martedì 9 giugno 2015

Perchè leggere "Slurp", il libro di Marco Travaglio

Ho finito di Leggere l’ultimo libro di Marco Travaglio “Slurp”, edito da Chiarelettere. 

La scelta del sottotitolo “Dizionario delle lingue italiane”  è una bellissima anticipazione   di ciò che verrà trattato nel libro. Come sempre nei suoi testi Marco fa un preciso prologo sull’argomento che tratterà nel libro in questione. In questo caso si parla del giornalismo spesso venduto al potere e di come alcuni giornali scrivano articoli che sono chiaramente di parte, quella del governo e dei potenti di turno.  
Con l’ironia che gli è solita, Marco riporta tanti esempi di frasi molto asservite estrapolate da articoli (di cui riporta fedelmente la fonte perché non scrive mai a vanvera, ma è sempre ben documentato) o addirittura articoli interi che leccano molto il sedere della persona menzionata.

Questo “vizio” si è visto particolarmente negli ultimi 20/22 anni, a partire dal governo Berlusconi che è stato l’esempio più chiaro di questo modo di scrivere a 90 gradi, probabilmente perché B. è padrone di televisioni e di molti giornali che lo hanno portato ad essere il più leccato.  Ma anche con il governo Monti non si è scherzato, si è arrivati a leccare perfino il suo cane.
Come non è stato da meno il Capo dello Stato Napolitano che, con i suoi continui e discutibili moniti, è sempre stato appoggiato da gran parte della stampa.
Ora anche il governo Renzi viaggia molto bene su questo percorso, pur non possedendo giornali e televisioni, riesce comunque ad essere costantemente al centro dell’attenzione con alcuni giornali che a ogni cosa che fa, ogni frase detta o tweet, vede l’appoggio incondizionato alle sue parole, spesso in modo veramente ridicolo.
Marco nel suo libro racconta tutto questo e molto altro, un testo piacevole da leggere, non pesante e, a tratti, pure divertente, se non ci fosse da piangere per la inutilità della nostra informazione. Nel 2014 nella classifica della libertà di stampa siamo scesi  al 73esimo posto, tra la Moldavia e il Nicaragua, dimostrando come la situazione sia in peggioramento.

Oltre al potere di turno che è in grado di controllare la stampa grazie alle intimidazioni fatte ai giornalisti, alle leggi discutibili sulla libertà di scrivere o di parlare che spesso portano a sentenze che costringono i giornali o i giornalisti a multe salatissime, gioca a favore di questa sudditanza anche l’erogazione di finanziamenti pubblici che quasi tutti i giornali (tranne il Fatto Quotidiano) percepiscono in maniera vergognosa. E gioca a favore anche la pubblicità, spesso le aziende che intendono pubblicizzare i loro prodotti o servizi scelgono i giornali che mai li hanno criticati. E visto che in Italia la corruzione e gli inciuci sono presenti quasi ovunque è facile immaginare come chi faccia il proprio mestiere di giornalista veda difficilmente nel proprio giornale cadere la scelta pubblicitaria della aziende. E qui possiamo menzionare nuovamente il Fatto Quotidiano che ha ben poca pubblicità.

Marco Travaglio quindi, nelle oltre 500 pagine di questo bel libro, con il suo splendido modo di scrivere e la sua precisione, cerca di far capire ai lettori quanto poco attendibile sia l’informazione in Italia e, con la sua straordinaria ironia, commenta gli articoli riportati mettendo in evidenza le assurdità delle molte cose che vengono scritte.

L’unico difetto che trovo in questo libro è la presentazione in ultima di copertina che lo stesso Marco fa del volume e l’uso ripetitivo della parola “leccaculo” (presente troppo spesso anche nel volume). Essendo la prima cosa che una persona legge prendendo in mano il libro per capirne il contenuto e deciderne magari l’acquisto, avrei evitato. Ma è ben poca cosa di fronte all’intero testo.

Inoltre Marco sullo stesso argomento e con lo stesso titolo ha portato (e spero porterà ancora) uno spettacolo in teatro, edito da Promomusic, sicuramente esilarante tenendo conto della bravura di Travaglio nell’oratoria. Il prossimo appuntamento dello spettacolo è addirittura all'estero, dove Travaglio è sempre apprezzato come ottimo giornalista libero. Sarà infatti a Ginevra il 19 settembre.
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