Per fortuna che il Fatto aveva scritto che Travaglio avrebbe avuto una scrivania, che sarebbe
intervenuto in tutta la puntata, invece lo hanno inquadrato un secondo
dopo un'ora, non è intervenuto, ha fatto il monologo dal tavolo di
Santoro (chiamarla scrivania è utopistico) ed è stato più corto di
quelli dell'anno scorso. Con la battuta trita e ritrita detta all'inizio
il suo intevento mi è scaduto subito. Io "amo" tutto il lavoro di
Marco, ma da Santoro dà il peggio di sè, i suoi monologhi sono sempre un
misto di quello che scrive sul giornale, con battute già ripetute
all'infinito, detto troppo velocemente. Lo apprezzo molto di più in
altri ambiti (e nel caro defunto Passaparola).
Per il resto la
trasmissione è stata il solito chiaccherio inutile di politici che
raccontano balle. E ben poco altro, l'arroganza di Santoro è sempre
quella. Penosa la cosa del televoto sui politici, un modo per
arricchirsi coi soldi degli sms che, oltre che ingrassare le loro
tasche, ingrassano quelle delle compagnie telefoniche. Un'imitazione del
Grande Fratello, una tristezza.
Speravo in una scenografia più
decente, almeno con gli ospiti vicini tra loro, invece la solita
tristezza dell'anno scorso, con in più la faccia tosta di Santoro che,
dopo aver illuso le tv private, passa a La7 (dopo averne detto peste e
corna l'anno scorso per il mancato contratto) e cala i pantaloni per non
perdere ancora soldi e ascolto.