martedì 17 luglio 2018

Lavoro, se non c'è anche il Decreto Dignità serve a poco


Di Maio ha voluto il Decreto Dignità per diminuire il lavoro precario. Ben venga qualcosa che limita la possibilità di sfruttamento delle aziende, ma purtroppo, se il lavoro non c’è, queste manovre servono a poco.

Come sono serviti a ben poco i costosi incentivi voluti da Renzi per assumerne a tempo indeterminato. Al lato pratico le aziende, se non hanno la sicurezza del lavoro nel tempo, invece di rinnovare il contratto ai precari, ne prenderanno di nuovi.

Oppure si rivolgeranno ad aziende interinali per fare esattamente lo stesso “giochino”. E chi usava i voucher, piuttosto che “legarsi” a contratti, prenderà personale “in nero”, magari extracomunitario a cui ben poco interessa versare contributi e che si adatta a paghe misere.

E’ giustissimo che il governo cerchi di ridurre lo sfruttamento, ma qualsiasi strada sceglierà si scontrerà con la realtà della mancanza di lavoro per le aziende serie e con chi trova sempre e comunque manodopera a basso costo perchè non si fa nessun scrupolo.
L’unica strada per far crescere l’occupazione è cercare di far prosperare il paese perché ritrovi il bisogno di lavoro, mettere in risalto le nostre eccellenze e le nostre risorse (soprattutto culturali e paesaggistiche di cui siamo ricchi), ridurre la burocrazia, non penalizzare le aziende serie ma controllare e punire le “furbe”. Non esistono scorciatoie per creare lavoro, solo ritrovare la produttività ridurrà il precariato.
(MS)

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