giovedì 22 novembre 2012

Si cambia idea sul calo dell'Irpef

Una delle poche cose giuste, se pur minima, che il nostro governo aveva pensato era la riduzione di 1 punto percentuale delle prime due aliquote Irpef. Una piccola cifra che sarebbe andata in mano a tutti i redditi, anche i più bassi. E soprattutto sarebbe andata in mano a chi paga le tasse "per forza" e cioè dipendenti e pensionati. In cambio il governo avrebbe alzato di 2 punti l'iva più alta e di un punto la media.
Ovviamente era tutto calcolato: l'insorgere delle proteste, i commenti dei giornali, ecc. che avrebbero portato a lasciare le aliquote Irpef, le più alte d'Europa (in questo caso l'Europa "non ce lo chiede") così come sono e farci la "grazia" di aumentare di un solo punto percentuale l'iva massima. Come se facessero un regalo, come se non fosse comunque un'ennesimo aumento di imposta.
Ricordando che l'iva massima è già stata alzata da ottobre 2011 dal 20 al 21%, con questo nuovo aumento ovviamente i prezzi aumenteranno ben di più dell'uno per cento e aumenterà il costo del carburante ulteriormente, facendo aumentare ancora di più i prezzi. Questo farà sparire completamente il "beneficio" dello "sconto" sull'aumento.
E non si compensa nemmeno con l'aumento delle detrazioni per i figli a carico perchè, oltre ad usufruirne solo chi ha figli e comuque raportate al reddito, sono minori del beneficio dato dal mancato calo delle aliquote Irpef.
Gli acquisti uno li può valutare, scegliere ed eventualmente non fare, mentre il calo delle aliquote Irpef sarebbe stato un beneficio per tutti. Invece così, come sempre, i "poveretti" che pagano le tasse interamente continuano a mandare avanti questo paese altamente evasore nelle categorie più ricche.

Pubblicato su Pubblico del 27/11/12

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