lunedì 13 gennaio 2014

Lettera a Pirani di Repubblica su l'accusa di vilipendio a Travaglio



Buongiorno Sig.Pirani,
le scrivo a proposito della sua accusa di vilipendio al Fatto Quotidiano ed in particolare al Sig. Marco Travaglio.
Ritengo che lei dovrebbe andare a vedere sul vocabolario cosa significa “vilipendio” perché mi pare che ritenere tale la critica, dura ma innocente, di Travaglio sullo scontato discorso del Capo dello Stato sia veramente fuori luogo ed un’accusa da parte sua molto grave. Personalmente non guardo mai il discorso di fine anno, lo trovo tempo perso. Tutti gli anni ci vengono propinati 20 minuti di ipocrisie, vengono sbandierati risultati mai raggiunti, false promesse e parecchie frasi demagogiche inutili. Questo Capo dello Stato, l’unico giunto al suo ottavo discorso, fa pure la finta paternale ad un governo che ha fortemente voluto lui accettando di fare le larghe intese che stanno affondando ulteriormente il paese e non giungono a nessun risultato utile per la ripresa. Un governo di persone che sono brave solo a cercare di trovare tutte le strade costituzionali o meno, per non perdere la propria troppo pagata poltrona.

Se vuole chiamare qualcosa  vilipendio lei dovrebbe leggersi l’articolo di Travaglio di domenica 12 gennaio (ma sono sicura che l’ha fatto, se non altro per trovare qualche altra stupidaggine da scrivere e  perché l’invidia è una brutta cosa) sui vergognosi dialoghi dei faccendieri che lucrano sul terremoto dell’Aquila. Quello riterrei vilipendio:  vilipendio verso i morti, verso i loro cari,  vilipendio verso i feriti, contro chi ha perso tutto. Non so se Repubblica abbia avuto il coraggio di denunciare questi fatti, ma lei  forse imparerebbe cosa vuol dire fare del serio giornalismo.

Oltretutto, come vicedirettore di un giornale importante, trovo la sua mossa pure controproducente perché sono tante le persone che leggono sia Il Fatto che Repubblica e muovere un’accusa così pesante nei confronti di un “concorrente” può solo portare alcuni lettori a scegliere solo il primo.


Ritengo di avere perso pure troppo tempo nello scriverle, concludo dicendo che sono orgogliosa di leggere ogni giorno Il Fatto Quotidiano, di dargli il mio piccolo sostegno, sono orgogliosa di aver stretto la mano a persone straordinarie come Antonio Padellaro e Marco Travaglio. Ma sono orgogliosa pure di non leggere Repubblica, anche se penso che non tutti i giornalisti che vi scrivono siano al suo livello.
Saluti.

(Pubblicata, in parte, sul Fatto Quotidiano del 19 gennaio 2014)

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