
Nel
2012, quando vi era il Governo Monti (il primo dei 4 governi mai votato dagli
italiani), il Parlamento approva una
delle riforme costituzionali più vergognose della storia della nostra repubblica:
il pareggio di bilancio,
cioè l’obbligo dello Stato di pareggiare le entrate e le uscite senza creare
deficit economico.
È
anche vero che l’obbligo inserito nel nuovo testo dell’art. 81 lascia pure l’ipotesi
di un «ricorso all’indebitamento …
consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e,
previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei
rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali», ma è anche
vero che tale ricorso deve essere adottato con una procedura aggravata e solo
al verificarsi di eventi eccezionali. Un modo per indorare la pillola.

La
norma passò nel più totale silenzio, non vi furono dibattiti pubblici,
l’informazione televisiva e giornalistica la trascurarono ma purtroppo rappresenta
una delle imposizioni più eccessive e vergognose da parte dell’Unione Europea nei
confronti dell’Italia, nata a seguito della crisi sul debito pubblico del 2011.

Una
norma suicida per l’Italia che ha attestato del tutto la nostra cessione di sovranità all’Unione
Europea (se mai vi fosse stato ancora qualche dubbio). I nostri sempre patetici politici, senza
pensare minimamente a quello che avrebbe significato negli anni a venire per il
paese questo maledetto pareggio, hanno firmato in fretta e furia per compiacere
l’Unione Europea e ci hanno messo in una spirale che ci lega a tirare la
cinghia a vita.
Nessun commento:
Posta un commento