più chiaro
di questo modo di scrivere a 90 gradi, probabilmente perché B. è
padrone di televisioni e di molti giornali che lo hanno portato ad
essere il più leccato. Ma anche con il governo Monti non
si è scherzato. Come non è stato da meno il Capo dello Stato
Napolitano che, con i suoi continui e discutibili moniti, è sempre
stato appoggiato da gran parte della stampa.
Ora anche il governo
Renzi viaggia molto bene su questo percorso, pur non possedendo
giornali e televisioni, riesce comunque ad essere costantemente al
centro dell’attenzione con alcuni giornali che a ogni cosa che fa,
ogni frase detta o tweet, vede l’appoggio incondizionato alle sue
parole, spesso in modo veramente ridicolo. Nel 2014 nella classifica
della libertà di stampa siamo scesi al 73esimo
posto, tra la Moldavia e il Nicaragua, dimostrando come la
situazione sia in peggioramento.
Oltre
al potere di turno che è in grado di controllare la stampa grazie
alle intimidazioni fatte ai giornalisti, alle leggi discutibili sulla
libertà di scrivere o di parlare che spesso portano a sentenze che
costringono i giornali o i giornalisti a multe salatissime, gioca a
favore di questa sudditanza anche l’erogazione di
finanziamenti pubblici che quasi tutti i giornali (tranne il Fatto
Quotidiano) percepiscono in maniera vergognosa. E gioca a favore
anche la pubblicità, spesso le aziende che intendono
pubblicizzare i loro prodotti o servizi scelgono i giornali che mai
li hanno criticati. E visto che in Italia la corruzione e gli
inciuci sono presenti quasi ovunque è facile immaginare come chi
faccia il proprio mestiere di giornalista veda difficilmente nel
proprio giornale cadere la scelta pubblicitaria della aziende. E
qui possiamo menzionare nuovamente Il Fatto Quotidiano che ha ben
poca pubblicità.
Un
fatto successo in questi ultimi giorni dimostra quanto sopra: i
problemi avuti dal Fatto Quotidiano per la festa a Roma, sull'IsolaTiberina, trovandosi a venire censurati dal direttore dell'evento
“L'Isola del Cinema”, Giorgio Gironi, (col quale il Fatto aveva già fatto il
contratto e pagato gli spazi) che voleva vietare la lettura delle
intercettazioni di Mafia Capitale, per altro già largamente
pubblicate, con scuse patetiche cambiate di giorno in giorno e coinvolgendo il magistrato Sabella che nulla sapeva di un presunto invito inventato da Gironi.
Il Fatto ha deciso quindi di spostare la festa altrove. Un'ottima scelta che conferma l'indipendenza di questo giornale che non si lascia intimidire da nessuno. Questi personaggi, che hanno sicuramente qualcuno alle spalle che gli dice cosa fare senza esporsi di persona, devono smettere di voler comandare sull'informazione e voler decidere per altri le cose da dire o non dire minacciando censure, oltretutto non rispettando accordi e contratti già fatti.
Il Fatto ha deciso quindi di spostare la festa altrove. Un'ottima scelta che conferma l'indipendenza di questo giornale che non si lascia intimidire da nessuno. Questi personaggi, che hanno sicuramente qualcuno alle spalle che gli dice cosa fare senza esporsi di persona, devono smettere di voler comandare sull'informazione e voler decidere per altri le cose da dire o non dire minacciando censure, oltretutto non rispettando accordi e contratti già fatti.
Penso che Gironi abbia ottenuto l'effetto contrario. Se quelle
intercettazioni prima le avrebbero ascoltate solo i presenti, ora la
curiosità e la voglia di contrastare queste ingiustizie, ha mosso
tanti che si sono affiancati al giornale e al suo direttore. Magari
involontariamente Gironi è pure riuscito nell'impresa di fa nascere
nuovi abbonati e lettori.
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