giovedì 22 marzo 2018

L'Antitrust ferma i furbetti della telefonia

L’Antitrust prova a fermare le compagnie telefoniche che probabilmente hanno fatto “cartello”, bloccando “in via «cautelare» ma con «ragioni di estrema gravità e urgenza»”, tutti i rialzi tariffari annunciati da Telecom, Vodafone, Wind Tre e Fastweb dopo lo stop alla fatturazione a 28 giorni e l’obbligo al ritorno a quella mensile.

Gli aumenti partirebbero dal 24 marzo, ma in quell’8,6% in più che ogni consumatore si sarebbe trovato a pagare, il Garante della concorrenza ha ipotizzato un’intesa tra le compagnie (ma va??).

L’Antitrust il 7 febbraio ha avviato un’istruttoria sui comportamenti dei 4 operatori, ritenuti troppo simili (un tantino uguali no?) dopo il divieto alle bollette su 28 giorni e con un risultato identico: un ritorno alla fatturazione su 12 mesi anziché 13 ma con un aumento uguale per tutti dell’8,6% che, di fatto, fa in modo che il loro rincaro precedente (con il passaggio del 2017 alla fatturazione a 28 giorni) rimanga in essere.

La richiesta di stop ai rialzi è stata fatta affinché ogni compagnia «definisca la propria offerta in modo autonomo». Gli ispettori dell’Antitrust hanno raccolto prove di contatti «quasi giornalieri» tra i 4 operatori che, attraverso l’associazione di categoria Asstel, si sarebbero accordati per «mantenere fermo l’aumento dell’8,6%», a danno delle «dinamiche competitive sui mercati rilevanti».

Le 4 compagnie hanno 7 giorni per provare il contrario. Fastweb ci ha già provato facendo sapere «di aver agito sempre correttamente e di aver costantemente perseguito politiche commerciali indipendenti dai concorrenti». L’istruttoria va avanti. Ogni operatore rischia sanzioni fino al 10% del fatturato.

Chissà se si riuscirà mai a fare in modo che queste aziende si comportino in maniera corretta verso i consumatori con una sana concorrenza?

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